Crux Simplex
- Autore: Kenan Zohar
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2017
L’Europa del XI secolo è attraversata da conflitti tra gruppi cattolici rivali per ottenere vantaggi politici e territoriali. Spinti da papa Urbano II molti cristiani si armano e abbracciano una guerra religiosa che irradia già in albore la sua luce funesta sul senso della Storia Universale. Tra di loro un cavaliere castigliano, annunciato da un’aquila imperiale e accompagnato da una profonda inquietudine, percorre l’Europa per realizzare un’impresa eroica: trasportare in Terra Santa un alto palo di legno (crux simplex) rinvenuto lungo il cammino ed essere il primo a giungere in Terra Santa. Lungo la strada raccoglie attorno a sé una corte di ribaldi ed esclusi e una giovane dai capelli fulvi, con un sacco in spalle, che cerca la sua strada nel mondo. Don Osmundo Talavera di Amaya, così si chiama il nostro eroe, nel suo lungo viaggio, affronta minacce, scompigli, delusioni; incontra pellegrini dubbiosi, profeti di sventura, increduli da convincere; ascolta cori di voci bianche che innalzano in cielo il Salve Regina in latino e la voce acuta del muezzin che intona, invece, l’Allahu àkbar in arabo. Attraversa Le Puy, Toledo, giunge a Roma, prosegue poi per la Cilicia, l’Antiochia, la Galilea per raggiungere Gerusalemme. Da cavaliere errante diventa pellegrino credente e infine nunzio apostolico, schernito e deriso.
“Crux simplex” (UnoRosso, 2017) di Kenan Zohar è un romanzo storico che ritrae l’Europa in pieno medioevo, dominata dai grandi proprietari terrieri, tra cui i vescovi e gli abati che godevano anche del privilegio di immunità dal potere pubblico, beneficio di molte città in quanto sedi vescovili. Città dove le imponenti cattedrali gotiche erano il simbolo del potere spirituale, luoghi di culto ma anche e soprattutto di potere temporale, luoghi di riunioni politiche ed economiche. Un ritratto minuzioso, documentato, di una società piena di contraddizioni: da un lato la diffusione di una rigida intransigenza sul piano religioso, sfociata nell’eremitismo, dall’altro il diffondersi capillare di un’idea di guerra santa per la liberazione di Gerusalemme dai pagani.
L’aquila, la crux simplex, la pecorella smarrita, lo stesso ruolo di Osmundo e della ribelle Rachele, o il loro intraprendente viaggio, sono simboli significativi per la lettura di un romanzo impegnativo ma molto interessante. L’aquila rappresenta la resurrezione da una croce semplice, simbolo della croce di Cristo, che conosce le sue pecore, le chiama, le protegge, e dà la sua vita per esse; Osmundo, vero cristiano, uomo del suo tempo, si mette in cammino per mesi alla ricerca interiore della propria spiritualità e Rachele, dai capelli fulvi, evoca tutte le superstizioni e il mistero del Medioevo.
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