Dove sono in questa storia
- Autore: Emir Kusturica
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2011
La biografia di un regista geniale ed eccentrico il quale, quando Jurij Gagarin andò nello spazio, iniziò ad andare a scuola, mentre il padre era in viaggio per affari e la madre con le lacrime agli occhi gli sussurrava che da quel giorno una nuova vita l’attendeva. Dove sono in questa storia (Feltrinelli, 2011) non è una domanda che si pone l’autore, ma è il suo desiderio di ritrovarsi nella storia di tanti.
Un’autobiografia raccolta in più anni; Emir Kusturica ha messo insieme i suoi ricordi per poter sconfiggere la dimenticanza che avrebbe cancellato, insieme alla sua, la sopravvivenza di un popolo. La storia ha insegnato che l’uomo è incline all’oblio ed ecco il significato della volontà di questo libro: quando Emir era un ragazzo ascoltava su Radio Luxembourg i Beatles e i Rolling Stones e a New York e a Londra i giovani erano in fila per i nuovi dischi di Dylan e di Springsteen. Oggi sono in fila per l’iPhone. Questo, scrive Kusturica, è l’oblio che preferisce oscurare le verità, la storia e celebrare nuovi eroi tecnologici.
“Che cosa accadrebbe se dovessimo seguire la sofferenza come fosse una cronaca ininterrotta dal centro della nostra anima, e se l’oblio non eclissasse la storia difficile della nostra vita. Come fa l’uomo a sopravvivere alle crisi storiche? Quando dopo la guerra in Bosnia, ho visto i clero nazionalisti osannati come fossero i più bravi combattenti per una Bosnia multietnica, solo perché venissero realizzati gli obiettivi strategico militari di una grande potenza, mentre le vittime di tutte le parti in causa erano meno importanti, ho accettato la verità che l’oblio è come una chiusa… dopo le vittime e le sofferenze delle guerre balcaniche e alla fine del bombardamento della Serbia, anch’io cominciai ad esercitarmi all’oblio… ed è un bene che io scriva questo libro.”
La sua era una grande famiglia, zie, zii, cugini, nonni e la sua infanzia è stata vissuta negli anni sessanta nella periferia di Sarajevo, dominante era la politica di Tito, i suoi giochi erano in strada e la scuola non lo invogliava allo studio. Il cinema, invece, lo aveva già attratto con le pellicole dei film di Charlie Chaplin e Titanic. Kusturica descrive di quando, bambino, rimase impressionato dal naufragio di quella nave gigantesca e di come si inabissasse in mare. Volle costruirne il modellino e sotto gli occhi compiaciuti del padre, di ritorno da uno dei suoi tanti viaggi, ci riuscì. Nel 1963 mosse i primi passi nella Cineteca jugoslava. Doveva scaricare due tonnellate di carbone che servivano a riscaldare il cinema ricevendo, oltre una piccola paga, la possibilità di fermarsi a guardare i film da un posto laterale della prima fila (Gli Uccelli di Hitchcock, Accadde una notte, Il giorno più lungo).
Gli anni successivi, migliorando le condizioni economiche della famiglia, Emir pieno di buona volontà e di grandi progetti realizzerà con una piccola telecamera il sogno di andare a studiare cinema all’Accademia delle Belle Arti di Praga. In Accademia vedrà realizzarsi alcuni dei suoi sogni, la possibilità di studiare ciò che più amava, il cinema, e guardare i film di Vittorio De Sica, di Federico Fellini, fonte d’ispirazione di tutta la sua cinematografia.
Gli anni di studio a Praga li ricorderà anche per avere conosciuto una splendida ragazza, Maja, con la quale condividerà la politica e la passione per il cinema. Sarà sua moglie e le dichiarerà sempre che è il più grande amore della sua vita.
“Amarcord è stato per i miei film ciò che per l’universo è stato il big bang. Le immagini e le idee di quel film sono divenuti il bacino che ha alimentato tutti i miei corsi d’acqua cinematografici. Dopo quel film tutto ciò che è avvenuto nella mia vita professionale è stato misurato su quel metro… Filari di alberi, paesaggi collinari, culi femminili, biciclette, sommità di chiese, ponti, treni, autobus… tutto ciò che non amavo nella vita: cravatte, grattacieli, fornelli, scuole, istituzioni sanitarie, tutto ciò che sentivo avere un valore: nobiltà, coraggio, storia, musica, ora lo scoprii di nuovo.“
La vita da regista ormai famoso sarà costellata di premi che lo porteranno in trionfo a Cannes, a Venezia e al di là dell’Oceano, in un crescendo di emozioni e conoscenze, pur rimanendo sempre ben saldo alle sue radici. La guerra, la divisione della Jugoslavia sarà un altro banco di prova per il nostro autore per denunciare la politica corrotta e i suoi soprusi e la sua vita non facile in un periodo che lo ha visto abusare di alcool e droga.
Dove sono in questa storia è il sorprendente racconto sincero e autentico di un uomo che, nel bene e nel male, è rimasto fedele alla propria cultura, ai propri ideali nel rispetto della sua terra e delle sue origini. È un libro che narra il film della sua vita, una vita interessante e avventurosa che non mancherà di incuriosire ed appassionare il lettore.
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