Fuori gioco di Michal Viewegh

La narrativa, per prenderci anima e corpo, deve permettere un certo grado di immedesimazione: né troppo flebile, perché altrimenti le vicende narrate resterebbero lontane dal nostro mondo, ma neanche troppo forte, perché, al di là dell’inverosimiglianza della somiglianza assoluta, ci piace spiare nelle vite dei personaggi che vivono sempre un poco più in là di quello che facciamo noi.

Il bello di questo romanzo di Viewegh, premiato nel 2005 come miglior libro ceco, è proprio la sua capacità di permettere il giusto grado di immedesimazione. Ciò è in parte facilitato dalla molteplicità dei punti di vista e dei piani temporali: ci sono cinque voci diverse, cinque studenti che crescono, diventano adulti e che, a quarant’anni, si guardano indietro.
I giudizi e le aspettative che erano il pane quotidiano a scuola, dopo più di venti anni, saltano in aria: i bellissimi Eva e Jeff divorziano; Tom, il poeta del gruppo, diventa alcolizzato; Skippy, il buffone della classe, diventa ginecologo sorprendendo tutti ma continuando a nascondere un segreto che resterà tale; e poi la Saputella, la secchiona, complessata per anni a causa della sua bruttezza, sembra essere l’unica ad aver trovato uno sbocco soddisfacente, anche se non corrisponde in nulla ai suoi sogni adolescenziali.
Infine c’è l’autore: sì, anche lui. In pochi e brevi paragrafi, tanto per ricordarci che la letteratura è sempre intrecciata con la vita vera.
A più riprese, torna il simbolo della palla prigioniera, il gioco in cui si eliminano gli avversari colpendoli col pallone: ai tempi della scuola sembrava porre le basi scientifiche per la selezione a cui i ragazzi sarebbero stati sottoposti nella vita. In realtà, è il Tempo a fornire le nuove regole del gioco.

Sopravvivere alla propria giovinezza non è da tutti: continua a incontrare un’infinità di persone infelici nei ristoranti, per strada, alle rimpatriate del liceo. Li vede in televisione, legge i loro articoli sui giornali.

Viewegh ha scritto un libro amaro che travalica i confini geografici e che tratta il problema che prima o poi tutti si trovano ad affrontare: l’addio alla gioventù.