

Kairos
- Autore: Jenny Erpenbeck
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2024
Quella che ci racconta Jenny Erpenbeck in Kairos (Sellerio, 2024, trad. di Ada Vigliani) è una storia che ruota intorno a due fuochi che non potrebbero essere più distanti e diventano, forse proprio per questo e almeno per un breve lasso di tempo, quanto mai consonanti e complementari.
È la storia d’amore di Katharina e Hans, lei diciannove anni, lui più di cinquanta, colti in quello che è il loro momento opportuno, quel kairos che dà il titolo al romanzo e di cui l’autrice ci ricorda l’iconologia, un fanciullo con un solo ricciolo sulla fronte dal quale è possibile afferrarlo nel breve istante in cui ci si para di fronte, non appena si volta il retro della sua testa appare completamente liscio e lui, per questo, diventa inafferrabile.
Anche nella storia universale è un momento gravido di conseguenze: la vicenda inizia l’11 luglio 1986, a Berlino Est, poco prima che col crollo del muro venga meno anche l’illusione di una repubblica socialista nel cuore dell’Europa.
Dapprima è la felicità semplice e incondizionata per Katherina, la beatitudine per Hans: di questo amore clandestino la scrittrice ci narra gli incontri fugaci, gli attimi di subitanea felicità e le movenze che codificano una crescente complicità, i messaggi lasciati nei fermoposta o sulle porte di uno studio, i retropensieri anche.
Berlino diventa il palcoscenico di questo amore: attraverso lo sguardo dei protagonisti ne conosciamo gli affollati caffè, i ristoranti e i bistrò, le facciate anonime dei palazzi sui quali si contano le finestre per individuare la residenza di lei o di lui, gli interni spogli delle case e i teatri ormai abbandonati, una capitale pervasa da quel senso di disfacimento che diventa uno dei leitmotiv del romanzo.
Di Katherina l’autrice ci mostra la bellezza adolescenziale, la generosa ingenuità dei sentimenti, la curiosità per il mondo fuori – Budapest, dove va in vacanza con un’amica, Colonia, per toccare con mano il capitalismo, il Baltico per sottrarre per un attimo il suo uomo alla famiglia durante le vacanze, Francoforte sull’Oder, per il tirocinio in un teatro – lo sforzo di definirsi, anche nel tradimento.
Di Hans, invece, cogliamo soprattutto le dissonanze: intellettuale organico alla DDR, scrittore affermato che lavora anche in una radio, è attanagliato dalla percezione di una fine imminente che, a poco a poco, getta ombre sempre più fitte sulla sua relazione extraconiugale e sulle convinzioni che hanno orientato tutta una vita:
Adesso nella vita di Hans tutto è provvisorio. E potrebbe cedere, prima che lui se ne accorga. E proprio lui, innanzi tutto. Le transizioni costano fatica, talvolta più di quanto sia necessario per ambientarsi in una nuova vita. Hans, questo lo sa. Ma Katharina non ancora. In lei quel tempo nuovo non è qualcosa di compiuto, è solo una condizione simile a una pagina bianca. Condivide i suoi momenti di entusiasmo, ma il fondo torbido da cui sono nati, e gli sforzi che Hans ha dovuto fare per rimettere insieme l’essere umano dalle macerie della propria infanzia, lei non li conosce, non può conoscerli. È questo il suo vantaggio? Oppure è ciò che, oggettivamente, la separa da lui?
In quel fondo torbido c’è un’infanzia passata nella gioventù hitleriana, il rapporto con un padre nazista che aveva gettato via la sua camicia bruna e cambiato casacca al momento opportuno, ma anche la sensazione che tanti uomini siano morti invano, che le speranze riposte nel socialismo siano ormai al capolinea.
Mentre la vicenda si fa sempre più cupa, scopriamo lentamente che il piacere, per Hans, ma anche per Katherina, può originare dalla sofferenza: il loro rapporto prima esplora in modo giocoso gli anfratti della perversione, i piaceri della cinghia e del frustino, poi, tra una convivenza incerta e una luna di miele a Mosca, deborda in un amore tossico dove la manipolazione – tutta psicologica – è giocata sui sensi di colpa.
Storia di un amore segreto, sensuale e tormentato, e dello sfaldamento di un uomo e di un mondo, Kairos interseca abilmente, tra le sue pagine, molti piani narrativi diversi con un ritmo rapido, fatto di frasi brevi, spesso icastiche, dove dialoghi, descrizioni e pensieri si susseguono senza soluzione di continuità. Ne emerge un tessuto narrativo che privilegia il presente e riesce a raggiungere, per questo, anche momenti di grande intensità emotiva. La voce della narratrice accompagna il lettore in una trama che apre spesso spiragli sull’universo interiore dei protagonisti e lo sollecita con domande che impongono di proseguire nella lettura.
Oltre a una consumata abilità nella caratterizzazione dei personaggi, Jenny Erpenbeck mostra anche una profonda familiarità con la cultura tedesca degli ultimi decenni del Novecento: Kairos è un romanzo dove ricorrono tante citazioni musicali - Mozart, Chopin, Bach -, letterarie - Heine, Brecht, Eisler, Busch, Müller -, artistiche, teatrali.
Già nota al pubblico italiano grazie alla casa editrice Sellerio, con Kairos Jenny Erpenbeck si è aggiudicata l’International Booker Prize nel 2024.

Kairos
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