Divorare il cielo
- Autore: Paolo Giordano
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2018
Da poco in libreria con Einaudi, Divorare il cielo è a mio parere il più bel libro di Paolo Giordano: profondo, visionario, pieno di amore e di vendetta, picaresco. Tre giovani uomini adolescenti, tre ragazze che tengono testa ai tre, Teresa, Giuliana e Corinne e una ragazza invece, segreta dal nome evocativo, Violalibera, sono i protagonisti di Divorare il cielo.
Siamo in Puglia, a Speziale, nella masseria tenuta in vita da due lavoratori della terra e da due fedeli di Dio, Cesare e Floriana.
Il loro figlio di sangue è solo Nicola, gli altri due, Tommaso e Bern, invece sono stati dati a loro perché provengono da famiglie scompaginate, a volte inesistenti.
Teresa, che abita a Torino, non vede l’ora che arrivi l’estate per andare a Speziale col
padre, dove vive la nonna, divoratrice di libri gialli.
Appena arriva va in masseria, dove le abitudini sono libertarie e religiose insieme. Non si potrebbe definire Cesare un cattolico, ma piuttosto un uomo che usa la religione a suo piacimento. Nell’attesa di Dio, direbbe la scrittrice e filosofa Simone Weil.
I ragazzi non hanno inibizioni, si fanno il bagno nudi, si guardono, di toccano.
Questo fare tutto insieme avrà dei costi, ma lo scopriremo più avanti.
Teresa aspetta le estati fino alla maturità, poi si iscrive all’Università, ma dopo pochi mesi va a vivere stabilmente a Speziale.
Teresa è un cuore puro e pur di stare con Bern per sempre, si mette contro la famiglia. I due ragazzi vivono con Cesare e Floriana, ma il religioso uomo ha il vizio di spiare l’amore fisico dei due ragazzi
Tommaso inizia a fare il cameriere in un Relais, sempre più imbarazzato dai discorsi di Cesare in tema di religione. Tutti loro sono vegani, bio, contro i concimi chimici, quindi il lavoro nei campi è massacrante.
Nella masseria non c’è la luce elettrica, ma un generatore, non c’è l’ombra di una radio o di un televisore. Eppure siamo nel 2007 e tutto questo isolamento comincia a pesare molto. Con l’aiuto del vicino della masseria installano internet, ma viene usato poco e non certo per i social.
Quando muore la nonna di Teresa, si scopre che una parte della masseria è di Teresa. Finisce che alla masseria restano Bern e Teresa che nel frattempo si sposano. Vorrebbero un figlio che non viene, si rivolgono a un ginecologo che li spedisce a Kiev dopo che Teresa ha fatto una cura ormonale pesantissima. Neanche Kiev va bene. Nel frattempo Nicola è diventato un poliziotto, ma proprio un poliziotto viene ucciso proprio da Bern.
Questa è la parte raccontata da Teresa e poi in questo libro fiume, di quasi cinquecento pagine, c’è anche la versione di Tommaso, anche lui sposato e separato da Corinne, padre di una bimba amorevole.
Tommaso racconta di Violalibera. Lei rimase incinta senza sapere chi era il padre perché faceva l’amore con tutti e tre i fratelli, Bern, Nicola e Tommaso.
La ragazza si preparò un the con foglie di oleandro e morì, ma fu lei stessa a prepararselo o fu Floriana a darglielo? Un tremendo mistero avvolge questo punto del racconto.
Teresa intanto è rimasta completamente sola e fa il presidio alla masseria. Non ha motivi per tornare a Torino e addirittura per trovare Bern fa un viaggio in Islanda.
Ogni pagina è un’emozione in questo libro di Paolo Giordano, che è un monumento del bello scrivere e della tenuta delle tante trame che fluiscono contemporaneamente. Per quelli che ripetono che il romanzo è morto, ecco a quelli Giordano dà uno schiaffo morale. Un libro che non si dimentica.
Divorare il cielo
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Hai stravolto molte parti del libro!mi sa che hai fatto un po di confusione😕
Grazie della bella recensione Vincenzo! I mesi scorsi, per gravi motivi di famiglia, mi son persa tante letture ma con quel che hai scritto mi hai convinto! Non voglio perdermi l’ultimo libro di Paolo Giordano .
Divorare il cielo è arrivato nella mia libreria quasi per caso. Mi ero lasciata ammaliare dalle offerte, quelle dove ti iscrivi, ti regalano un libro e subito hai diritto a sconti che portano ad altri sconti. Quelle dove dovevi prendere un quaderno per gli appunti e, invece, esci dalla libreria con almeno cinque tomi nella borsa.
Divorare il cielo era tra quei romanzi in offerta. Lo ammetto, l’ho iniziato con scetticismo. E ammetto anche che mai prima impressione fu più sbagliata.
La storia ha inizio con la visita di Teresa a Tommaso, un giovane conosciuto anni prima nella masseria accanto alla casa dei suoi nonni, a Speziale. Tommaso viene interrogato, durante quella che sarà una lunga notte, per dare un senso a una storia che Teresa non conosce nella sua interezza. In particolare, vuole sapere cosa le aveva nascosto Bern, l’uomo che ama(va). Bern viveva alla masseria con Tommaso e Nicola, i suoi fratelli non di sangue, insieme a uno zio devoto alla religione e al potere della Terra. Tra Teresa e Bern nasce un amore adolescenziale, che si rafforza fino a diventare forte, insaziabile, a tratti tossico. Bern e i suoi fratelli si distaccano dalla comunità moderna, vivono di quello che la Natura offre loro e rifiutano la tecnologia. Gli anni passano, Bern e Teresa rimangono sempre più soli, eppure a loro non importa. Vedono nella possibilità di avere un bambino il tassello mancante per completare il quadro di una vita perfetta. Ma quel bambino non arriva e le cure ormonali, i tentativi falliti, le recriminazioni si fanno così pesanti da portarli a un distacco. Eppure, Teresa continua a sentirsi legata a lui, lo cerca, vuole capire. Deve ritrovarlo.
L’inizio l’ho trovato abbastanza lento, non capivo bene dove volesse andare a parare la trama. Poi, pagina dopo pagina, ho iniziato a innamorarmi dei personaggi, tanto che, a libro concluso mi sono sentita piena di dispiacere e malinconia, quasi Bern e Teresa fossero amici miei. È un libro spaventosamente triste, vi avverto. C’è sofferenza a cui si aggiunge sofferenza, a cui se ne aggiunge altra ancora. Una catasta di sofferenza, così lo definirei.
Tratta diverse tematiche difficili e lo fa con una profondità capace di toglierti il fiato. Primo tra tutti vi è l’estremismo e il bisogno di rinunciare a tutto ciò che la modernità offre. C’è poi il tema della solitudine, una solitudine beffarda, che avviluppa Teresa sia quando è con Bern, sia quando lo perde. Si esplora l’incapacità di avere un bambino e i tormenti che ne derivano, si percepisce l’odio per quella Natura che hanno sempre venerato e che sembra non riuscire a dare loro ciò che più vogliono al mondo.
Questo è un libro di quelli che, una volta terminato, lascia un vuoto e al contempo una commistione di emozioni tali da impedirti di cominciarne un altro subito dopo.
Quasi si percepisse il bisogno di scrollarsi la storia di dosso, prima.
Io ve lo consiglio.