Fra terra e cielo
- Autore: Federico Guastella
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2016
Federico Guastella ci presenta il suo libro "Fra terra e cielo" edito per Bonanno editore nel 2016. Di seguito approfondiremo i temi principali del suo scritto e cosa aspettarsi dal suo testo.
La mia opera “Fra terra e cielo” - (Bonanno editore, 2016) – può a prima vista apparire una miscellanea di saggi (e tale, in verità, è in effetti è un viaggio in libertà intorno alla Sicilia, intesa nella sua insularità al centro del Mediterraneo, da cui si si sviluppa una narrazione tra passato e presente, tra mito e storia, tra letteratura e società, memoria personale e collettiva). Il libro, che si presenta “leggero”, è certamente questo.
Il lettore non si trova in presenza di una raccolta episodica, di saggi giustapposti casualmente, ma viene guidato in modo impercettibile all’interno di un itinerario dove sono dominanti la luce e il lutto. Gesualdo Bufalino, ai cui scritti viene dedicata la seconda parte dell’opera, in proposito scrive:
L’insularità, voglio dire, non è una segregazione solo geografica, ma se ne porta dietro altre: della provincia, della famiglia, della stanza del proprio cuore. Da qui il nostro orgoglio, la diffidenza, il pudore. Il senso di essere diversi. (…) Ogni siciliano è di fatti una irripetibile ambiguità psicologica e morale: così come l’isola tutta è una mischia di lutto e di luce.
C’è dunque in questo testo l’analisi delle opere del conterraneo (e quasi compaesano) Gesualdo Bufalino, letto al centro di un solare e labirintico viaggio nell’anima e nella terra di Sicilia, sempre più metafora della condizione umana in cui prendono forma invocazioni, lamenti di lutto, speranze e illusioni, gioia e sofferenza. La scrittura di Bufalino viene proposta come un irriverente, ironico, scettico e vi si succedono figure paradigmatiche di vezzi e atteggiamenti umani, di disegni di potere, di perversi vizi e adorabili virtù e tutte risolventesi nelle enigmatiche variazioni dell’unico tema: l’imprendibilità della verità, della certezza, della vita stessa.
Su questo abisso di metafisica negativa e di virtuosismo linguistico e semantico ruota tutta la mia silloge saggistica che, abilmente incastona Bufalino in una cornice “insulare” intrecciata di ritratti geostorici (La Sicilia nel Mediterraneo), di paradigmi letterari (La poesia siculo-araba, Rosso Malpelo di Verga, Ciaula di Pirandello, contadini in rivolta, il poeta contadino…), di mitologemi (Colapesce, Re carnevale…), di stirpe cavalleresca (I Chiaramonte), di scrittura arcadico-illuministica (Giovanni Meli), di scienziati sociali (S. A. Guastella, Giuseppe Pitrè…), di eroi del riscatto borghese (I Florio) e sociale (Giuseppe Fava), in una sorta di vertiginoso “tour” intorno alla “sicilitudine” di sciasciana memoria.
Al lettore viene lasciata una pista residuale di speranza come si può cogliere qua e là nello sviluppo della scrittura, condensata nelle due liriche poste poste ad apertura e a chiusura della rappresentazione della Sicilia nel Mediterraneo, oggi solcato da desolazione, morte, tribolazioni e miraggi dei nuovi migranti, ma anche di estremi atti di generosità. Al lettore resta pur sempre la scelta tra il vortice del disinganno e l’abbagliante luce della speranza, tra il logos protagoreo e la sfida di Ulisse, tra Thanatos e hypnos, tra silente tragedia e lotta per una degna vita, tra resa e resistenza.
Fra terra e cielo. Miscellanea di saggi brevi con Gesualdo Bufalino
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