Cuentos Frìos. Racconti freddi
- Autore: Virgilio Piñera
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2017
E poi ci sono libri così. Testi spuri, racconti non comuni, scritture fantasma. Libri che devi andare a scovare, in cui nessuno crede e che nessuno vuole: non passeranno mai in televisione, e nemmeno in radio, se è per questo. Libri come “Cuentos Fríos”, i “racconti freddi” di Virgilio Piñera, tradotti e pubblicati per la prima volta in Italia da Gordiano Lupi (Edizioni Il foglio, 2017).
Racconti a loro volta così. Voci dalla Cuba meno agiografica che si riesce a immaginare. Storie minime e storie sbarellate. Frammenti di vita e vite attraverso frammenti. Risalgono all’arco temporale 1944-1956 e sono stanze di vita quotidiana (per dirla alla Guccini) senza epicità, frame di caratura comune, carnale, oscura, azioni opere e omissioni di uomini e donne così così. Anti-eroi e anti-eroine per un gran mucchio di motivi, e certo anche per la fame di vita malvista dalla politica dei regimi.
Come scrive Antòn Arrufat in premessa ai racconti (pp. 35-36):
“…dobbiamo sottolineare un aspetto che è conseguente all’emarginazione di Virgilio Piñera: il suo linguaggio, la sua visione del mondo, i procedimenti della sua scrittura sono tanto marginali come lo fu la sua persona. Per questo motivo è escluso dai centri di potere determinanti, all’interno della letteratura latinoamericana (...) Se la letteratura avesse un volto, l’opera di Piñera, così peculiare, sarebbe l’altro volto della letteratura latinoamericana, costituito da un certo numero di emarginati”.
Appunto: per via della sua scrittura non-epica, non-parabolica Virgilio Piñera è l’anti-Borges e l’anti-Marquez per antonomasia. Peraltro effeminato, omosessuale, paria per destino e vocazione: diverrà intellettuale sgradito alla Causa rivoluzionaria (“contro la rivoluzione non può essere ammessa un’attività intellettuale che ne metta in pericolo l’esistenza”, Fidel Castro dixit), e questi “racconti freddi” (perché istantanei, scattanti, lapidari oppure perché sedimentati aldilà delle apparenze?) costituiscono un’avvisaglia del futuro. Come scrive Gordiano Lupi (p. 13):
“La Rivoluzione colse di sorpresa Lezana (Lima, altro scrittore cubano malvisto dal regime, ndr) e Virgilio. Non potevano immaginare niente di simile, perché loro parlavano di disobbedienza estetica e di rivolta letteraria, un verbo poetico che non contemplava la follia”.
In altre parole: Virgilio Piñera era idiosincratico alle scritture succubi della politica. Prese persino posizione a sostegno delle opere messe al bando, così che ogni ulteriore gioco fu bello che fatto. I suoi testi – e i “Cuentos Frìos” con essi – trovarono vita ardua, per non dire che caddero nel vero e proprio dimenticatoio. L’amnesia è oggi compensata con la pubblicazione di questo libro, grazie alla competente passione cubana di Lupi. Bene, bravo, bis.
Cuentos fríos. Racconti freddi
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