Exchange Place, Belfast di Ciaran Carson

Una lettura che incanta per “la musica delle parole”, da centellinare lentamente, con in sottofondo il tema di Maigret e tra bevute di assenzio e Pernod citazioni di grandi autori, Joyce, Benjamin, Cocteau, Freud, Orwell, Glenn Gould, Hoffmann, Montaigne, Shakespeare. Un romanzo sorprendente, tra realtà e immaginazione: un’opera sul doppio, tra Belfast e Parigi, due narrazioni in un mondo del sapere universale. Exchange Place, Belfast (Del Vecchio, 2013, trad. Eleonora Ottaviani) “è una fuga, uno spartito da suonare” scrive Eleonora Ottaviani, traduttrice del romanzo, nella sua postfazione al libro, “come Glenn Gould, Carson esegue una forma narrativa contrappuntistica e polifonica”. Poeta, narratore, traduttore ed esperto di musica irlandese, Ciaran Carson nacque a Belfast dove frequentò la Queen’s University ed ebbe come docente Seamus Heaney. È riconosciuto come uno dei maggiori intellettuali irlandesi, ha ricevuto numerosi riconoscimenti e ha ricoperto diverse cariche tra le quali quella di Direttore del Seamus Heaney Centre for Poetry presso la Queen’s University. Tradusse egregiamente l’Inferno di Dante, e aveva ammirazione per il nostro Italo Calvino.

Scrive Enrico Terrinoni in Irlanda. Un romanzo incompiuto che Exchange Place, Belfast è un classico di oggi:

"Nel libro le ombre, fantasmi di una memoria regina dell’incertezza, sono affidate a taccuini smarriti, riposti in ordine confuso".

Memoria e percezione raccontate attraverso un mistero e le vite parallele, “identità perse”, dei due protagonisti. In due posti lontani e stranamente vicini, si intrecciano i racconti, in prima e terza persona, di John Kilfeather e John Kilpatrick; Belfast con nell’aria l’eco di un attentato e Parigi con l’incanto delle sue strade e dei suoi edifici. Entrambi amano vestirsi con abiti eleganti ed entrambi hanno un amico scomparso da un po’. Kilfeather, a Belfast, si interroga su un taccuino scomparso con all’interno elenchi di parole. I taccuini erano sparsi sulla scrivania e di tanto in tanto li scartabellava e li consultava.

Ognuno di loro custodiva il resoconto di un viaggio che iniziava senza sapere dove fosse diretto. John Kilpatrick ama osservare le persone e con indosso uno dei suoi affezionati fazzoletti da taschino, è alla ricerca di vestiti vintage lungo il Boulevard de Bonne Nouvelle a Parigi con in mano un romanzo di Patrick Modiano, lo scrittore di Villa Triste. È un autore di libri di viaggio, di guide turistiche e si trova a Parigi per delle ricerche sulle Gallerie coperte parigine e medita di voler citare nel suo articolo Walter Benjamin, Passages. Entrambi, John Kilfeather e John Kilpatrick, sembrano vivere la stessa vita.

“Esiste un mondo dove un uomo segue la strada che, nell’altro mondo, il suo sosia non ha preso. La sua esistenza si sdoppia, un globo per ognuna; essa si biforca una seconda, una terza volta, migliaia di volte... Tutto ciò che si sarebbe potuto essere in questo mondo, lo si è in un altro.”

Il lettore sarà attratto tra i mondi di finzione, corrispondenze, analogie dei due protagonisti che cercheranno di risolvere più di un mistero in Exchange Place, dove le regole non varranno. Un tema antico è il doppio, e l’autore ne ha sempre subito fascino e interesse. La politica dell’identità, i suoi confini culturali, sociali, e le espressioni del dissenso sono per Ciaran Carson fondamentali in un processo di apparenze che ingannano e di identità che possono svanire, come lui stesso ha voluto narrare. Immaginare essere qualcun altro, vedere il mondo attraverso gli occhi di un altro; si ha bisogno di tanto in tanto di mettersi nei panni di un altro?

“Durante il cammino della nostra vita cambiamo, passo dopo passo, perché veniamo irrevocabilmente attratti dal nostro destino e modificati dallo sguardo degli altri. Intravediamo nella folla un volto che crediamo di avere già visto, deja vu, e quell’apparizione ci cambia.”

Sotto le vesti di un thriller, di un romanzo di spionaggio Exchange Place, Belfast è uno straordinario viaggio attraverso gli occhi di un altro alla scoperta, alla fine, di se stessi.