Immagine di copertina Credits: Festival Internacional de Cine en Guadalajara, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons
Il 6 marzo 1927 nasceva ad Aracataca, in Colombia, Gabriel García Márquez, uno dei maggiori autori del Novecento che ci ha consegnato capolavori intramontabili quali Cent’anni di solitudine (1967).
La sua scrittura potente e immaginifica ha fatto scoprire al mondo intero il potere incantatorio della letteratura sudamericana soffiando come un vento esotico nei cuori dei lettori portando il fascino esoterico del realismo magico. Márquez, o meglio “Gabo” come lo chiamavano gli amici, attraverso la sua scrittura ci ha trasportato in mondi narrativi sterminati come universi paralleli, intessendo trame millenarie come l’intelaiatura de Le mille e una notte. Il talento del Márquez narratore risiede nel ritmo e nella seducente sonorità del suo linguaggio che ci ipnotizza come la danza di un serpente a sonagli.
Indimenticabili e folgoranti i suoi incipit che catturano il lettore in una rete, senza lasciargli scampo, dalla prima frase:
Era inevitabile: l’odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati.
Ecco, “quell’odore di mandorle amare” (da notare l’allitterazione perfetta delle vocali e delle consonanti) ti penetra nelle narici sin dalla prima lettura di L’amore ai tempi del colera e non ti abbandona più. Assoceremo per sempre le mandorle all’amore contrastato, dopo aver letto questa pagina superlativa: questa è la forza di Márquez, la sua genialità di scrittore capace di trasformare le parole in sostanza.
Gabriel Garcia Márquez e la maledizione del Nobel
Link affiliato
Nel 1982 Gabriel Garcia Márquez fu insignito del Premio Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione:
Per i suoi romanzi e racconti, nei quali il fantastico e il realistico sono combinati in un mondo riccamente composto che riflette la vita e i conflitti di un continente.
Era il quarto autore latinoamericano a vincerlo, dopo i cileni Gabriela Mistral e Pablo Neruda e Miguel Ángel Asturias, proveniente dal Guatemala. A lungo, come giornalista, Gabo il Nobel lo aveva esorcizzato parlando nei suoi articoli della “maledizione del Nobel” e denunciando i complotti dell’Accademia di Svezia. Con il suo consueto acume Márquez notò che nessuno dei premiati meritava il Nobel quanto coloro che sono morti meritandolo.
Credeva che quel premio rappresentasse una sorta di maledizione, tanto che il giorno della cerimonia, l’11 dicembre 1982, disse:
È come partecipare al mio funerale.
Lo vinse a cinquantacinque anni - ritenendo, probabilmente di non meritarlo e rifuggendolo con scaramanzia - ma non fu colpito da alcuna maledizione, dato che sopravvisse per oltre trentasette anni.
La costante nella vita di Gabriel Garcia Márquez è stata la sua fede totale nella scrittura, che gli fece dire:
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
Il legame indissolubile tra scrittura e memoria è uno dei nodi chiave della teoria narrativa di Márquez narrata in Vivere per raccontarla (Mondadori, 2004, traduzione di A. Morino). Nei suoi romanzi Gabo ha tradotto il passato in racconto, con una scrittura palpitante, avvolgente, quasi animalesca che era la sua principale cifra stilistica. Márquez sembrava osservare il mondo intero con gli occhi spalancati dalla gioia e, con quella stessa gioia incontenibile e quasi infantile, ce la consegnava attraverso una letteratura iperbolica e funambolica capace di inglobare il mondo intero.
Scopriamo tutte le migliori frasi di Gabriel García Márquez, tratte dai suoi libri più celebri.
Gabriel García Márquez: le frasi tratte da “L’amore ai tempi del colera” (1985)
Frasi tratte da L’amore ai tempi del colera (Oscar Mondadori, 2010, traduzione di Claudio M. Valentinetti).
-
Era inevitabile: l’odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati. Il dottor Juvenal Urbino lo sentì non appena entrato nella casa ancora in penombra, dove si era recato d’urgenza a occuparsi di un caso che per lui aveva smesso di essere urgente già da molti anni.
-
Doveva insegnarle a pensare all’amore come a uno stato di grazia, che non era un mezzo per nulla, bensì un’origine e un fine in sé stesso compiuto.
-
Dea Incoronata, tu annunci il mattino, sei come la primavera, mi fai rinascere con il tuo ritorno.
-
Era ancora troppo giovane per sapere che la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli, e che grazie a tale artificio riusciamo a tollerare il passato.
-
Gli bastò un interrogatorio insidioso, prima a lui e poi alla madre, per comprovare una volta di più che i sintomi dell’amore sono gli stessi del colera.
-
Lui ritorna, attende il momento buono e alla fine consegna la missiva, qualcosa di più spiccio e sintetico di quel romanzo che aveva preparato. Poi attende la risposta della ragazza, ma è un’attesa lancinante, che gli sconvolge il fisico e la psiche: vomita, è preda di diarree, sviene.
-
Gli esseri umani non nascono sempre il giorno in cui le loro madri li danno alla luce, ma la vita li costringe ancora molte altre volte a partorirsi da sé.
