Chi è Erminia? Una principessa pagana, segretamente innamorata di Tancredi, che prima la ottiene come prigioniera di guerra e poi decide di liberarla. Ciononostante, come ogni donna innamorata, assiste dall’alto delle mura di Gerusalemme al duello tra il pagano Argante e il suo Tancredi, rimasto ferito. Pertanto, di notte indossa le armi di Clorinda per non farsi riconoscere mentre tenta di raggiungere Tancredi nell’accampamento cristiano.
Il travestimento non è solo un espediente romanzesco, è il mezzo che dà a Erminia la sicurezza di una falsa identità. Quella di Clorinda che combatte con la forza e la perizia di un uomo. Erminia, invece, è una donna diversa la cui emotività è focalizzata su un amore impossibile.
Purtroppo viene sorpresa da una pattuglia di crociati in ricognizione. La fuga è inevitabile. Durante questa fuga scomposta e senza una meta precisa, si imbatte in un insediamento di pastori da cui il celebre episodio Erminia tra i pastori nel Canto VII della Gerusalemme liberata.
La struttura dell’episodio
L’episodio si articola in tre segmenti:
1. Fuga
2. Incontro con i pastori
3. Descrizione della vita nell’ambiente pastorale.
Vediamo ora i singoli punti.
- Fuga: Erminia è una fanciulla timorosa e smarrita. Si lascia condurre senza meta dal suo cavallo al galoppo. Non governa le briglie, terrorizzata. Suo malgrado semina i suoi inseguitori, tra cui, ironia della sorte, Tancredi, che la crede Clorinda. Al tramonto si addormenta presso le rive del Giordano e si risveglia in un locus amoenus, dove sembra ritrovare la serenità.
- Incontro con i pastori: precisiamo subito che questo segmento presenta una doppia chiave di lettura. Da un lato è una pausa rispetto alla guerra. Dall’altro ha una funzione simbolica precisa. Perché? I pastori vivono in un’oasi di pace, frugali e semplici i loro costumi, sono vicini a uno stato di natura. Di conseguenza - è questa l’ipotesi interpretativa più accreditata - la fuga di Erminia in un luogo fuori dalla storia sottende la polemica anticortigiana del Tasso.
- Descrizione della vita nell’ambiente pastorale: più che descrizione compare un sommario riassuntivo di carattere iterativo. Una vita quieta scandita da gesti quotidiani come guidare le greggi al pascolo e riportarle all’ovile o mungere le capre.
Una proposta interpretativa
In questo mondo astorico viene espresso il rapporto conflittuale tra il poeta e la corte di Ferrara, luogo da desiderare perché fonte di protezione e di riconoscimento artistico e luogo da fuggire perché falso e ipocrita, almeno agli occhi del Tasso.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’episodio di Erminia tra i pastori nella Gerusalemme liberata di Tasso
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