Confessioni di un adolescente
- Autore: Gaetano delli Santi
Dicono di Confessioni di un adolescente di Gaetano delli Santi:
Filosofia di un adolescente che soffre la crisi esistenziale del passaggio all’età adulta. Dubbi, disperazione, illusioni -disillusioni, speranze, crisi, cadute. Ricerca di un Assoluto perlopiù negato: incoerenza tipica dell’età. Educazione sentimentale. Storia di un rapporto d’amore problematico e distorto, così anomalo e atipico per un giovane di quei tempi. Comportamenti e abitudini trasgressive, vietate per i benpensanti, preoccupanti per i genitori. Linguaggio freddo e cerebrale di chi indaga i comportamenti e i sentimenti, anche appassionato ma sempre limpido e cristallino, lucido come una cronaca poetica.
È veramente tutto qui? Questo testo si limita a essere uno delirante sproloquio adolescenziale? Vogliamo forse dire, di conseguenza, che l’adolescenza è solo questo?
Confessioni di un adolescente (e non di un ottuagenario) è una scrittura concepita come testimonianza, come segno lasciato da una voce portatrice di tante altre, tutte all’inizio di una vita densa, tutte affamate di vivere e conoscere… eccoli… gli adolescenti.
A testimonianza di ciò che è negli adolescenti (=coloro ci quali stanno crescendo), il testo di delli Santi (scritto nel 1976) segna la differenza tra un semplice sfogo e una scrittura spietata, potente e universalmente umana, studiata e meditata anche nella dissennatezza, nella passione, una scrittura lucida e scrutatrice, crudele senza mai essere violenta. Limitarsi a considerarlo uno sfogo è vederne una scialba macchietta.
Potremmo domandarci: perché l’autore ha scelto di utilizzare un dato linguaggio?
Per sensazionismo? (…a ciò basterebbe il racconto di fatterelli scabrosi e morbosi) Per seguire a una moda? (…nel 1976?) Insomma: cos’è il linguaggio? cos’è la parola?
In ogni vera, grande opera, la parola (la forma) è tutto e tutto è segno, traccia, rimando.
E dunque abbiamo forse paura di leggere e di far leggere (ad esempio ai ragazzi) un testo di scrittura antiaccademica, concreta, ribelle, quasi faticosa da affrontare? abbiamo paura di farlo adottare nelle scuole? cosa temiamo in questo libro? perché alcune pagine ci sembrano raccapriccianti e vorremmo eliminarle? cosa ci spaventa? cosa non deve essere detto?
Come ogni buon libro, Confessioni di un adolescente è un documento, un’allegoria, un confronto con l’altro e anche uno specchio per il lettore (questo forse più che mai), per metterne a nudo l’essenza e le paure…
Non posso però trattenermi dal concludere che, forse, i veri adolescenti non temono di confrontarsi con se stessi, anche attraverso un testo forte come questo: un libro (una parola, un’opera, un’azione -anche la più banale o quotidiana) è frutto del contesto nel quale nasce e cresce. Solo chi è in piena crescita può sfogliare le ipocrisie e le paure di un adulto e mostrarne l’imbambolato e stantio impettimento con candida e spietata crudeltà.
Ecco la parola adolescente…
Confessioni di un adolescente
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