Costantino. Il fondatore
- Autore: Maria Carolina Campone
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
In questa bella collana dal titolo “I Condottieri”, abbiamo letto finora delle appassionanti storie dell’Impero romano, di prodi condottieri impegnati ad affrontare le continue invasioni di barbari, a combattere gente nuova che poteva mettere fine a un maestoso Impero, sorretto da fili sottili, ma resistenti.
Quindi abbiamo avuto nobili imperatori che tornavano trionfanti, con un sistema religioso pagano che resse l’urto di altre religioni, ma non quella di Gesù Cristo, che è l’elemento fondante delle scelte di Costantino. Tutte quante le guerre e le scissioni venivano poi sedate, ma non l’ultima, che cambiò proprio il concetto di mondo antico.
Il saggio di Maria Carolina Campone dal titolo Costantino. Il Fondatore (Graphe.it edizioni, 2022) è uno scritto denso e preciso, ma molto specialistico e poco avvenente per il lettore che ha di quel periodo una conoscenza poco approfondita o più romanzata. Ma la collana diretta da Gaetano Passarelli si inserisce con questo saggio a un livello universitario, che spiazzerà chi considerava in maniera superficiale le gesta e i popoli domati dagli Imperatori prima di Costantino.
In primo luogo va messa in ordine la reale portata del primo Imperatore cristiano. E poi la complessità di quest’uomo che passa dalla religione pagana di Zeus all’ uomo di fede cristiana che crede solo in un unico Dio, che si è fatto uomo per salvarci.
Scrive la studiosa:
La sua stessa attività appare contraddittoria agli occhi dei moderni, i quali spesso pretendono da lui una coerenza poco attenta alla contestualizzazione storica del personaggio e del periodo in cui egli visse, un periodo di transizione, caratterizzato come tale, da un profondo sincretismo.
Chiaramente Campone si trova di fronte al dilemma di un Imperatore che giovane accettava il paganesimo, poi da cristiano, si trovò a confrontarsi con molti uomini che aveva intorno: alcuni hanno lottato contro i primi cristiani e ora sono divenuti cristiani loro stessi, quanta autenticità c’era in queste scelte? Ma, soprattutto, Costantino aderisce al cristianesimo in maniera strumentale, per tenere buoni quei popoli che guardano verso Gerusalemme, oppure è un vero cristiano?
Qualcuno potrebbe dire che la grandezza dell’imperatore Costantino si misura in altra maniera, ma la studiosa non cede di un millimetro, anche tenendo conto di come Roma era stata lasciata da Diocleziano: l’aumento della pressione barbarica ai confini, disordini e secessioni. Una Roma impoverita, perché le casse erano vuote e ci si era abituati fino ad allora a un’enorme quantità di ricchezza che proveniva da campagne militari vittoriose.
Ritorna l’Historia Augusta, che più che una fonte storica, era un coacervo di pettegolezzi contro a o favore degli Imperatori, in questo caso a sfavore di Costantino, un uomo accidioso, dedito al lusso e alla avidità.
Troppe bugie anche per l’Historia Augusta, anche se chi scrive torna di nuovo a sottolineare che la Campone non ha scritto una riga che sia catalogata come diceria o storia spicciola. Il motivo è lapalissiano, ovvero la studiosa dà per buono che il suo saggio sia letto da lettori e da altri studiosi, già al corrente di tutte le battaglie, i matrimoni e le altre vicende che riguardano l’Impero romano.
Nel suo caso la collana de “I Condottieri” di Graphe.it edizioni compie una scelta coraggiosa, perché non è un libro sulle gesta di Costantino, né sulle condizioni dell’Impero prima che arrivasse il primo Imperatore cristiano.
Prima di Costantino, l’impero aveva trovato un accordo per tre imperatori che spesso si autoproclamavano da soli e quindi per il diritto romano non potevano accampare pretese di nessun tipo. Nondimeno Massenzio, che aveva dalla sua la fedeltà di una parte di militari cospicua, abbellì e diede vigore alla città di Roma, con nuove strade, la Basilica di Massenzio e altre edifici presenti nel Foro Romano. Ed era inevitabile ché i due si scontrassero in battaglia, la cosiddetta battaglia di Ponte Milvio, dove Massenzio viene ucciso. La vittoria è simboleggiata dall’Arco di Costantino, che è uno dei monumenti più noti del mondo antico, ma anche quello più dibattuto dagli storici.
La stessa disputa permane in merito allo spirito moralistico di Costantino che, ad esempio, fu molto severo sulle donne che si innamoravano degli schiavi, non allo stesso modo se un cittadino aveva una relazione con una schiava. Rientrava in una prassi consolidata quella di vedere nella donna maggiore colpa, soprattutto se ancora fertile.
Scrive la Campone:
La costruzione di una solida monarchia fu garantita da Costantino attraverso una attenta guerra ideologica, combattuta anche con il ricorso a scelte religiose innovative e spesso coraggiose, anche utili al benessere dello Stato quale, in primo luogo,quella di un progressivo monoteismo.
Se questo legame tra Costantino, che univa in sé potere temporale e potere spirituale, fu all’inizio una rivoluzione, con Costantino fondatore, più avanti, si capì che non era possibile amministrare e guidare lo Stato sia come Imperatore che come pontefice.
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