Corpo e anima di Luigi Manconi

“Cosa può essere oggi la politica, in un mondo dove prevalgono le passioni tristi e le ideologie sarebbero morte e sepolte? Può essere la capacità di muovere dal dolore e dalla forza delle persone in carne e ossa, e provare a tradurre tutto questo in mobilitazione collettiva. Per garantire i diritti ancora negati, riconoscere quelli nuovi e contribuire a una cittadinanza accogliente e matura.”

Un libro intervista a Luigi Manconi, uno dei nostri politici più stimati per il suo impegno intellettuale e civile. Lo scrittore Christian Raimo, che ho conosciuto e apprezzato in Nulla da ridire, un’antologia di brevi racconti con alcuni tra i più valenti e giovani scrittori, ha voluto e realizzato questo libro che rappresenta il manifesto politico di un uomo di sinistra, di una sinistra che non esiste più.

Un’autobiografia intensa, a tratti delicata, di un fervente politico, di un uomo che ha dedicato la propria vita ai suoi ideali e continua a impegnarsi per essi. Una descrizione appassionata della politica come cosa pubblica e della politica come dovrebbe essere: partecipazione e solidarietà. Un libro bello. Luigi Manconi, parlamentare, insegna Sociologia dei fenomeni politici all’Università IULM di Milano, è presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato, ed è da sempre in prima linea (nonostante il suo grave handicap che lo ha colpito negli ultimi anni) nelle battaglie sociali per la dignità degli ultimi del mondo, come per i diritti delle minoranze sessuali o per le grandi questioni etiche nel nostro Paese, come il fine vita.

“Insieme a me perché sento in loro la mia umanità”

Giornalista, scrittore di saggi e di libri musicali, in questa intervista racconta di come fare politica e narra di sé stesso, della sua formazione culturale e della sua lunga militanza dagli anni giovanili ad oggi. Ricorda il periodo, fino al 1951, vissuto con la sua famiglia all’Asinara dove il padre, medico, curava i detenuti, prigionieri che non erano prigionieri. Si muovevano in libertà tra gli alberi e le rocce dell’isola e portavano spesso cesti di frutta, fichi d’India, “alla casa del dottore”. O quando nel 1973, ferito durante una manifestazione di Lotta Continua davanti a una sede dell’MSI di Torino, venne arrestato e dovette trascorrere sette mesi in carcere. I suoi anni di impegno politico, sociale, e le tante letture, disordinate ed intense, divenute oggi, in tempo di cecità, una risorsa alla quale attingere. Commuove quella malinconia che si percepisce nelle parole, con la quale Manconi confessa la sua intima paura, quella di poter dimenticare, impossibilitato a leggere, le parole che un tempo resero felici i suoi giorni, “quella riserva di conoscenze e sensazioni, esperienze e nozioni, storie e interpretazioni, informazioni, dati e date, titoli nomi e cognomi”.

"La mia politica muove sempre da un nome, un cognome e un volto, e da una storia individuale per raggiungere, quando possibile, una questione generale."

E così la sua funzione politica diviene funzione di garanzia alla ricerca della verità per Stefano Cucchi come per Federico Aldrovandi, di politico schierato nelle lotte civili e di giustizia per i più deboli, migranti, detenuti, malati psichici. In un periodo di post politica e di disinteresse, di totale disincanto perché la politica è mossa solo da interessi privati, le parole di Manconi su come si dovrebbe fare e ciò che dovrebbe essere, invece, la politica - una scelta di vita al servizio di tutti, passione e umanità, che aderisca e faccia suo il principio inviolabile della dignità di ognuno di noi - sono e saranno, in un prossimo futuro, il vero monito per le nostre democrazie, anche per quelle più avanzate. È questa la sua idea di politica, si muove dal dolore delle persone per battersi in un riconoscimento universale, un impegno emotivo e sentimentale, perché la vita è corpo e la vita è anima.