Figure di donne
- Autore: Lou Andreas-Salomé
- Genere: Psicologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Iperborea
Le figure femminili nei sei drammi familiari di Ibsen - Lou Andreas-Salomé è l’unica donna che, a quanto ne sappiamo, è stata chiesta in sposa da Nietzsche. Bella, colta e intelligente, in quest’opera approfondì le psicologie di sei personaggi femminili tratti dai drammi di Ibsen, rielaborando i dati delle storie originarie, ma traendone delle linee generali di sviluppo che poi lei utilizzò per indicare un sentiero virtuale: quello dell’emancipazione femminile.
Le sei analisi sono precedute da una favola in cui l’anitra selvatica, figura metaforica che rappresenta la donna, vive rinchiusa in una soffitta: l’anelito alla fuga attraverso la finestra sarà l’asse portante di tutta l’analisi della Salomè, spesso critica nei confronti delle altre rappresentanti del suo stesso sesso, così poco dotate di autoconsapevolezza e senso di sè. La scrittrice non offre soluzioni preconfezionate: il suo è solo un invito a prendere atto di quanta Verità ci sia nei rapporti che le donne intrattengono con gli oggetti del loro amore, sentimento spesso travisato, deformato dalle mura delle “case di bambola”, e che spesso le costringe a qualche tipo di sacrificio.
Donne che soccombono, dunque, indipendentemente dai loro caratteri, diversissimi tra loro, perché comunque si tratta di personalità in evoluzione: ogni personaggio combatte contro una sua mancanza, sia essa l’eccessiva immaginazione, un’eccessiva introspezione, un carattere troppo impulsivo e selvaggio.
Il personaggio successivo riprende dal punto di evoluzione già raggiunto per andare ancora un po’ più in là, acquisendo dominio su di sé, coraggio, autoconsapevolezza o una visione più chiara dei propri rapporti col mondo circostante. Ogni personaggio è un passo in più verso la libertà, intesa più in senso interiore che materiale. Non è un’evoluzione costante: ci sono errori, ripensamenti, rallentamenti, fughe negli antichi vincoli delle esteriori forme borghesi, ma il bersaglio si delinea pian piano nel passaggio da una donna all’altra: la libertà non è solo una finestra aperta in soffitta. Nora, Rebekka, Ellisa, Bolette, Hedda, ma anche i personaggi maschili, pian piano capiscono che
“anche l’anelito alla libertà porta alla malattia e alla paralisi, se si ferma alla negazione, senza ricavare da sé nuovi doveri e una volontaria responsabilità".
Un lavoro costante su di sé è l’unica strada per la libertà in una tensione continua che, anche se il bersaglio non verrà mai raggiunto, aiuterà a capire meglio se stessi.
Figure di donne. Le figure femminili nei sei drammi familiari di Ibsen
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