Gio Ponti e l’architettura sacra. Finestre aperte sulla natura, sul mistero, su Dio
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- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2006
“Gio Ponti e l’architettura sacra. Finestre aperte sulla natura, sul mistero, su Dio” a cura di Maria Antonietta Cripta e Carlo Capponi è un pregevole libro in cui si mette in evidenza la produzione architettonica e artistica di uno dei maggiori esponenti dell’architettura e del design italiano del Novecento. Gio Ponti ha lavorato alla progettazione di edifici sacri e complementi liturgici che rendono le opere particolarmente intrise di meditazione religiosa e ha operato con spirito di servizio e dedizione, seguendo un percorso improntato al progresso morale e tecnico, dedicandosi alle composizioni architettoniche e alla loro funzionalità, senza mai disgiungerle dalla raffinata ricerca stilistica, artistica e letteraria.
Gio Ponti ha dimostrato di essere capace di adattare il linguaggio figurativo ai vari periodi storici restando coerente all’ideale umano e religioso cristiano. Scrivono nell’introduzione Cripta e Capponi:
“La produttiva inquietudine da lui coltivata lo ha radicato senza soluzione di continuità nell’ideale cristiano concretizzato dalla cultura cattolica, secondo un percorso nel quale ha intersecato molte esperienze e ha tentato, a più riprese, un’elaborazione sintetica personale”.
Gio Ponti è nato a Milano il 18 novembre del 1891 dove si è laureato il 1921 aprendo immediatamente uno studio professionale e animando la vita culturale della città. Ha partecipato al gruppo dei Novecentisti milanesi guidati da Giovanni Muzio, rimanendo sempre autonomo nel giudizio e nelle scelte professionali e artistiche. Ha ricoperto il ruolo di direttore artistico della Manifattura ceramica Richard Ginori dal 1923 al 1930, portandone la produzione a livello di design. È stato docente universitario e direttore di riviste quali Domus e Stile, e ha ottenuto innumerevoli premi nazionali e internazionali, tra cui il Gran premio nazionale Compasso d’oro e la Medaglia d’oro all’Accademia di Architettura di Francia. La sua figura è stata sempre limpida, esemplare, volta all’apprezzamento della vita nei suoi aspetti semplici, come precisano i curatori del libro:
“Le figure dell’umanità ideale alle quali guardava con insistenza non erano gli eroi, ma è santi, e testimoni; i riferimenti per la sua ricerca d’architettura sono critici, architetti artisti, ingegneri anche, capaci di rischio personale. Testimone avventuroso di una cultura e di un’arte italiane stato lui stesso, secondo un parametro di moralità del tutto pre-politico”.
Se è particolarmente noto per il grattacielo Pirelli, nel libro si mostrano le sue splendide opere di architettura religiosa in cui la semplicità dell’architettura in cemento armato, mette in evidenza il rapporto tra la forma e la luce. Tra le altre, ci sono le opere: la chiesa di Santa Maria Annunciata dell’ospedale San Carlo Borromeo e San Francesco al Fopponimo a Milano, la Gran Madre di Dio a Taranto, Sant’Elia al Carmelo di Bonmoschetto a Sanremo. Nel libro, oltre a fotografie, ci sono schizzi di progetti architettonici e di studi per tabernacoli, arredi sacri, statue votive. In tutta la produzione artistica di Ponti si apprezza, attraverso il libro, la coerenza linguistica e la ricerca stilistica volta alla semplicità e alla raffinatezza.
Gio Ponti e l'architettura sacra. Finestre aperte sulla natura, sul mistero, su Dio
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