Cronaca di un’ultima estate
- Autore: Yasmine El Rashidi
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2018
Quanto ne sappiamo dell’Egitto, della sua storia recente, di quella del secolo scorso, dopo la decolonizzazione dall’impero britannico? Ora che uno dei più popolosi stati africani è presente nelle nostre cronache per la bruttissima sorte toccata al ricercatore Giulio Regeni, torturato e ucciso barbaramente da ignoti assassini, “Cronaca di un’ultima estate”, questo romanzo della giornalista del New York Times Yasmine El Rashidi, egiziana di nascita ma ormai stabilitasi in America, ci aiuta a capire qualcosa in più della difficile evoluzione politica dell’Egitto contemporaneo.
La voce narrante che scandisce tre periodi ben distinti della storia egiziana è quella dell’autrice, prima bambina di pochi anni nell’estate del 1984; poi la vediamo adolescente, nell’estate del 1998, e infine ormai adulta nel 2014. Lo scenario è sempre Il Cairo, la casa dove la narratrice abita con la sua famiglia è sempre la stessa, fino alle ultime pagine del memoir, quando la madre ormai settantenne deciderà di abbandonare definitivamente quel luogo. Mama è una raffinata traduttrice, inglese e francese, Baba è un uomo grande e potente, poi c’è la nonna, la fondatrice della dinastia familiare, e la figlia disabile Nesma, lo zio Moschen, tutti insieme nei diversi piani della casa un po’ fuori città, in un caldo rovente che nulla sembra poter attenuare, non certo il vecchio ventilatore né le persiane serrate.
La bambina va alla scuola inglese, ha poche amicizie, la casa è silenziosa, Mama dorme spesso, Baba sparisce, forse a Ginevra, ma non se ne deve parlare. La televisione è noiosa, sempre football, l’unica persona simpatica è il cugino Dido, una sorta di fratello, sempre presente nella vita della narratrice.
Davanti agli occhi della bambina scorrono come immagini di un film le vicende dei grandi, si parla di Nasser, di Sadat, delle idee discordanti che vengono espresse sui tre uomini politici:
“Hanno già cercato di uccidere due presidenti. Hanno cercato di uccidere Nasser. E poi hanno cercato di uccidere Sadat. Con Sadat ci sono riusciti… Mubarak teme che uccidano anche lui, quindi ora che è presidente usa il pugno di ferro”.
Nel 1998 l’Egitto è un paese occidentalizzato, la ragazzina è cresciuta, va all’università, vorrebbe fare la regista, gira in città con una cinepresa anche se viene guardata con enorme sospetto: c’è paura, diffidenza, la città è praticamente distrutta dalle nuove costruzioni che annullano i retaggi del passato,
“tutto quello che abbiamo sempre visto sparirà. Qualunque cosa rechi tracce delle storie passate”.
Il cugino Dido la spinge a prendere parte alle vicende politiche, a mettersi al servizio dei dissidenti abbandonando le sue aspirazioni al cinema come arte e girando invece documentari politici. I Fratelli Musulmani sono sempre più invadenti, la religione occupa tutti gli spazi, l’odio per Israele e per gli ebrei cresce a dismisura, la musica è censurata, gli attentati si susseguono, in tanti spariscono, qualcuno fugge in America, Baba è sempre lontano.
Infine, l’ultimo atto di questa storia dolorosa, nell’estate del 2014. La nonna, la cugina Nesma, lo zio, sono tutti morti. Sono rimaste soltanto la narratrice e Mama, sempre più anziana, ha quasi settanta anni. Baba è tornato ma non dice dove e come è stato nei decenni vissuti altrove, né vuole vivere più con la moglie. Dido è stato arrestato per ragioni di dissidenza politica e non si sa se e quando ne verrà fuori.
Nel 2013 il potere era stato preso da el-Sisi, un potere dittatoriale, i Fratelli Musulmani sarebbero stati peggiori.
La vita di questa famiglia è finita, traslocano, guardano il Nilo coperto dagli alberi che nessuno pota più da anni, non hanno speranza.
Un romanzo privato, una storia pubblica, mescolate insieme con una scrittura calda, che sembra raccontare una favola, mentre denuncia alcuni dei momenti più spaventosi della storia che ha coinvolto l’Egitto, le sue tradizioni, l’importanza della sua storia, la condizione attuale.
“Se non ci fosse Sisi, regnerebbe il terrore. Non fanno che ripeterlo, ricordandoci il passato. Non dimenticate, non dimenticate”.
Cronaca di un'ultima estate. Un romanzo dell'Egitto
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