Faccio salti altissimi di Iacopo Melio

“Libertà e uguaglianza”, “Giustizia e dignità”, queste sono le forti parole che Iacopo Melio urla senza stancarsi mai: ogni giorno, infatti, è la voce di chi non ce l’ha o di chi ha perso la forza di urlare la propria sconfitta.

In Faccio salti altissimi (Mondadori, 2018) lo fa con stile pulito e intelligente, come un buon giornalista qual è saprebbe fare. Oltre a essere giornalista, con animo attivista, Iacopo Melio è anche un sovversivo (se vogliamo, in altre parole potremmo definirlo persino un rompiscatole).

Lo è diventato poco dopo aver realizzato come sarebbe stata la vita di un ragazzo con la sindrome di Escobar, qual è. La sindrome di Escobar è una malattia genetica rarissima, con scarsa bibliografia scientifica e con numerosi sintomi ancora da classificare. Prevale, fra i tanti, quello dell’umorismo: Icopo Melio, infatti, complice un’abile capacità di scrittura, combatte con tastiera in pugno, dalla sua pagina Facebook, i pregiudizi e i numerosi luoghi comuni del nostro Paese. Prende a pesci in faccia, ad esempio, i furbi che parcheggiano nei posti riservati ai disabili, ritenendoli favoritismi superflui; ma combatte anche chi dubita fortemente che un adolescente in carrozzina possa innamorarsi e avere una fidanzata, chi è convinto che la carrozzina debba essere usata soltanto nella propria abitazione.

Con questo spirito ha fondato, nel 2015, la sua ONLUS, in continua crescita, dal nome sognante #vorreiprendereiltreno, che ha come valori fondanti l’abbattimento delle barriere architettoniche e delle barriere mentali nei confronti delle persone inabili. Faccio salti altissimi è autoironia, ottima scrittura e tanto cuore. È un libro che protegge la libertà di essere se stessi, liberi e uguali. È anche la commovente storia di un ragazzo che si è sempre rialzato a tal punto da poter fare salti altissimi.