Didone regina di Gaia Servadio

Chiunque sia appassionato o minimamente conoscitore delle leggende e dei miti che costituiscono i grandi poemi del passato, in questo caso l’Eneide, conosce anche il nome di Didone. La grandezza e il dolore che ne costituiscono le mille sfumature sono state raccontate da molti autori, ormai, più o meno contemporanei che fossero.

La protagonista del romanzo di Gaia Servadio, Didone regina (Frassinelli, 2017), è rappresentata in tutta la sua umana essenza. La osserviamo crescere, sbocciare in una bellezza tanto rara quanto pericolosa, per l’epoca. La vediamo cadere, dichiarare guerre, combattere con le unghie e con i denti per difendere il potere che le appartiene. Sicuramente è già leggenda, una storia che passa di bocca in bocca nei mercati cosmopoliti delle antiche civiltà, eppure è anche carne, dolore, necessità, disperazione e sangue.
La sua figura si compone di mille pezzetti diversi, tenuti insieme da un collante speciale: la parola scritta. Come ogni personaggio che si rispetti avrà le sue debolezze, i suoi punti di forza, buio e luce che si scontrano in una psicologia decisamente veritiera, composta dall’autrice del romanzo.

Assolutamente adatto a tutti gli appassionati di miti, di storie da ascoltare o leggere, e sussurrare ai propri cari prima di andare a dormire. Non si può negare che Didone regina abbia tutte le carte in regola per essere definito un romanzo di formazione: inizia tutto con tre sorelle e un veliero che si staglia contro il cielo, divorando le onde, e si concluderà con la sua morte. Diviene un viaggio negli anni e nei luoghi: l’Egitto, Cipro, il Nord d’Africa e la leggendaria Cartagine.
Una volta terminato il romanzo sarà bene che vi ricordiate che con la sua morte non è terminata alcuna storia: è nata un’eroina che arriverà a sfiorare i giorni nostri con la punta delle dita.