Eventi
- Autore: Matteo Collura
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Longanesi
La fondamentale disposizione a leggere la realtà è sapientemente messa a fuoco in Eventi (Longanesi, 1999): un libro dove Matteo Collura ci consegna aspetti salienti del nostro Novecento.
Gli accadimenti si sviluppano dall’assassinio di re Umberto (29 luglio 1900), per mano dell’anarchico Gaetano Bresci, (la sua “morte misteriosa”, in una cella del penitenziario di Santo Stefano, apriva un secolo che di misteri ne avrebbe avuti tanti), al dirompente fenomeno di Tangentopoli(1992-94), legato al nome del molisano Antonio Di Pietro (un personaggio che sembra uscito dalla fantasia di uno scrittore di gialli all’italiana).
Collura, di quadro in quadro, si cala nello sfacelo lasciato a Messina dal terremoto; dalla vittoria mutilata della Grande Guerra giunge alla marcia su Roma; scende nel fatto oscuro del bandito Giuliano; passa in rassegna lo spettacolo televisivo "Lascia o raddoppia?", la proiezione, sugli schermi cinematografici, del film La dolce vita, il pontificato di Papa Giovanni, e giunge al brutale assassinio di Falcone e Borsellino. Nel capitolo "Pasolini, così muore un poeta" spicca la preziosa ricostruzione della fisionomia del personaggio:
Era quell’uomo, lo scrittore che con i suoi romanzi aveva mostrato le trasformazioni antropologiche di una società che il consumismo aveva già condannato a un’omologazione cieca e irreligiosa…
Il resoconto è dettagliato con testimonianze di Alberto Moravia, di uno dei biografi di Pasolini, Schwartz, che ha ricostruito la sera del delitto, di Enzo Siciliano, di Oriana Fallaci. Il racconto sulla morte di Pasolini ha il senso del giallo: lascia problemi irrisolti, dubbi e altri indizi che gli investigatori, come sembra, non hanno voluto prendere in considerazione.
Ecco la riflessione, più politica che tecnico-professionale, del medico legale Faustino Durante, il quale, incaricato dalla madre, dopo l’attenta osservazione del cadavere, disse:
Sono arrivato alla conclusione che diverse persone hanno ucciso Pasolini, non solo studiando le ferite alla testa del cadavere, ma anche grazie al mio modo di pensare… Ho collocato questo caso in un ambito politico, culturale, nel momento di lotta della società italiana contro una certa cultura: il fascismo che è ritornato da poco, che sta attaccando la cultura della sinistra – poiché la cultura è stata, almeno fino a questo momento, soltanto della sinistra – per questo non penso non solo a Pelosi, ma a più persone...
Scrive Matteo Collura:
Era, l’uomo che con definitivo scandalo se ne andava, colui il quale aveva scritto: Io so. Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato ‘golpe’ […] Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna […] Io so i nomi del ‘vertice’ che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori del ‘golpe’, sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi […] Io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l’altra hanno dato le disposizioni […] Io so. Ma non ho le prove. Ma non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente fatto politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero...
Pasolini aveva già scritto sugli illeciti, sugli intrallazzi con i petrolieri e sulla connivenza con la mafia. L’elenco “morale” dei reati commessi, specie negli ultimi dieci anni, era interminabile. L’intellettuale, dunque: il testimone costante delle contraddizioni e il dire sempre la verità come aveva affermato Moravia nel corso della commemorazione a Campo dei Fiori. Dal delitto Pasolini all’affaire Moro breve il passo.
E con la tragedia umana e politica del misfatto sull’uomo inizierà il declino della Democrazia Cristiana. Il senso di queste pagine nasce da una concezione totale della storia, aperta alla ricognizione di sentimenti e di comportamenti collettivi da cui emergono pregi e difetti degli italiani.
Vi si trova l’intima vocazione di chi vuole fare parlare anche gli uomini comuni sui vari aspetti della quotidianità, quali la guerra e lo sport, il cinema e la politica, le calamità naturali e le libertà civili. In tutto questo è il tono del giornalista compiuto e dello scrittore di razza che ha l’energia di calamitare l’interesse del lettore sugli eventi selezionati.
Collura utilizza i dati della cronaca, le pagine di famosi scrittori, gli articoli degli inviati speciali del tempo e li organizza come se egli avesse assistito ai fatti raccontati.
La strategia compositiva affidata alla presenza è illuminante: provoca un forte senso di attualità e contribuisce a fissarne lo spessore civile di cui resta un’interpretazione sottilmente discreta, condotta senza alcuna irritante altezzosità.
Questa non è una storia, annota Montanelli sul retro della copertina:
è un racconto quale prima di tutto e soprattutto dev’essere una vera storia.
Nel rapporto fra socio-storia e affabulazione, lo scrittore agrigentino ha voluto indicare un cammino, un metodo dove l’ampiezza e la consapevolezza culturale, la trasparenza stilistica e l’organicità della visione sono specifiche misure per la comprensione del reale.
Eventi. Il novecento italiano raccontato con l’immediatezza della cronaca e il fascino del romanzo.
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