Il termine phubbing deriva dall’unione di due termini, ovvero phone e snubbing. Consiste nell’assentarsi dalla conversazione reale, dalle interazioni sociali per guardare il proprio cellulare, per connettersi a Internet, per controllare email e social. Phubbing è il mix di phone, cioè cellulare, e snubbing, ovvero snobbare, e infatti consiste nello snobbare gli interlocutori reali per controllare se ci sono novità su Internet. Questo termine è stato introdotto nel 2012.
Non vi venga in mente che chi fa phubbing lo faccia apposta e volontariamente: è semplicemente più forte di lui/lei.
Cos’è il phubbing? Una definizione
Gli esperti dicono che il phubbing consiste nell’uso ossessivo-compulsivo del telefonino. A volte può compromettere la vita di relazione e addirittura gli stessi rapporti sentimentali. È stata addirittura inventata un’applicazione per combattere questa dipendenza e gli psicologi hanno messo a punto delle regole per la cosiddetta etichetta digitale.
D’altronde ogni nuova tecnologia crea nuovi modi di essere, di pensare, di interagire, ma crea anche una nuova dipendenza psicologica. Una volta che Internet è diventato alla portata di tutti sono aumentati a dismisura i casi di Internet addiction disorder, cioè di dipendenza a Internet.
Oggi questo disturbo è diventato così diffuso, che quasi non se ne parla più e sembra che faccia parte di noi tutti, della vita di ognuno. Anzi, viene giudicato peggio chi non ha Internet, chi non è connesso.
Oggi la continua commistione di reale e virtuale è diventata la normalità: si pensi che per avere dei servizi come cittadini sono diventate obbligatorie l’identità digitale, l’email, l’accesso a Whatsapp.
Si pensi anche che per ricevere i vaccini contro il Covid bisognava prenotarsi sul portale della sanità della propria regione o che per avere un posto come insegnante oppure operatore scolastico bisognava iscriversi al portale Istanze. Molti devono essere sempre connessi per lavoro. Oggi essere online è un dovere, è obbligatorio e non più facoltativo.
Molto probabilmente tra qualche anno diverranno obbligatori l’home banking e la pec, che ora facilitano già le operazioni di alcuni. Insomma essere informatizzati è diventato un dovere civico ed è diventato imprescindibile per accedere ad alcuni servizi. Ma bisognerebbe saper distinguere tra essere online per necessità e tra essere online per sfizio.
Il phubbing è soltanto l’effetto/la conseguenza della nomofobia, ovvero della “NO Mobile Phone PhoBIA”, cioè dell’ansia/della paura di rimanere sconnessi.
Ci sono persone che devono sempre controllare ciò che succede in rete, seppur a discapito della vita reale.
Subire il phubbing
Subire il phubbing significa sentirsi isolati ed esclusi socialmente; vuol dire essere snobbati da chi sta gran parte del tempo a guardare il telefonino; come hanno dimostrato delle ricerche può essere irritante, deprimente e può addirittura minacciare l’autostima. Ma spesso il problema non si pone, perché molti sono dipendenti dal loro cellulare, anche quando non avrebbero bisogno di essere online, dato che hanno già staccato dal lavoro e sono a cena tra amici.
Basta perciò andare in un ristorante per vedere che molti non si parlano più, ma nell’attesa tra una pietanza e l’altra sono tutti a guardare il loro telefonino.
In definitiva mal comune, mezzo gaudio!
Il phubbing come deriva psicosociale
Il phubbing è così pervasivo e diffuso da non essere più una patologia, ma è diventato normalità. Ci sono già stati giornalisti e psicologi che hanno messo in guardia da questa deriva psicosociale, sostenendo che siamo andati troppo oltre, perché un tempo essere online era una distrazione, talvolta era una compensazione rispetto alla vita reale, mentre oggi il reale stesso è diventato una distrazione del virtuale, cioè in sempre più persone il virtuale ha preso il sopravvento.
Viene da chiedersi se la realtà sia davvero così noiosa, così deprimente, così povera di stimoli e se il virtuale possa migliorare davvero la qualità della vita di tutti oppure se noi tutti abbiamo bisogno di disintossicarci.
Bisogna ricordare che una certa quota parte di incidenti stradali è dovuta alla distrazione: sempre più persone si distraggono alla guida per la loro dipendenza dal telefonino.
Perciò sorge spontanea una domanda: ritornare indietro è possibile oppure è impossibile ritornare alla vita di una volta?
Come era scritto qualche anno fa su un muro di Latina:
Sempre più connessi, sempre più soli.
E per coloro che si professano credenti, ricordiamo che lo stesso identico concetto l’ha ribadito anche il Papa.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cos’è il phubbing? Significato e origine del termine
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