Disperatamente (e in ritardo cane)
- Autore: Sergio Caputo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2008
Prendiamo una popstar degli anni ’80 in declino da anni emigrata in California, aggiungiamo un promoter che trova serate improbabili ed un giornalista con il gusto dello scoop-spazzatura, condiamoli con qualche manciata di Keats e di una pornodiva, e infine mescoliamo il tutto in un’ambientazione romana.
Quello che ne viene fuori è il primo romanzo di Sergio Caputo, la popstar in questione, che alternando realtà autobiografica e fantasia, riesce a raccontare una storia divertente, al di sopra delle righe e a tratti surreale.
Max Paisani è il protagonista del racconto, che, dopo aver perso il suo passaporto è costretto a restare a Roma, sua città natale, in cui aveva mosso i primi passi verso il successo, e da cui è fuggito per rifarsi una vita in California, quando la usa popolarità cominciava a scemare.
In quel periodo di vacanza forzata si ritrova perciò a ripercorre quelle strade che aveva abbandonato anni prima, e a rincontrare frammenti di un passato sregolato ormai perduto. In California le cose non vanno bene, sia dal punto di vista sentimentale che lavorativo, perciò la permanenza di Max nella Città Eterna, diventa un pretesto per rimettere in ordine il suo mondo. In suo aiuto corrono due ambigui personaggi: “The Rain” un promoter che non ha mai visto in faccia, che gli organizza dei mini tour quando torna sporadicamente in Italia e Nick, un giornalista specializzato in gossip scandalistici, che si mette in testa di risollevare la carriera di Max coinvolgendolo in una finta relazione con una famosa pornodiva.
Max si fa trascinare da queste figure e finisce inevitabilmente travolto dagli eventi, accumulando una serie di problemi che si ritroverà ad affrontare così come ha affrontato tutta la sua vita: disperatamente, e in ritardo cane. Il tutto mentre si avvicina un’ importante serata di gala della Fondazione Jonh Keats, dove lui, dovrà essere l’improbabile ospite d’onore. Ma è proprio Keats che gli darà la chiave per aprire la porta di una nuova vita, quando ormai pensava di non averne più occasione.
Sergio Caputo ci regala un romanzo che è figlio delle sue canzoni: scanzonato, leggero, surreale, ma mai banale, riuscendo a ricalcare se stesso senza eccedere in apologie o scendere in finti pietismi.
Da leggere con un sorriso, a volte un po’ amaro, sulle labbra.
L’autore di questa recensione è uno scrittore emergente: clicca sul Suo nome per conoscerlo meglio!
Disperatamente (e in ritardo cane)
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