Fato e furia
- Autore: Lauren Groff
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2016
Quella fra Lotto e Mathilde non è una storia comune, e il loro un amore come tanti. Lo intuiamo fin da subito attraverso i segnali che l’autrice Lauren Groff semina fra le pagine di vita quotidiana: rimandi, particolari lasciati cadere con disattenzione, quasi fossero privi di significato. Intuiamo che qualcosa non funziona, ma non ce ne preoccupiamo, perché arrivano continue rassicurazioni dalle dimostrazioni che Lotto e Mathilde si dedicano continuamente, forse troppo. E anche a questo non facciamo caso.
Si conoscono giovanissimi durante una festa universitaria, entrambi di una invidiabile bellezza. Lotto è un aspirante attore. Alto, magro, sfuggente, corteggiatissimo, pronto a ereditare una fortuna. Di Mathilde conosciamo poco. Bionda, eterea, comparsa all’improvviso sulla strada di Lotto quasi non avesse un passato. Lo avvicina con un drink in mano e lui, che fino a quell’istante aveva goduto di rapporti veloci che mai avevano lasciato spazio a una seconda occasione, la conosce, perde la testa e la sposa.
Antoinette, la madre di Lotto, avrebbe preferito per lui una compagna migliore, di buona famiglia, da presentare agli eventi importanti ai quali suo figlio avrebbe di certo partecipato, e visto che non sembra esserci nessuna proposta in grado di liberarlo dalle mani di Mathilde, decide di chiudere loro le porte e lasciarli vivere in povertà. A loro questo non importa perché sanno nutrirsi comunque, quasi assaporassero, masticassero e mandassero giù l’uno la carne dell’altro.
“Lotto aveva imparato quanto fosse precaria la vita. Le persone ti potevano essere sottratte da una matematica perfida e repentina. E visto che la morte ti poteva piombare in qualunque momento, si doveva vivere!”
E allora feste, alcol fino al mattino, i soliti amici di sempre, che si passano i partner vicendevolmente nella stanzetta della casa sulla spiaggia che Lotto e Mathilde non sanno come pagare. Adorano Lotto, lo cercano, e al contempo sono portatori insani di sentimenti controversi per Mathilde, colpevole di averlo sottratto al gruppo e trasformato in una forma di vita che ha occhi soltanto per lei. Forse perché gli amici hanno un punto di vista privilegiato, un po’ come le madri.
Lotto va alla ricerca dell’affermazione, gli basterebbe anche soltanto una parte in un film, che nessuno gli offre. Mathilde accantona la sua carriera di artista e il suo lavoro in una galleria d’arte soltanto per lui, per accudirlo e soddisfare tutti i suoi bisogni, permettergli di inseguire il suo destino.
Lotto è il fato, un predestinato. Tutto e tutti attorno a lui sono certi della strada che farà, della vita che condurrà, del suo successo professionale e familiare che non potrà certamente mancare. Non fanno che ripeterglielo, lui ci crede fino ad agguantarlo. Si afferma, ma come sceneggiatore.
Mathilde veglia su tutto il processo di creazione, fino alla rappresentazione a teatro di ogni sua nuova piece. Ma la consacrazione non basta.
“La vita non val la pena di essere vissuta a meno di non essere giovani e circondati da altri giovani nel freddo di un bel giardino odoroso di terra e fiori e foglie cadute, illuminato da luminarie natalizie e con il rumore sommesso della città nell’ultima bella serata dell’anno in sottofondo”.
Ventiquattro anni di matrimonio. Lotto si vede invecchiare allo specchio, la pelle cadente e nessun successo potrà mai restituirgli il fascino dei suoi anni giovanili. Un lungo periodo di malinconia, scandito da sceneggiature fatte a pezzetti dalla critica. Si domanda cosa stia succedendo, perché nulla è come prima, perché nel letto si volta dall’altra parte e non la cerca.
A metà del romanzo il punto di vista cambia. È il momento di Mathilde, la furia. L’impressione che si ha è quella di aver nuotato per duecento pagine in superficie. Adesso è tempo di affondare nella vita di Mathilde, nel suo terribile passato, che spiega quel presente apparentemente apersonale, al servizio di Lotto, e la proietta in un futuro senza di lui, dove l’unica cosa che conta è la vendetta.
“Fato e furia” è una storia piena di sentimenti pericolosi e Lauren Groff la restituisce al lettore a gocce di veleno attraverso una scrittura alla quale, oltre che il compito di narrare, riesce a conferire il potere del vento, della tempesta e dei cicloni. Un plauso va sicuramente anche a Tommaso Pincio, che si è occupato della traduzione.
“La conosceva; le cose che non sapeva di lei avrebbero affondato un transatlantico; la conosceva”.
Le cose che Lotto non ha mai conosciuto di lei non erano bugie. Mathilde non gli ha mai mentito. Semplicemente, fino ad allora, non ne aveva mai parlato con nessuno. Altrimenti avrebbe rovinato tutto.
Fato e furia
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