Darkland
- Autore: Paolo Grugni
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Anno di pubblicazione: 2015
“Il male cerca l’oscurità e odia la luce”
Karl stava passeggiando nel bosco dopo un nubifragio, quando vide quella cosa per terra. Aveva una tonalità tra il grigio e il marrone. Smuovendo intorno ne raccolse una decina e quando rinvenne un teschio ebbe la conferma di trovarsi davanti ad ossa umane. È l’avvio di un thriller, come si può immaginare, e di un viaggio, anche a ritroso nel tempo, più storico-esoterico-politico che macabro, nonostante le apparenze. Un thriller ambientato in Germania ma italianissimo, “Darkland”, Melville Edizioni, uscito nel 2015 e ristampato nel marzo 2016 (256 pagine 16,50 euro), ennesimo centro di una vecchia conoscenza del giallo d’autore, il milanese Paolo Grugni.
Il problema del prof. Karl Jerzyck, docente di criminologia a Monaco, è sempre stato l’autocontrollo. Perde le staffe per un nonnulla. è il suo tallone d’Achille e gli sta rovinando la vita. Dopo la sospensione dall’Università, per aver aggredito fisicamente uno studente che lo aveva contraddetto, la moglie lo ha messo fuori di casa, lontano anche dalle bambine. E lui ha preso in affitto una villetta a Ettlingen, nel nord della Foresta Nera. Pace e silenzio per riprendersi, ma gli sembra dura, comunque.
Passeggiando a tempo perso, ha fatto quella scoperta. Resti umani, in quantità notevole. Da luogo di meraviglie, quel bosco da si trasforma in un incubo, come nelle fiabe dei Grimm. Ma Internet offre risorse immediate e in breve il criminologo riesce a confermare il sospetto. A Karlsruhe, venticinque anni prima, erano sparite sette persone: tre donne, due uomini, un bambino e una bambina. Vivevano là intorno, ma non avevano nessun legame di parentela tra loro.
Jerzyck non ha dubbi: quella è una fossa comune. Un amico anatomopatologo chiarisce: tracce di veleno, ossa spezzate da un corpo contundente. Sul caso si lanciano in due, perchè il prof. coinvolge il poliziotto che a suo tempo aveva condotto le indagini, senza venire a capo di niente, l’ispettore criminale Arno Schulze, pensionato, ma ancora in gamba come investigatore.
Una nuova pista li conduce quasi causalmente al direttore della biblioteca, Haas, appena deceduto. Abitava nei pressi del luogo della sepoltura. Il padre era un generale nazista e lui stesso aderiva a una setta esoterica neonazista, la Edda.
Karl vi si infiltra, partecipa ad una riunione. L’incontro insiste sui simboli esoterici, in particolare il Sole Nero, per Arno un’accozzaglia di stronzate, ma è chiaro che gli affiliati - e le affiliate, tutte bionde, occhi azzurri, tipo nordico, selezionate – ci credono fermamente.
Certo che il professore deve essersi tradito, perché il giorno dopo viene circondato da sconosciuti e rimedia un pestaggio scientifico, duro ma senza danni. Una chiaro avvertimento: gira alla larga.
Ovviamente la coppia di detective volontari non desiste. Ed ecco un particolare non da poco. Dal padre di una delle vittime più giovani del 1990, apprendono che fin da allora qualcuno sospettava che dietro le sparizioni potesse esserci qualche formazione neonazista. Fin da venticinque anni prima il caso avrebbe potuto prendere una direzione diversa, invece… Arno è furioso. A lui quella pista non era stata prospettata, altrimenti…
Thriller incalzante, come l’indagine del criminologo e dell’ex ispettore, che non si sprecano in congetture fuorvianti e vanno diritti allo scopo. E questo naturalmente, oltre al “mestiere” di Paolo Grugni, regala al romanzo una cadenza tesa, militante. Non molla un attimo. Eccitante.
Sono in campo forze oscure e anche occulte, ancora legate a simboli runici, croci uncinate comprese. Il padre di Haas era ad Auschwitz con Joseph Mengele, il più noto tra i medici dei lager, l’Angelo della morte, che nell’infermeria-laboratorio del campo di sterminio conduceva le sperimentazioni più crudeli su esseri umani: uomini, donne, gemelli e tanti bambini. Ma in Germania, cavie umane hanno mai cessato d’essere sottoposte ad esperimenti da brividi e da nausea?
L’orrore non è del passato, le sparizioni riprendono, questa volta a Friburgo e la macchina neonazista è in moto, anche 70 anni dopo. Di nuovo pericolosa ma questa volta diversa e capace di sconvolgere tante certezze.
Il 20 novembre, nel 70esimo anniversario del processo di Norimberga contro il Nazismo, si attendono rivelazioni.
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