Diari di Canoa Quebrada
- Autore: Adriano Doronzo
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
L’ultimo libro di liriche di Adriano Doronzo, poeta e cantautore, Diari di Canoa Quebrada (Setteventidue edizioni, pp. 34, 2023) trasporta il lettore in un piccolo Eden brasiliano, Canoa Quebrada, un luogo già scelto decenni fa come dimora dagli hippies, che possiamo considerare il paradigma dei sogni e delle visioni.
È il diario di un viaggio geografico-spirituale compiuto dall’autore nel marzo scorso, culminante nella scoperta di sé.
Il viaggio è sempre stato il "topòs" di una simile scoperta, da Ulisse a Dante a Stevenson, a Kavafis. Nasconde tesori trovati durante il percorso. Possono essere fatti minimi, "micro particolari" in cui ci si può anche perdere, dimenticando l’insieme e l’universale, non è questo il caso di Doronzo; egli non fa cronaca nel senso abituale (giornalistico, di reportage) ma esprime emozioni e idee. Incontriamo il volto "quadrato" di un indigeno suonatore di strada, una donna tra lenzuola colorate da cui spunta un seno, una "garota" (prostituta) che contratta e si offre, una stupenda e flessibile giocatrice di football, amici triestini ritrovati, ormai stanziali a Canoa.
Sono immagini del quotidiano, ma lo sciamano Beto le trasfigura e le collega tutte al mondo "altro", all’invisibile da cui sono generate.
Il verbo “collegare” è centrale nella narrazione. Sembra questa la ricerca dell’autore, la possibilità del sogno creatore, quando scrive, in relazione alle rappresentazioni esterne-interne:
Da quando ho accettato / questo logoro viavai, / i miei occhi piangono luce / emettono draghi infuocati / collegano i contenuti dell’inconscio: / attendo con gioia / il prossimo sogno.
La vita è sogno, hanno cantato Shakespeare e Calderón de la Barca. Doronzo trasporta il mondo-fuori nell’interiorità che risana, dona gioia, costruisce autocoscienza.
Per farlo inventa un personaggio "irreale", simbolico, Aedis, un accompagnatore che appare soltanto nella prima lirica e conclude l’ultima. Accanto al suo nome sono fissate due date, una è 1958, la stessa nascita del poeta, l’altra 2032, un futuro vicino, la cui somma dei numeri è 7. 7 è numero sacro, ripetuto nel cosmo, sette le stelle dell’Orsa, 7 le note nella musica, 7 i giorni della settimana. Rappresenta un ciclo completo, concluso, pronto per la ripartenza.
È la settima lettera dell’alfabeto ebraico. Quale messaggio nasconde la misteriosa data? Aedis insegna:
"... e continua ancora la mia ricerca / di ciò che in realtà già conosco"
I versi richiamano l’esortazione di Nietzsche "diventa ciò che sei", derivata da un’ode di Pindaro. Aedis in latino significa tempio e anche stanza, dunque allude al contenente la Divinità, il corpo e il mondo, casa di Dio.
Le ultime parole della guida, emblematiche, recitano:
... la sublime farsa dunque continua...
La vita è illusione, secondo il pensiero indiano e pure del nostro autore, una farsa, una recita che si ripete in continue reincarnazioni, ma "sublime". Certamente, in quanto soltanto vivendo e rivivendo è possibile compiere la trasformazione alchemica dell’essere, quando il simbolo si unisce alla cosa simbolizzata (accade nel finale del Faust di Goethe), cielo archetipale e terra fenomenologica si fondono nell’Unico.
Accade anche in questa sintetica opera esoterica, espressionista nella forma, colorata e calda, con accenti commossi e cosmici:
“Nel vasto mare / della coscienza / progrediscono i sogni / si sentono le voci di tutti gli esseri / ognuno occupa il suo spazio / ognuno patisce il suo tempo, / le lacrime diventano rubini / le grida di dolore sono angeli”
Il mare leopardiano non si estingue.
Il libro è venduto insieme all’ultimo CD inciso da Doronzo, "Settecanzoni", che l’artista regala generosamente.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Diari di Canoa Quebrada
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