Da qui all’eternità di James Jones

“Promettimi che non farai mai del male a nessuno a meno che non sia assolutamente necessario, a meno che tu non ci sia proprio costretto”.

Ricordando quella promessa fatta alla madre morente, il trombettiere Robert F. Lee Prewitt, da poco trasferito alla compagnia G., ripensava a quando durante un incontro di pugilato aveva reso cieco con un pugno il suo sfidante. A causa di ciò il ragazzo aveva deciso di non combattere più.

Hawaii, estate 1941, pochi mesi prima dell’attacco giapponese nella base militare di Pearl Harbour che avrebbe causato l’entrata in guerra degli Stati Uniti. I destini di cinque membri della compagnia G. si intrecciano nel primo romanzo di James Jones, pubblicato nel 1951 e vincitore del National Book Award 1952.

“Era giovane, aveva l’aspetto ordinato e il fisico da falso magro, e indossava la divisa cachi estiva, ancora fresca di primo mattino”.

L’autore, nato nel 1921 e morto nel 1977, nel ‘39 si arruolò nell’esercito americano, 25esima Divisione Fanteria e fu di stanza proprio alle Hawaii prima di far parte della storica battaglia di Guadalcanal dove fu ferito. Nelle prime pagine del romanzo lo scrittore avverte che

“questo libro è opera di invenzione romanzesca. I personaggi sono immaginari, e qualsiasi somiglianza con persone reali è del tutto casuale”.

A sessant’anni dalla sua prima pubblicazione, la riedizione SUPERBEAT (data di uscita: 21 novembre 2012) della versione integrale e senza censure del libro, che si basa sul manoscritto originale ritrovato dalla figlia di James nel 2009, rappresenta un evento editoriale unico. Chi scrive ricorda l’edizione Mondadori in tre volumi del 1964 della collana I libri del pavone di un romanzo definito da Newsday come

“uno dei più grandi libri della nostra epoca”.

Nell’America puritana e pruriginosa degli anni Cinquanta, non si potevano certo pubblicare le esplicite scene di sesso omosessuale e i brani dove il linguaggio duro delle caserme era scurrile e crudo, quindi il manoscritto fu tagliato da Scribner, il primo editore di James.

Prew “soldato dalla testa ai piedi e con la camminata da pugile”, proveniente dalle montagne del Kentucky dove “aveva imparato a suonare la chitarra molto prima che a suonare la tromba o a tirare di boxe”, si era trovato catapultato nella foschia e nella calura hawaiana, così come era accaduto a tutti quei ragazzi suoi coetanei ai quali La Carriera, ossia l’esercito, aveva offerto il paradossale miraggio di una prospettiva di vita migliore. Prew, quindi, a differenza di suo padre minatore che non era mai andato oltre le colline del paese, aveva attraversato l’oceano Pacifico con la sua inseparabile amica: la tromba. Ma “la vita, con l’andar del tempo, deflora qualsiasi verginità, anche solo disseccandola; non importa che il proprietario voglia tenersela”.

Mentre rileggiamo con piacere un capolavoro della letteratura americana, selezionato come uno dei cento libri più importanti del XX Secolo da parte del Modern Library Board e brillantemente tradotto da Chiara Ujka (con la consulenza del dottor Enrico Febbo), ritroviamo personaggi quali il sergente maggiore Milton Anthony Warden, il comandante di compagnia “Dynamite” Holmes, la sua bella moglie Karen e l’indimenticabile figura del soldato semplice Angelo Maggio “piccolo italiano dalle spalle strette e ossute”. Memorabile l’omonima versione cinematografica diretta da Fred Zinnemann (vincitore di 8 Premi Oscar) interpretata da un cast straordinario: Montgomery Clift, Burt Lancaster, Deborah Kerr e Frank Sinatra che canta la splendida From Here to Eternity. Più di mille pagine che si leggono di un fiato e il cui sigillo è la frase di Kipling:

“Ho mangiato il vostro pane e il vostro sale. Ho bevuto la vostra acqua e il vostro vino. Le vostre morti dappresso le ho vegliate, e le mie furono le vite che viveste”.