Diaferenze
- Autore: Riccardo Dri
Riccardo Dri, saggista di filosofia, giunge a febbraio 2014 al suo sesto volume, Diaferenze (Il Faro edizioni), anzi "Dia-ferenze".
L’autore ce lo presenta:
"Il testo è di facile lettura ma molto complesso quanto al contenuto concettuale. Il testo prende le mosse da un "In principium erat unum", per così dire, per spiegare che le differenze sono dovute al linguaggio che, nominandole, distingue a partire dall’interno del regime della ragione. Il problema dunque è che cosa viene prima della ragione, posto che essa non è sempre esistita e fa la sua comparsa in modo genealogico.
La critica si concentra sulla rimozione dell’origine in quanto le differenze fissano un ordine, una base discorsiva univoca che, evitando le oscillazioni, restituiscono tutti i significati che conosciamo per cui ogni cosa è soltanto se stessa. In altre parole l’operazione non è altro che uno dei tanti tentativi per emanciparsi dal caos, dall’irrazionalità. Alcuni capitoli chiave approdano esattamente a questi tentativi, per esempio il rapporto dell’uomo con Dio e con gli dèi. La critica al cristianesimo è in primo piano. Qui si contesta l’uso della ragione (la teologia) per interpretare il nucleo del sacro. Quest’ultimo, infatti, è un originario per cui è un indistinto, un magma, un caos. Dio non distingue il bene dal male (è lui in persona a confessarlo: “Sono io che formo la luce e creo le tenebre; che faccio la pace e creo il male (κτίζων κακά). Il sono il Signore, che fa tutte queste cose", Isaia 45, 7). Dio misconosce le differenze, e la teologia invece vuole inchiodarlo ad esse, come un oggetto qualsiasi, approdando solo ad espedienti che hanno restituito religioni stanche e plebee. Stessa procedura per altre figure bibliche di rilievo: Adamo, Giobbe, Abramo. Non sfuggono i classici: l’Edipo Re, che crolla per aver voluto distinguere (per vedere meglio) quel caos che era meglio non vedere. Domanda: abbiamo anche tutti noi un caos alle spalle che è meglio non conoscere?"
Dia-ferenze
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