Felice all’infinito di Elena Mearini

Felice è il protagonista di Felice all’infinito , un ragazzo di 12 anni che passa buona parte del tempo a scrutare il cielo, a confidarsi con la Stella Polare, a cercare l’infinito. Frequenta la scuola media ed è carne da macello per i bulli della sua classe. I ragazzi lo bollano con l’appellativo di “alieno”, oltre a prenderlo in giro, a sottoporlo a una serie di scherzi crudeli. Sarebbe una vita grama se non fosse per Serena e per quel mare che esce dai suoi occhi.
Serena è l’unica, tra i compagni di scuola, a capirlo, a intuire che quel ragazzino solitario ha qualcosa di speciale dentro di sé.

Felice vive con la mamma e la nonna, papà non c’è più. Una mancanza che si sente. Sua nonna lo riempie di attenzioni, soprattutto dal punto di vista culinario. Un giorno Felice, al ritorno da una festa che si trasforma nella solita caccia all’alieno, pensa, come d’istinto, che stare dietro ai fornelli potrebbe renderlo felice. E potrebbe rendere felici anche gli altri. Di punto in bianco prepara così una ciambella, a modo suo ed è squisita. Alla festa di compleanno di Serena arriva con dei manicaretti, messi insieme con cura e amore. I soliti bulli cercano di rovinare tutto, ma questa volta Felice reagisce. Per poi finire al centro dell’attenzione, non solo di Serena. Perché i suoi piatti sono straordinariamente ricchi di sapore, originali, gustosi e stuzzicanti.
Anche la professoressa di matematica gradisce, tanto da invitarlo all’inaugurazione del ristorante appena aperto dal marito, dove sarà il protagonista con la sua cucina creativa. Sarà un successo straordinario. E come in una reazione a catena, Felice finirà sugli schermi televisivi di un reality show. Una rivincita che gli offrirà la possibilità di una vita finalmente diversa, degna di essere vissuta, lontana dai bulli, più vicina all’infinito.

Elena Mearini, con il suo Felice all’infinito (Giulio Perrone Editore, 2018), tratteggia una favola moderna attraverso una scrittura morbida, semplice, scorrevole: lo stile è quello che si può ritrovare nei libri destinati ai bambini. Il lieto fine non poteva mancare: come in ogni favola che si rispetti, il protagonista vince sui cattivi fino a trovare una propria dimensione. È l’amore che vince sull’odio ed è giusto che sia così. La scrittrice milanese, al netto di qualche passaggio forse un po’ troppo zuccheroso, vince su tutta la linea, grazie anche alle illustrazioni inserite tra le pagine del volume, curate dal bravo Simone Pace, che impreziosiscono un romanzo colorato come un acquerello.