Dimmi ancora una parola
- Autore: Iaia Caputo
Siamo a Napoli, in una famiglia borghese nei tardi anni ’60. La protagonista della storia, narrata in terza persona, è solo una ragazzina, che vive con una madre bambina e un padre influente, ricco, potente... Assiste presto alla violenta separazione dei genitori e proprio nel clima di rottura degli equilibri familiari si affermerà la sua ribellione, tesa soprattutto alla conquista di una stabilità affettiva che si illude che gli uomini, numerosi, possano regalarle. Per tutta la vita, ci sarà l’ombra di un uomo maturo, l’amante, che per primo l’ha sedotta giovanissima, e che rappresenta il negativo del rapporto fra uomo e donna. Tutti gli incontri che la protagonista farà negli anni successivi saranno una frustrata ripetizione della sua incapacità di stabilire un rapporto di vera fiducia e parità con l’altro sesso.
Sullo sfondo della narrazione, la Napoli delle redazioni dei giornali, le fughe a Capri, il celarsi in lussuose automobili sulla collina di Posillipo, e poi la fuga al nord, con un marito tranquillo e l’assenza di desiderio di tranquillità da parte della protagonista.
Un romanzo scritto con grande capacità di dominare una materia spesso mélo, che però viene riscattata da pagine intense di riflessione sulla condizione di donne che pagano prezzi elevati all’ansia di libertà e al desiderio di affermazione professionale, che sono stati la caratteristica biografica degli scorsi decenni per molte giovani donne.
Dimmi ancora una parola
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