E io ci sto ancora. Rino Gaetano raccontato da un amico
- Autore: Enrico Gregori
- Genere: Storie vere
- Anno di pubblicazione: 2014
Dieci anni, sei dischi e svariate bizzarrie [caimani neri, gianne, sanremi, cani, dc-psi-pci-pri, canzoni, ufo, maschiacci libidinosi (coglioni), Aida, litri su litri di birra chiara in lattina] sono bastati a Rino Gaetano per diventare Rino Gaetano: uno dei tanti, sembrava all’epoca, dotato di voce & chitarra, e poi rimasto senza antesignani né eredi.
Un cantautore contro-corrente, un estroso, un genio (in)compreso. Un proletario refrattario all’inquadramento ideologico, un uomo libero (soprattutto un uomo libero), sognatore feroce. Verista surreale. Nell’Italia colpita da apparente benessere ("Spendi, spandi, effendi") e dalle P38, un giullare, forse. Ma di nessuna coorte, refrattario alle sirene-tormentone (già da allora) dei pistolotti partitici (non a caso: "DC, PSI, PRI, PCI…nuntereggae più"), idiosincratico verso i tic da “Jet-set”, nei confronti di luoghi e cronache (rosa e nere) comuni.
Accorato, sui generis, frainteso, scomodo, in fondo solo (“Mio fratello è figlio unico”, “Escluso il cane”). Già il suo primo long playing (“Ingresso libero”, RCA, 1974) metteva le cose in chiaro, raccontando del suo sguardo affilato-stralunato sul mondo, “politico”, seppure (in quanto) stemperato da ironia. Un’ironia graffiante e mai cattiva, così come il disincanto gaetanesco, mai fine a se stesso e neppure mai tentato dal nichilismo. Contiguo, peraltro, a un’impronta compositiva volutamente svagata, colorata, originale, che era già presa di distanza dal cantautorato classico, schierato e, per certi versi, stereotipato.
Ciò che discosta maggiormente “E io ci sto ancora. Rino Gaetano raccontato da un amico” (Giubilei Regnani, 2014) dagli altri libri pubblicati su di lui è l’impostazione narrativa: quasi un romanzo questo con cui Enrico Gregori (ex critico musicale, attualmente giornalista per il Tempo), racconta le vicende piccole e grandi del cantautore da giovane. Osservate da vicino e alla giusta distanza, attraverso la serrata rete di dialoghi (spesso in romanesco), episodi, canzoni ("spiegate", se mai le canzoni possono spiegarsi), scazzi, lazzi, incontri, mutuati dalla cronaca vera, dai sei anni volati via a tirar tardi facendo l’amico del cuore di Rino.
Altra novità rispetto alla bibliografia più canonica su Gaetano è che in “E io ci sto ancora” il suo aspetto umano si staglia nettamente, prevalendo su quello artistico, grazie anche alle interviste-testimonianze di quanti gli sono stati in diverso modo vicino - dalla sorella Anna, alla fidanzata “storica” Amelia, agli amici più cari, fino ai componenti della cover band che ne esegue dal vivo le canzoni -.
Un affresco trasversale che nulla ha di apologetico o solenne (bravissimo Gregori), ma riconduce piuttosto Rino Gaetano all’umanesimo, all’allegra malinconia, alla testardaggine, all’orgoglio, al libertarismo, alla bravura, all’unicità che – in una specie di girandola di colori, musica, stati d’animo, amori, pregi e difetti - gli sono appartenuti.
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