Fiori nella neve
- Autore: Alberto Camerra
Alberto Camerra nasce a Limbiate, in provincia di Monza Brianza. Autore di numerosi racconti presenti in rete, pubblica anche su due antologie. Partecipa a diversi concorsi letterari ricevendo vari riconoscimenti e conquista una menzione d’onore a Valeggio Futura.
Alberto Camerra ci presenta personalmente il suo primo romanzo "Fiori nella Neve", pubblicato con l’editore Boopen, oggi Photocity Edizioni.
- Alberto, come nasce l’idea per il tuo romanzo?
"Fiori nella Neve" nasce dopo una lunga passeggiata, il giorno di Santo Stefano, in un sentiero di campagna immerso nel manto candido della neve. Inizialmente si trattava di un racconto breve postato in rete. Poi è scattato qualcosa... il desiderio di sviluppare, grazie a questo testo, alcune passioni che mi porto dietro da anni.
- Quali sono le passioni a cui fai riferimento?
La prima è quella di cimentarmi nella scrittura di un intero romanzo. Pur avendo scritto molti soggetti, sin da quando ho iniziato a tenere in mano una penna, non mi ero ancora misurato nella stesura di un testo così corposo e impegnativo che sfiora le centocinquanta pagine.
L’altra passione protagonista del libro è quella verso il wrestling.
- Che genere di libro è? Un testo che parla di wrestling?
È un romanzo che parla di questo sport-spettacolo. Ma non soltanto. "Fiori nella Neve" è la storia di un atleta che si è ritirato. Lo ha fatto di sua volontà, ma spinto verso questa direzione da una serie di eventi che hanno colpito la sua vita. È anche la storia di un gruppo di persone attorno a questo stesso atleta. Alcune provengono dal passato, altre dalla nuova esistenza che ha cercato di abbracciare.
Si tratta di un libro uscito nel 2009. Attualmente siamo però giunti a una seconda edizione, datata giugno 2012, con alcuni cambi nella quarta di copertina e qualche variante all’interno.
- Il genere del romanzo allora non è sportivo?
Reputo il wrestling uno sport particolare. Come scrivo in una nota introduttiva: "È un termine inglese che definisce un particolare genere di lotta di intrattenimento dove i contendenti sono atleti che si preoccupano di offrire al pubblico una vasta gamma di mosse spettacolari e dove ogni match è predeterminato a tavolino." In sostanza viene proposto al pubblico un vero e proprio spettacolo.
Se vogliamo attribuire al libro un qualche particolare genere, possiamo avvicinarlo al thriller. Ma ad un thriller "soft", in quanto sono presenti numerosi elementi di suspense, stile con cui ho costruito la mia scrittura.
Ma potremmo anche definirlo un po’ Paranormal Romance, data la presenza, sulle sue pagine, di alcune figure di dubbia natura e origine.
- Ti sei ispirato a qualche scrittore in particolare?
Amo la narrativa di Terry Brooks. In particolare il modo in cui racconta le sue storie umanizzando i protagonisti anche quando, grazie a doti particolari di magia, sembrerebbe che di umano possano avere poco.
Trattandosi di "narrativa per immagini", quello che scrivo, mi sento molto vicino a un regista come J. J. Abrams, con i suoi "Alias" e "Lost".
Qualche amico mi ha detto che gli ricordo Stephen King, ma lo dicono loro. Io non metto bocca.
- Il romanzo rispecchia in maniera fedele questo tuo modo di interpretare la scrittura?
Ho fatto un discreto utilizzo della tecnica del flashback, in esso. Ed ho, soprattutto, mirato a raccontare una storia. La storia di un paese sperduto tra le cime, dove le parti peggiori dell’uomo fan più fatica ad emergere. Dove è possibile trovare delle nuove chances, se si ha davvero la forza per riuscire a credere in se stessi. Perchè la caduta e il disastro sono sempre dietro l’angolo. Il solo modo di affrontarle è lottare. Del resto, se dei fragili fiori riescono a sopravvivere ai rigori dell’inverno, perchè mai l’uomo non dovrebbe manifestare la stessa volontà?
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