Cupio dissolvi di Jessica Cafarelli

Cosa c’è di più terribile di una donna che è arrivata agli ultimi giorni di gravidanza e sparisce improvvisamente, senza lasciare traccia? L’autrice Jessica Cafarelli ha scritto questo romanzo che sembrerebbe un monito ai genitori, ai nonni e agli adolescenti per metterli in guardia. Il titolo è Cupio dissolvi (Divergenze edizioni, 2024) e inizia con una cena a base di ragù.

Nelle prime pagine si prende in giro lo chef, che è il marito della narratrice e che si compiace del suo stato di grazia: un marito, Leonardo, sensibile, bravo ai fornelli e con un bimbo in arrivo, va a rispondere al telefono sorridente. È la madre che le chiede come sta, ma con un tono di tristezza che la donna percepisce e allora capisce che sta succedendo qualcosa di grave. La donna che racconta dice al marito Leonardo:

Ti ricordi mia cugina Chiara, quella incinta... non si trova più.

Da nessuna parte, lo hanno detto anche al telegiornale. La madre di Chiara, disperata, guarda il genero Giulio con altri occhi. Chiara aveva fatto di tutto per restare incinta, ma non riusciva mai ad arrivare alla meta. Li perdeva sempre, tutti nei primi mesi di gravidanza.
Lo aveva detto a tutti, uno alla volta, che era di nuovo in attesa. Dopo i sette mesi sembrava andasse tutto bene, anche se il marito, Giulio, diceva a sé stesso che non amava più Chiara per sfinimento. Forse questa storia del figlio "per forza" lo avevo stancato e infatti gli inquirenti gli fecero un interrogatorio particolareggiato, convinti che avesse a che vedere con la scomparsa di Chiara.
Come già scritto, la madre di Chiara era convinta che Giulio c’entrava in quella scomparsa: un marito a volte distratto, ma che non avrebbe mai fatto del male alla moglie. Chi racconta cerca di pensare alla cugina, a Chiara, perché non riesce a trovare uno spiraglio, ma il marito Leonardo la convince a non stare sempre su internet o a vedere il telegiornale regionale, si sa che le informazioni nel mondo occidentale sono rapide come una puntura di zanzara. Si parla tanto di un caso, poi sparisce tutto. Ma non perché si trova sempre la soluzione.
Le questure sono piene di "cold case", di delitti che rimangono senza un colpevole, di sparizioni anche volontarie di cui non si sa più nulla. Intanto per la suocera Giulio era diventato un mostro, non solo perché non contento di questa gravidanza, ma anche perché il matrimonio, prima della scomparsa, era già a un bivio, Giulio intendeva chiedere la separazione a Chiara anche se non subito. In fondo c’era molto ancora da parte di Chiara e Giulio non poteva dimenticare i giorni felici. La Cafarelli fa raccontare ora Giulio, togliendo la narrazione troppo ansiosa alla cugina.
Ma in realtà Giulio serve per dare alla protagonista, Chiara, la possibilità di parlare in prima persona: non è possibile dire Chiara dove sta o come sta, ma c’è di mezzo il nascituro. Basta, è sufficiente.

Jessica Cafarelli, grazie a uno stile fluido che sa modulare a perfezione, ci consegna un romanzo terribile, dove leggiamo cose che nemmeno volendo potevamo prevedere. Perché anche in questo libro, alla fine, è messa sulla graticola l’alta borghesia, il neo capitalismo corrotto che vede gli umani come "cose" da usare a piacimento.