È tutta vita
- Autore: Fabio Volo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2015
“È tutta vita” (Mondadori, 2015) è una storia d’amore, una come tante o forse una come tutte, almeno nel suo esordio. In fondo Fabio Volo descrive quasi soltanto lui, l’amore di coppia, quello che tutti desiderano, sognano, vanno a cercare nelle poesie, nelle canzoni, nei film, ma che poi hanno tanta paura a realizzare davvero. Perché? Cosa succede a due che iniziano una relazione?
Succede che uno incontra una persona completamente diversa dalle altre, inattesa, inimmaginata, ma che incredibilmente si incastra bene con lui. Prima c’è l’idillio, poi la scoperta, poi la certezza di voler stare insieme. E fino a qui ci riusciamo tutti e siamo tutti felici. Per questo una storia così non ha nulla di speciale. Quella di Fabio Volo poi, fatta di battute, di intimità sfacciatamente sbattuta in viso al lettore in ogni dettaglio, di linguaggio così colloquiale da rasentare talvolta anche la sgrammaticatura, non ha nulla di poetico né di trascendentale, per cui sembrerebbe non essere un’opera innovativa né straordinaria. E non lo diventa nemmeno quando descrive la crisi di coppia alla nascita di un figlio.
Chiunque sia genitore può riconoscersi in ciò che l’autore descrive: l’abbrutimento che travolge i due individui trasformati, da coppia, in due operai a tempo pienissimo, addetti all’accudimento; privi di orari, di bisogni e di diritti umani e derubati della loro privacy, dei loro piaceri, dei loro sogni. E poi l’allontanamento tra uomo e donna, che diventano mamma tigre, imperante e legata in modo viscerale al neonato, contro papà spodestato, imbranato, momentaneamente incapace di riconoscersi e conquistarsi un ruolo paterno, tutto da imparare e costruire. Infine la voglia di fuggire, di dare e darsi colpe, di aggrapparsi alla nostalgia del tempo perduto.
Nulla di tutto questo è sconosciuto al lettore. Se poi quest’ultimo non ha figli, si spaventa davvero, perché la vita descritta nel romanzo è sensibilmente reale, tangibile, più che credibile.
Ma allora cos’è che fa di “È tutta vita” un romanzo presente e imperante in tutti i posti che vendono libri? La simpatia e la celebrità del suo autore, sicuramente. Ma c’è molto più di questo.
Nicola, il protagonista della storia, è un ragazzo comune, neanche poi troppo affidabile per come si mostra in certi momenti immaturo. Ma la sua vicenda normale segue un percorso di riflessione e di crescita che è tutt’altro che scontato e banale, sia per il traguardo che raggiunge, sia per l’itinerario che percorre per farlo. Nicola beve, fuma canne, cade in tentazione; si confida con un amico non proprio brillante e coltiva pensieri e atteggiamenti non esattamente lodevoli. Ma non si sente bene così. Tanto che alla fine deve arrendersi al fatto che la sola cosa che può dargli luce e via d’uscita è ciò da cui sta scappando: l’amore maturo, il valore della famiglia, il suo ruolo di padre e di marito fedele, che si completa soltanto con la sua donna.
Ed è proprio questa l’eccezionalità che emerge da questa storia che più comune non potrebbe essere: la vita. La vita coi suoi valori eterni, che trascendono il rigore bigotto della religione o il moralismo facile e falso di certe mode moderne e atee. La vita vera, quella da cui tutti fuggiamo per rifugiarci a sognarla nei cinema o che fingiamo di vivere seriamente, perché ce l’ha detto un prete o qualcun altro per lui, senza accorgerci che non la rendiamo mai davvero nostra. È la vita che racchiude in sé i valori dell’essere umano, che sono sempre quelli e che non chiedono il permesso di esistere, aspettano solo di essere scoperti. Ciascuno può seguire il suo percorso, in qualsiasi modo lo faccia. perché la vita è semplice, è quella che viviamo, con tutte le sue sorprese belle e brutte. Non c’è bisogno di cercare altrove, basta stare in casa propria e vivere, accettando che la felicità si nasconda tra le pieghe delle difficoltà, del dolore e della paura. Questo ci dice Fabio Volo: comunque sia, è tutta vita. E questo rende questo romanzo, così semplice e quotidiano, più significativo di certi altri più pretenziosi, poetici e illusori.
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E’ un libro davvero superficiale, i due personaggi del libro specialmente il protagonista sono irrealistici.Lui Nicola, infantile ed egoista è una specie di Renzo Montagnani dei nostri giorni, fissato come è dal sesso e dalla ansia di scopare e farsi le donne, l’altra della copia Sofia perlomeno usa un pò il cervello, non ci sarebbe niente di male senonchè hanno anche un figlio,le descrizioni del menage domestico (pappe,pannolini) etc. sono irrealtische, paradossali e potenzialmente offensive verso quelle coppie che questi problemi davvero li affrontano.
E’ davvero un libro autobiografico? Fabio Volo dimostra anche di non sapere conoscere le dinamiche di coppia, pensa che basta una scopata per dimenticare le offese e gli affronti che costellano la vita delle coppie con i figli? Una ultima provocazione: qual è il destino delle coppie con figli che non fanno sesso? la risposta per Fabio Volo autore/Nicola protagonista è una sola : il fallimento.
Sono la prima a trovare che certe pagine siano superficiali, ma che siano così irrealistiche non direi, e soprattutto non ci ho letto quel messaggio di fondo. La storia di Nicola e Sofia è andata così, ma non sta scritto da nessuna parte che altrimenti sarebbe stata un fallimento. In ogni modo, chi vuole la Divina Commedia, deve leggere Dante.
Perchè mi piace leggere i libri di Fabio Volo? Perchè li trovo terribilmente veri! Trovo che questo scrittore abbia l’innata capacità di raccontare, senza alcun filtro, le mille sfumature che la quotidianità porta con sè: tensioni, ansie, paure e una sana dose di egoismo. Che ci piaccia o no la realtà è esattamente questa ed attraverso i suoi libri Fabio Volo ce la sputa addosso senza molti fronzoli e probabilmente è per questo che alcuni lettori possono esserne infastiditi. Non è facile per nessuno ammettere di aver pensato almeno una volta al corpo di una donna che non sia quella amata o dichiarare di voler scappare via lontano dallo stress, dalla famiglia e dal lavoro; non è facile guardarsi dentro ed ammettere a sè stessi di provare semplicemente PAURA.
Il protagonista, Nicola, ci travolge con i suoi flussi di pensiero, esprimendo la confusione in cui la nuova vita di coppia ed in particolare l’arrivo di un figlio, lo catapultano.
Forse ciò che stona leggermente è il finale, nel quale probabilmente la maggior parte delle persone che hanno vissuto sulla loro pelle queste sensazioni non si riconoscono. Personalmente amo definirmi un’inguaribile romantica, perciò non posso che apprezzare sempre e comunque i lieti fine, anche se possono apparire scontati e poco originali.