

Fate finta che non ci sono
- Autore: Gaetano Amoruso
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
A maggio 2024 andai al Salone del Libro e uno stand attirò la mia attenzione, quello della casa editrice GAE. Della stessa sapevo che aveva pubblicato l’opera omnia di Brunella Gasperini, scrittrice non grandissima ma amatissima dalle lettrici degli anni Settanta. La signora dello stand, gentilissima, mi donò un libretto dal titolo Fate finta che non ci sono di Gaetano Amoruso, autore a me sconosciuto. Ho lasciato riposare il volume per alcuni mesi, ma pochi giorni fa mi sono decisa a leggerlo. Bello: non c’è altra parola per definirlo.
Il breve romanzo racconta la storia di due colleghi di lavoro con ideali simili, che si chiamano fuori dal coro degli integrati e degli apatici (non gli apocalittici). Lele e zio Andreas si raccontano tutto, hanno problemi affini e amano la semplicità, e questo aspetto è ben documentato nei brevi capitoli che raccontano episodi della vita quotidiana o riflessioni sull’amore e sull’amicizia. Interessante, ad esempio, il tema della pecora nera, considerata cattiva perché diversa e pericolosa dalle pecore bianche che alla fine sono le persone che non pensano da sole, ma sono inerti come se non fossero vive.
Una caratteristica che mi ha fatto riflettere del testo è la presenza di pagine scritte in corsivo che contengono miti e poesie dell’antica Grecia, i quali riflettono lo stato d’animo dei due amici e vengono addirittura reinterpretati. Un esempio è Sisifo , condannato dal fato a trasportare un macigno senza però avere la possibilità di fermarsi. Amoroso interpreta il mito in altro modo: Sisifo ha violato il segreto degli dei e ha capito che il mondo è dell’uomo, ed è dunque felice di portare il proprio macigno. Nemmeno il sapere rende felici se non si riesce ad amare.
Quello che è importante è l’amore, che sia verso una donna o che sia verso un ideale, perché esso è ciò che ci crea mentre l’odio ci distrugge. Come l’amore per gli animali, che si accontentano di quello che sono rispetto a noi che ci crediamo superiori.
Interessante è anche il linguaggio musicale trasfigurato in quello letterario, con la canzone dei Tinturia reinterpretata da Lele e zio Andreas.
Andreas si allontanerà definitivamente ma l’amico Lele lo ricorderà per sempre come colui che gli ha insegnato a vivere. La morte li ha divisi, anche se un giorno si riuniranno e si riconosceranno.
Il libro termina come era iniziato: con l’immagine dell’isola e degli uomini che la rappresentano oltre che della passione che mettono nelle cose che fanno. Anche scrivere un libro è un atto di passione e di amore verso gli altri.
Fate finta che non ci sono di Gaetano Amoruso è in sostanza un buon libro e una felice sorpresa che ebbi in un ridente maggio. Consigliato a chi vuole riflettere sull’amore senza tante teorie filosofiche.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Fate finta che non ci sono
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