Ercole Consalvi Memorie
- Autore: Roberto Regoli
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Non era nemmeno sacerdote il romano Ercole Consalvi (1757-1824), ma venne elevato alla porpora cardinalizia nel 1800 e svolse uno dei ruoli diplomatici più delicati al servizio dello Stato Pontificio, nel non facile confronto con Napoleone e con i potenti della Restaurazione, alla caduta dell’Empereur.
Lo stesso Bonaparte, che nel 1810 l’aveva giudicato un “gran politico”, privo di “pregiudizi teologici”, osservò incontrandolo quattro anni dopo, che non voleva ostentare d’essere un prete, ma lo era più degli altri.
Le Edizioni il Prato di Saonara, Padova, hanno pubblicato a gennaio Ercole Consalvi Memorie (2024, collana Arte, 456 pagine) a cura del prof. Roberto Regoli, ordinario presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma.
Più di un libro, un documento. Una pubblicazione recente, un volume ampio, corposo, riservato indubbiamente agli studiosi, agli addetti ai lavori e a quella parte del pubblico datato di grande curiosità intellettuale e in possesso di più di una cognizione storica. Si tratta di un’oggettiva rarità: la prima edizione delle memorie, nel bicentenario della morte del prelato ottocentesco, opo quella incompleta curata da mons. Mario Nasalli Rocca nel 1950, parzialmente ripresa e integrata da Lajos Pásztor.
Ad oltre due secoli dagli eventi commentati, le considerazioni di Consalvi, due volte segretario di Stato di Papa Pio VII, rendono plasticamente il passaggio del Papato “dalla prima alla seconda modernità”.
La Chiesa e la nuova società generata dalla Rivoluzione francese cominciano a interagire in maniera consapevole. Le decisioni prese allora dai vertici romani indirizzeranno il cattolicesimo verso scelte delicate nei due secoli successivi: la tolleranza per gli altri culti, la concezione di uno Stato non confessionale, la piena partecipazione dei cattolici alla vita sociale e politica dei propri Paesi. È anche il tempo in cui, con la Restaurazione:
“il cattolicesimo si incontra e si allea con la nuova cultura romantica”
Quest’ultima lievitata nell’epoca napoleonica. E questo rende il sentimento religioso uno dei cardini delle nuove concezioni di vita.
È l’edizione completa, unica e integrale, in lingua italiana (ottocentesca e ricca di echi romani), di tutti i testi delle singole parti delle Memorie, scritte segretamente mentre Consalvi era prigioniero di Napoleone in Francia, tra la fine del 1810 e del 1812. Sostituisce la versione francese, unico testo di riferimento per decenni. Lo era ancora nel 1950 e nel 1965 Pásztor riprendeva, sempre nella lingua d’Oltralpe, le note sul conclave di Venezia del 1799-1800. “Finalmente”, l’integrità dei testi autentici è unificata in un solo volume, la cui pubblicazione è stata incoraggiata e sostenuta della Segreteria di Stato vaticana. La prefazione è a cura del segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, mons. Paul Richard Gallagher, che ha tenuto a valorizzare e riproporre al grande pubblico la figura del cardinale e diplomatico nel secondo centenario dalla morte.
Un dipinto di sir Thomas Lawrence del 1819 riprende Consalvi a figura intera, seduto, in veste cardinalizia, sottolineando il volto affilato, l’ampia fronte stempiata, i capelli bianchi sotto lo zuccotto porpora. Da quell’opera del pittore di corte inglese, è stato ricavato il ritratto del cardinale conservato nella National Gallery of Victoria di Melbourne, unica immagine a corredo di questo volume.
Il 10 febbraio 1798, le truppe francesi del generale Berthier entrarono a Roma. Un’invasione incruenta, che avviò la breve esperienza della Repubblica giacobina capitolina. Ercole, quarantenne assessore alle armi pontificie, venne arrestato e recluso per settimane a Castel Sant’Angelo. La deportazione alla Caienna fu commutata nell’espulsione dai territori dell’ex Stato della Chiesa. Consalvi era un prelato in carriera, non reverendo, non ancora diacono. Sarà eretto cardinale segretario di Stato nel 1800, mai ordinato prete, fermandosi al diaconato (ne avrebbe fatto a meno, ma dovette piegarsi al desiderio di papa Pio VII). Era comunque molto osservante, si raccoglieva in preghiera da solo nelle cappelle pontificie o in qualche chiesa, praticava il digiuno e si confessava.
Posto ai vertici del cattolicesimo “nel passaggio cruento di un cambio d’epoca”, trattava senza remissività con i grandi del tempo, da Napoleone a Metternich, da Talleyrand a Castlereagh. Riuscì a far rientrare il Papato nella grande storia, rilanciando il cattolicesimo dopo un lungo periodo d’incapacità della Santa Sede d’incidere sulle dinamiche internazionali, dalla pace di Vestfalia del 1648.
In esilio, aveva raggiunto prima Napoli, poi Livorno, riuscendo a incontrare nei pressi di Firenze Pio VI, deportato da Roma (sarà trasferito nel marzo 1799 a Valence, nel Delfinato). Nell’occasione, il pontefice gli ordinò di raggiungere a Venezia i cardinali rifugiati sotto la protezione austriaca. Morto il papa ad agosto, Consalvi fu attivo nel conclave, aperto nella città lagunare il 30 novembre 1799. Riuscì a risolvere uno stallo prolungato e a mediare l’elezione di Pio VII, al secolo il benedettino cesenate Barnaba Chiaramonti, già vescovo di Tivoli e di Imola.
Fu l’inizio della grande ascesa del Consalvi.
Roberto Regoli (Roma 1975), insegna storia contemporanea nella Gregoriana, vi dirige il Dipartimento di storia della Chiesa e la rivista “Archivium Historiae Pontificiae”. Si occupa in particolare di storia del Papato, della Curia romana e della diplomazia pontificia dal 1800 ad oggi. Negli studi si sofferma soprattutto sull’epoca napoleonica, sulla Restaurazione e sul ventennio cruciale. Un primo libro sul cardinale risale al 2006.
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