Da capo al fine
- Autore: Maria Milena Priviero
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2016
Il poeta è una strana creatura, possiede il dono dell’ubiquità: è qui fisicamente ma sa resuscitare con la parola altri tempi e luoghi, divenuti attuali, presenti, per rivelare, di essi, ciò che non riuscimmo a comprendere del tutto, o quanto, del tempo, serve oggi, per nascere nuovamente a noi stessi. Rinascere padroni e consapevoli attraverso la focalizzazione di particolari, suoni, colori, tutte rivelazioni di un senso riposto. Jung, tra altre cose anche fine critico di opere d’arte, definisce tutto ciò "fare anima". E l’anima, la psiche, notoriamente non ha confini di tempo-spazio, come accade nei sogni. La sua immagine prima è la farfalla. Tra sogno e ricordo esiste forse una differenza? La loro somiglianza ne fa due fratelli gemelli.
Questo l’assunto poetico della silloge Da capo al fine (Samuele Editore; p. 66, 2016 ), ricordare come riappropriazione, seconda raccolta poetica di Maria Milena Priviero con prefazione di Silvia Secco.
Infatti l’artista pone in esergo le parole di Rainer Maria Rilke che esplicitano il valore conoscitivo della "reverie":
"nasciamo, per così dire, da qualche parte; soltanto a poco a poco andiamo componendo in noi il luogo della nostra origine, per nascervi dopo, e ogni giorno più definitivamente"
Il ricordo dunque, anzi la rimembranza direbbe Leopardi (ma anche Platone è d’accordo, per non parlare di Proust), possiede la facoltà di ricreare nell’anamnesi.
Priviero sa che il futuro consiste in un ricalcolo dei "numeri" che intessono la vita; immette in modo originale l’armonia musicale numerica di Pitagora nei suoi versi. Numeri
"che un resto lasciano certo
una via ancora possibile
forse a un ricalcolo."
È un’operazione compiuta con strumenti personalissimi. L’artista sceglie uno stile colloquiale narrativo con andamento musicale, evidenziato anche dal titolo, tratto dal linguaggio degli spartiti; "da capo" indica la ripetizione di un motivo di particolare effetto. Qui nei versi l’autrice vuole sottolineare la natura circolare del tempo, con la consapevolezza della compresenza di passato-presente.
Sebbene l’andamento sia pacato, sussurrato e rasserenante, con evocazioni da Arcadia, sottolinea Silvia Secco, come
"un sole nuovo, fresco
e il suo riflesso.
una gazza su un albero
secco e un mare che sciaborda
lento, con moto di carezza."
ci troviamo di fronte a liriche che conducono a riflessioni ardite, esulano dal panorama rassicurante, esprimono la relatività del tempo (Einstein), se non addirittura la sua irrealtà (vedi Nuova confutazione del tempo di Borges):
"In fondo è sempre ritorno
un luogo, dove credi, pensi
di non essere stato,
quando scorgi gli stessi
gerani sui balconi"
E subito per accostamento tornano in mente i versi sibillini di Caproni:
"Sono tornato là / dove non ero mai stato".
Da qui alla "pura durata" di Bergson il passo è breve. L’unico tempo da sperimentare veramente, afferma il filosofo, ma pure la poetessa assorta e introspettiva, è il tempo interiore, in cui la vita sedimenta, ritorna come accade nello spartito, diventa veramente nostra, indelebile.
Tutto è "casa dell’essere" come Heidegger ha definito felicemente la poesia. E il mistero si addensa nei versi:
"se non ci fosse questo ultimo dono
che nasce da un ricordo,
da un suono, da uno sguardo
da un qualunque intimo rimando intorno,
se è poco, se è come niente è pur sempre
un andare oltre il sé, oltre il presente"
Andare oltre il sé significa perennità ed eternità. Tutto ciò rassicura ma anche turba. Rassicura perché toglie la paura della morte; turba in quanto un "oltre" evidenzia la nostra ignoranza e la necessità di affidarci a un nume. Lo sapevano i Greci, per i quali la poesia faceva parte del sacro e le Muse con i loro nomi, Calliope o Euterpe o Talia, trasportavano in territori sconosciuti, universali e cosmici. Così non diversamente è per Priviero:
"Io ci provo sai poesia
E tu che fai, che dici, sei mia
di nessuno, centomila?"
Versi "pirandelliani" nei quali l’essere di dilata infinitamente.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Da capo al fine
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