Francois Truffaut. L’enfant du cinema
- Autore: Non disponibile
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2015
- a cura di Gabriele Rizza
Non era cerebrale come Ingmar Bergman ma era lo stesso un regista “ontologico”. Dentro e fuori lo schermo oscuro, François Truffaut ha raccontato degli esseri umani - dei loro incroci, dei loro slanci e/o derive passionali - con uno “sguardo” acuto da entomologo, elementare seppure elegante, capace di imporsi “di per sé”. Dentro e fuori i suoi film, François Truffaut è riuscito a essere tantissime altre cose ma più di tutto è riuscito a essere un mirabile affrescatore di sogni e di sogni morti all’alba, le luci e ombre dell’amore, il migliore dei soggetti cinematografici “eterni”, come lo definiva lui. François Truffaut era intellettuale senza averne troppo l’aria, critico tanto spietato quanto puntuale, lettore onnivoro, hitchcockiano della prima ora, ma anche wellesiano, chapliniano, rosselliniano per andare ai venerati maestri, in quanto - diceva –
“non è questione di film, amo tutti i registi che sono logici, per me logica e bellezza sono la stessa cosa”.
A parte loro amava le donne e la vita: le ha attraversate entrambe, of course, per quanto gli è stato possibile. L’elegante librino (140 pagine formato tascabile, con foto) che le Edizioni Clichy dedicano alle "tracce" del regista francese si intitola “François Truffaut. L’enfant du cinema” e ne ricapitola pensieri e biografia attraverso immagini, parole, lettere, scritte o pronunciate su cinema, libri e diversi dintorni. Lo cura con zelo Gabriele Rizza, che tra le pagine 33 e 34 della sua introduzione descrive Truffaut attraverso gli ossimori e un’aggettivazione efficacissima:
“ (…) tenero, attento, amorevole, timido, discreto, l’uomo che amava le donne, i libri, i bambini, lettore indefesso e grafomane incallito, il Truffaut umbratile, apolitico, erotico e antierotico (…) consolatorio, lieve, mite, pedagogico, malizioso, convenzionale e superficiale, il Truffaut borghese, piccolo borghese, raffinato narratore, polemista feroce…”
Tutto questo e chissà quanto altro ancora è stato François Truffaut, il regista che guardando ai “classici” del neorealismo italiano darà la stura alla “nouvelle vague”, la “nuova onda” che sarà anche “onda lunga”, fonte di ispirazione di molti cineasti americani della così detta New Hollywood. "L’enfant du cinema" esce nell’impeccabile collana Sorbonne e costa appena 7.90. Non perdetevelo.
François Truffaut. L'enfant du cinema
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