-
Il mio cuore è come il mare sconfinato ed eterno anche quando è agitato dalle onde che si infrangono.
-
Io sono una nullità, non guarirò mai fino alla fine dei miei giorni; la fiamma dell’amore mi ha colpito e brucio senza rimedio; lei è una spina piantata dentro di me è parte di me ovunque io vada e ovunque lei si trovi.
-
L’unico cruccio che ho morendo è che non muoio per amore.
-
Aveva imparato quello che aveva già sofferto parecchie volte senza saperlo: che si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna. “Il cuore ha più stanze di un casino”.
-
Riuscì a riconoscerla nel tumulto attraverso le lacrime del dolore irripetibile di morirsene senza di lei e la guardò l’ultima volta per sempre con gli occhi più luminosi, più tristi e più riconoscenti che lei gli avesse mai visto in mezzo secolo di vita in comune, e riuscì a dirle con l’ultimo respiro:“ Solo Dio sa quanto ti ho amata”.
-
Attaccò lo specchio in casa sua, non per la bellezza della cornice, ma per lo spazio interno, che era stato occupato durante due ore dall’immagine amata.
-
Capita che sfiori la vita di qualcuno, ti innamori e decidi che la cosa più importante è toccarlo, viverlo, convivere le malinconie e le inquietudini, arrivare a riconoscersi nello sguardo dell’altro, sentire che non ne puoi più fare a meno… e cosa importa se per avere tutto questo devi aspettare cinquantun anni nove mesi e quattro giorni notti comprese?
-
Lo turbò il sospetto tardivo che è la vita, non la morte, a non avere confini...
L'amore ai tempi del colera
Link affiliato
Gabriel García Márquez: le frasi tratte da “Cent’anni di solitudine” (1967)
Frasi tratte da Cent’anni di solitudine (Oscar Mondadori, 2010, traduzione di E. Cicogna).
-
Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito.
-
Chiedeva di lui ai morti di Riohacha, a quelli che arrivavano dalla palude, e nessuno lo informava, perché Macondo fu un villaggio sconosciuto ai morti finché arrivò Melquíades e lo indicò con un puntino nero sulle variopinte mappe della morte.
-
Dimmi una cosa, compare: per cosa combatti?".
"Per cosa vuoi che sia, compare, "rispose il colonnello Gerineldo Márquez, "per il grande Partito Liberale."
"Fortunato tu che lo sai, "rispose lui. "Io, da parte mia, soltanto ora mi rendo conto che sto combattendo per orgoglio." -
Pensò confusamente, intrappolato alla fine nel morso della nostalgia, che forse se l’avesse sposata sarebbe stato un uomo senza guerra e senza gloria, un artigiano senza nome, un animale felice.
-
Ma che l’una e l’altra azione erano state una lotta a morte tra un amore smisurato e una codardia invincibile e finalmente aveva trionfato il timore irrazionale che Amaranta aveva avuto sempre per il proprio tormentato cuore.
-
L’immagine di Remedios, [...], gli rimase ficcata in qualche parte del corpo a fargli male. Era una sensazione fisica che quasi gli dava fastidio nel camminare, come una pietruzza nella scarpa.
-
Non si muore quando si deve, ma quando si può.
Cent'anni di solitudine
Link affiliato
Gabriel García Márquez: le frasi tratte da “Dell’amore e di altri demoni”
Frasi tratte da Dell’amore e di altri demoni (Oscar Mondadori, 2010, traduzione di A. Morino).
-
Un cane cenerognolo con una stella sulla fronte irruppe nei budelli del mercato la prima domenica di dicembre, travolse rivendite di fritture, scompigliò bancarelle di indios e chioschi della lotteria, e passando morse quattro persone che si trovavano sul suo percorso.
-
“ Nel frattempo,” disse Abrenuncio “suonatele musica, riempite la casa di fiori, fate cantare gli uccelli, portatela a vedere i tramonti sul mare, datele tutto quanto può farla felice.” Si congedò con uno svolazzo del cappello per aria e la sentenza latina di rigore. Ma questa volta la tradusse in onore del marchese: “Non c’è medicina che guarisca quello che non guarisce la felicità”.
-
Nessun pazzo è pazzo se ci si adatta alle sue ragioni.
-
Lui l’aveva detto: “Vivo spaventato di essere vivo”.
-
Lei gli domandò in quei giorni se era vero, come dicevano le canzoni, che l’amore poteva tutto. È vero, le rispose lui, ma farai bene a non crederci.
-
Le idee non sono di nessuno, disse. Disegnò in aria con l’indice una serie di cerchi continui, e concluse: “Volano lì in giro, come gli angeli.”
-
L’incredulità resiste più della fede, perché si sostenta dei sensi.
-
“Non si smette mai di credere del tutto”, disse il marchese,“ Il dubbio persiste.”
Dell'amore e di altri demoni
Link affiliato
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Gabriel García Márquez: le frasi più celebri dello scrittore
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Gabriel Garcia Marquez Aforismi e frasi celebri
Lascia il tuo commento