Doppio sguardo
- Autore: Claudia Cautillo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Tempo interno e tempo esterno, vissuti personali e Storia scorrono su binari paralleli, tra ricordi soggettivi, mai uguali a sé stessi, ed eventi oggettivi, non più modificabili, registrati nelle cronache dei tempi, ma sempre fluidi nel pensiero di ciascuno.
Tante le prospettive e diversi i piani di lettura in Doppio Sguardo (Le Trame di Circe Edizioni), nuovo romanzo di Claudia Cautillo - già finalista al Premio Calvino, al Premio Giallolatino/Giallo Mondadori e vincitrice dello Scriba di Carlo Lucarelli - consegnati tuttavia dall’autrice in una dimensione di duplicità che li ingloba tutti, rendendo la storia di Rebecca - magistrato e scrittrice di mezza età in corsa verso un premio letterario per il suo romanzo autobiografico - storia di tutti.
In viaggio con la nipote Margherita verso il luogo della premiazione, Rebecca lascia scorrere frammenti del suo passato che sembrano inseguirla come i lembi di paesaggio attraverso i finestrini dell’auto, e mentre porta il lettore nelle vicende degli anni ’70, nell’adolescenza vissuta a Roma, si fa interprete delle inquietudini e delle grandi passioni della gioventù post-sessantottina.
Parallelamente la narrazione di Cautillo si fa sequenza filmica, col flashback nella Città Eterna di allora, nelle strade attraversate dall’eco dei brani dei grandi cantautori e dagli slogan dei cortei studenteschi; una città mai silente, simile ad altre d’Italia e d’Europa, ma unica nelle atmosfere, nella forza delle lotte e delle rivendicazioni, nell’eco mediatico degli eccessi. Spicca il collettivo di Via dei Volsci, più volte citato nel romanzo, come luogo di una sacralità da culto: oasi libera in cui si elaborano idee e si formano coscienze, spazio di leadership condivisa - con Rebecca in primo piano – che vanta l’autoconsapevolezza femminile come il più importante traguardo.
Lì hanno preso forma le conquiste di cui le donne delle future generazioni hanno raccolto i frutti e su cui hanno costruito le libertà dell’oggi.
Frammenti importanti di una storia sociale e individuale assieme, che la giovane Margherita ha appreso dai libri di storia, e su cui, sfogliando alcuni passi del libro della zia lungo il viaggio, emette decise e rigorose sentenze. Sì, perché è anche questa l’adolescenza: età senza mezze misure, del bianco o nero, della difesa di convinzioni e idee, in nome di una fede o semplicemente di se stessi, per marcare un territorio e tracciare i confini dell’identità ancora acerba.
Così è stato per Rebecca, così è oggi per Margherita: l’altra sé di un tempo, con tanti sogni da realizzare e battaglie da vincere. Le riflessioni della protagonista col sé attuale spostano così il racconto sul binario dell’età matura, non esente da inquietudini, conflitti o sofferenze. Il “doppio sguardo” si posa infatti sul ricordo di un sacro fuoco che ormai è solo nostalgia:
Negli ideali come nella passività, nei desideri quanto nei progetti, disprezzavamo la tiepidezza. Andavamo a fondo di tutto, non prendevamo niente alla leggera. Ogni cosa, per noi, doveva essere giustificata da una specie di ferrea necessità - sottolinea Rebecca - avevamo sete di mete da raggiungere, difficoltà da vincere, barriera da superare.
Gli ideali di un tempo, mai sconfessati, oggi fanno i conti con la nuova sé, e la distanza temporale dagli accadimenti consente al giudizio morale di far capolino, separando bene e male, responsabilità sociali e colpe soggettive. E lei, come ciascuno di noi, non è certo esente da colpe. Perché la cieca intransigenza tipica delle forti passioni ha portato a un gesto sconsiderato, di cui l’adolescente passionale non aveva previsto le drammatiche conseguenze. Il coinvolgimento in una vicenda balzata all’attenzione della cronaca nazionale oggi è un tarlo nella coscienza di Rebecca, un segreto che lei stessa non riesce ad integrare nella sua personalità:
Abbasso le palpebre sul mio segreto, è da allora che procedo nella mia vita da sola, incalzata da ogni parte dal suo fantasma.
Il rischio è infatti quello di deludere e non essere accattati, ieri come oggi. La cicatrice rimane così impressa a fuoco nell’anima della scrittrice magistrato, come un tempo i simboli delle opposte ideologie sulle identità di quei giovani del Liceo Classico Mamiani di Roma, diversi per estrazione sociale, convinzioni e atteggiamenti, ma tutti fragili nel bisogno di essere riconosciuti e contare nel mondo.
I diari di alcuni di loro, intermezzo al racconto centrale di Rebecca - soprattutto i pensieri di Selvaggia, sua amica del cuore - sono i tanti specchi attraverso i quali ogni adolescente scruta se stesso, svelando la verità dietro l’apparenza, la debolezza dietro la forza, gli altri sé impersonati nel rapporto col mondo per farsi strada.
Riuscirà mai Rebecca a perdonare sé stessa? Riusciremo noi stessi a rinascere sulle macerie dei fallimenti personali? Perché vita e morte si inseguono nella vicenda umana, sotto forma di cadute e rinascite che scandiscono la vicenda di ciò che siamo giorno dopo giorno o potremmo essere domani. Forse è questo il più grande insegnamento che l’autrice ci consegna con la sua narrazione coraggiosa e profonda, ora delicata, ora cruda. Sempre onesta e vera.
Doppio sguardo
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