Dalla sua bocca. Riscritture da undici appunti inediti di Alda Merini
- Autore: Michele Caccamo
- Categoria: Saggistica
“Caccamo, questo buio è pieno di tombe dritte, innalzate apposta per impedire la luce. Invece potrebbero essere usate per costruirci un’arca o una qualsiasi forma naturale di salvezza. Noi dobbiamo affrettarci a produrre l’amore, perché non abbiamo altro scampo. Se così fosse già stato, stasera non avremmo avuto questo buio”.
Si esprime per parafrasi Alda Merini, la sua lingua suona apocalittica, sentenziante, spudoratamente aforistica, come suona la lingua di chi ha frapposto il sublime alla pazzia. “Dalla sua bocca. Riscritture da undici appunti inediti di Alda Merini” (Zona Editrice) è un libro che ne evoca la veggenza e le discrasie. Alto e basso, paura e desiderio sono messi in fila “di rimando”, senza prurigini apologetiche e nemmeno didascaliche. In “Dalla sua bocca”, un poeta (Michele Caccamo) e una poetessa-performer (Maria Grazia Calandrone) fanno di tutto affinchè le parole - le sue, di Alda, e le loro - si svelino come bastanti a se stesse, come “suono e concetto” ab origine, primigeni. Poiché la forma poetica è intrinseca al Senso, al Suono e alla Parola (è intrinseca al suono della/nella parola), ri-arrangiare equivarrebbe a svilire e dunque in questo libro ci sono i poeti Caccamo e Calandrone al cospetto delle fiamme interiori di Alda Merini, declinate in Verbo, analisi, conversazioni, prosa e libere associazioni. C’è una vita desunta e ripresa nel suo incrocio di venti, a metà tra inferno e paradiso, tra la rivelazione e l’abisso consono allo squilibrio mentale. Qualcosa che abita i versi, e - ancora, una volta di più - le parole. Parole come queste, intorno a pagina 34 del libro:
“Le ho ancora detto della follia? – riprese – Lei forse non lo sa, ma la follia è la frusta della morte. È una dittatura impietosa. Raggiunge la mente con una lenta progressione, e, anche se all’inizio non se ne è consapevoli, non si sa mai dove andarla a cercare, dove possa essersi annidata. Avanza come la ruggine, lenta e rigorosa: poi si gonfia e fa scoppiare le vene in testa. Sembra sia l’esatto momento della morte. Ma non è così: si spengono solo i desideri, le idee, i significati delle cose. E non si capisce che senso abbia quell’essere vivi”.
Se le lingue (i libri) dei poeti si esprimono quasi sempre a vuoto è colpa di “questo tempo sbandato” (copyright Ivano Fossati, a proposito di scrittura poetica) mica dei poeti. Allora, in extremis, potreste farvi perfino un favore: recuperare “Dalla sua bocca” e leggerlo con l’attenzione che merita (“assaporarlo" con l’attenzione che merita), perfino assumerlo a contraltare salvifico all’utilizzo improprio di parola - scritta e pronunciata - che tracima da ogni dove.
Dalla sua bocca. Riscritture da undici appunti inediti di Alda Merini
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