Degenerata! I nazisti all’assalto dell’arte moderna
- Autore: Alfred H. Barr
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
Le avanguardie artistiche, con la loro dirompente carica di progresso, rottura col passato ma, soprattutto, libera espressione, per loro natura non possono andare d’accordo con un regime, di qualsiasi tipo esso sia. Il nazismo, ovviamente, non fece eccezione. Mentre il fascismo, a casa nostra, dapprima incoraggiò il futurismo di Marinetti, ma poi, al momento della marcia su Roma, mise un freno al suo “scomodo” rifiuto del passato e finì per inglobarlo nel sistema, con lo stesso Marinetti nominato Accademico d’Italia (lui, che nel manifesto del movimento affermava di voler distruggere tutte le accademie), in Germania i movimenti artistici come espressionismo, nuova oggettività e la celeberrima Bauhaus furono apertamente accusati di essere contrari alla visione tedesca dell’arte, e di avere diffuso un principio di internazionalità estraneo all’espressione artistica.
La prima mossa del regime fu rimuovere dal loro incarico la maggior parte dei direttori delle scuole artistiche, dei musei e delle gallerie, e sostituirli con personaggi molto più compiacenti. L’arte, seguendo l’esempio della Russia, doveva diventare strumento di propaganda politica, inculcare nei suoi fruitori quei valori che li avrebbero resi docili e manipolabili dal governo, in nome di un ideale nazionalistico presentato come l’unica strada giusta da seguire.
La lotta contro le avanguardie culminò, nel 1937, nella “Mostra dell’arte degenerata”, un’esposizione itinerante che ebbe la sua inaugurazione a Monaco di Baviera e girò poi tutte le principali città tedesche, nella quale vennero esposte opere di grandi artisti (basti citare Paul Klee, Ernst Ludwig Kirchner, Otto Dix, Georg Grotz, Kurt Schwitters, ma anche artisti non tedeschi le cui opere esposte erano state confiscate, come Pablo Picasso, Piet Mondrian, Marc Chagall e Vassilij Kandinskij) con l’intento di ridicolizzarle, tanto che furono spesso sistemate di traverso e corredate da scritte denigratorie. Ironicamente, e a dimostrazione di quanto questo “sentimento nazionalistico” fosse semplicemente strumentalizzato ma non certo profondamente sentito dal regime, alla fine della mostra molte delle opere finirono nelle collezioni private dei gerarchi, oppure nel circuito dei mercanti d’arte.
Alfred H. Barr, statunitense, primo direttore del MOMA di New York, ebbe la possibilità, durante un soggiorno in Germania nel 1933, di constatare “dall’interno” quello che stava accadendo. La mostra dell’arte degenerata non era ancora in progetto, e in effetti il titolo di questo libretto ( Degenerata! I nazisti all’assalto dell’arte moderna, Medusa, 2018, trad. R. Peverelli) potrebbe trarre in inganno chi cercasse notizie sull’esposizione in particolare: in realtà si tratta dell’acuta osservazione di quegli eventi che, sviluppandosi, portarono in seguito al concepimento dell’esposizione, e che comunque sono assolutamente esplicativi del clima che si respirava in quegli anni in riferimento all’ambiente artistico. Il primo scritto di Barr riguarda un discorso tenuto dal Dr. Goebbels riguardo al cinema, e potrebbe risultare pesante a chi non conoscesse le moltissime opere citate; tuttavia, se ne coglie il senso di fondo in modo molto chiaro. Seguono poi due riflessioni dello stesso Barr, basate sulle sue esperienze, sul rapporto che il regime ha con l’arte figurativa e con l’architettura. Ne esce, ovviamente, un quadro desolante, che può fornire qualche chiarimento sul modo strisciante in cui un regime si insinua e pian piano strangola ogni libertà di espressione.
Vale la pena di ricordare che Alfred H. Barr non si limitò a scrivere, ma fece il possibile per aiutare quelle personalità artistiche che ebbero a soffrire sotto il nazismo, permettendo, ad esempio, a Georg Swarzenski, direttore generale dei musei di Francoforte destituito dal regime, e a suo figlio, di emigrare negli Stati Uniti, dove il primo andò a ricoprire il ruolo di conservatore del Museo di Boston. Un aspetto umano di un professionista dell’arte che non ha saputo solo lanciare il suo ironico e tagliente “j’accuse” da un punto di vista sicuro, ma anche mettersi in gioco.
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Ovviamente chi si occupa della materia, ma anche chi vuole sempre conservare gli occhi ben aperti sul mondo che lo circonda e capire come sia possibile, senza quasi accorgersene, arrivare a certe aberrazioni.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Degenerata! I nazisti all’assalto dell’arte moderna
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