Frammenti di vita alla ricerca delle mie radici
- Autore: Giuseppe Catanzaro
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
Il libro è uno spaccato di vita in una borgata, quella marinara di Vergine Maria che si estende nella parte costiera a nord della città di Palermo.
Si raccontano con stile ammaliante e fluente ventisei anni di vita a partire dal 1950 fino al 1976, l’anno in cui l’autore che narra gli eventi trascorsi, decide di sposarsi. Sono brevi, ma intensi racconti, “Frammenti di vita alla ricerca delle mie radici”, come recita il titolo scelto dall’autore, Giuseppe Catanzaro, del suo accattivante volume, in cui conduce il lettore alla ricerca delle sue radici. Il ritratto di un’epoca, di ambienti, abitudini, affetti e stili di vita che sembrano irrimediabilmente perduti e che vengono guardati a posteriori con intensa nostalgia.
Il racconto personale si intreccia con quello della borgata, della famiglia e delle persone che ruotavano attorno ad essa. Si va a ritroso nel tempo e si viene così a raccontare di atmosfere, personaggi e luoghi che sono rimasti scolpiti nella memoria dell’autore come la bottega da “a’ za Cuncettina”, un emporio in cui si poteva trovare di tutto come pure degli ambulanti che con le loro “abbanniate” (propaganda ad alta voce della merce da vendere) praticavano la borgata e che nella loro attività si dimostravano dei lestofanti.
Si inizia con il raccontare dell’infanzia, dei giochi e degli svaghi giovanili e poi degli anni scolastici, alcuni svolti nei locali adattati presso la Tonnara Bordonaro, rimembrando i professori di scuola media che non eccellevano per i loro metodi di insegnamento e per la loro onestà intellettuale e di giudizio, ma quello di cui l’autore sente maggiore rammarico è il degrado e l’abbandono della costa della Borgata.
La costa nord non è più quella di una volta, priva della stupenda scogliera, un tempo intatta, magnifica ed imponente. La costa una volta di roccia calcarea oggi è solo un ammasso di detriti e sabbia mista a grosse pietre e pietrisco, senza gli splendidi fondali piene di alghe. Si è verificato così non solo per cause naturali, una radicale mutamento dello status dei luoghi con un’alterazione dell’ecosistema con infauste conseguenze sull’ economia locale e sulla vita materiale degli abitanti. La marineria e la pesca erano l’attività prevalente, ma con il sorgere dei vicini stabilimenti industriali (Manifattura Tabacchi, Chimica Arenella, Cantieri Navali) molta gente prese a lavorare in queste ed altre nuove attività.
Quello che traspare nella scrittura lieve, ma sempre intensa di Giuseppe Catanzaro è l’amarezza per l’assenza del padre che per il suo lavoro in mare era fuori per lunghi periodi, facendogli mancare l’affetto paterno specie nell’età della fanciullezza. Sono ricordi che si trasfigurano in racconti che seguono gli eventi trascorsi come i ricordi di un bambino che si affastellano nella sua mente ed in tal guisa e successione vengono riportati.
Altro tratto precipuo del carattere dell’autore di cui egli stesso parla in prima persona, è la sua innata timidezza nel rapporto con l’altro sesso a cui fa da contraltare la sua profonda rabbia per gli scempi compiuti nel periodo del “Ratto di Palermo”. Così viene denominato dall’autore l’infausto periodo in cui venne alterata profondamente la costa adiacente la borgata, snaturandone l’aspetto primigenio.
Un libro che si legge d’un fiato e che affascina per la sua semplicità, per la sua scrittura leggera anche quando riporta eventi meno lieti, accanto a particolari curiosi di costume locale. Immagini e raffigurazioni di un passato comune a generazioni, passati in rassegna nello specifico di un tessuto urbano.
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