Giornalisti e disintegrati Valentina Volpini
- Autore: Non disponibile
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Anno di pubblicazione: 2010
Valentina Volpini ci presenta personalmente il Suo libro “Giornalisti e disintegrati”, edito nel 2010 da Guaraldi.
- “Giornalisti e disintegrati. L’impero dei giornali in crisi di fronte all’avanzata delle truppe della rete”: che tipo di libro è?
Lo definirei il classico libro scritto di pancia, un fiume di pensieri impetuosi frutto forse dell’età, forse di quella voglia di urlare al mondo che si ha quando si finisce il percorso universitario. Il libro è un’analisi della situazione che vive oggi il settore dell’informazione a livello globale, della crisi profonda che ha colpito il mestiere del giornalista ma è anche una petizione spassionata in difesa di quel terreno fertilissimo costituito dai blogger e dai citizen journalists. Non mi sono limitata a tratteggiare un profilo asettico di una realtà ormai incontrovertibile, ho cercato le ragioni e le cause che hanno condotto a questo punto e ho affermato quelle che a mio avviso sono le responsabilità degli “addetti ai lavori”.
- Quale messaggio voleva lanciare?
C’è un’ambizione di fondo che guida l’andamento del mio libro, una convinzione pretenziosa di poter smentire un modello della comunicazione che domina l’opinione pubblica ormai da cinquant’anni. Siamo stati convinti di essere massa, di essere un target dei mezzi di comunicazione. Io non ci ho mai creduto. Quello che ho fatto in questo libro è stato restituire un cervello alle persone che costituiscono il pubblico, l’audience dei media e l’ho fatto descrivendo l’ambito dell’informazione.
Ne ho messo in discussione un assioma fondamentale, quello dell’autorevolezza e dell’obiettività, ho sfidato un sistema convinta di non essere sola in questa lotta: ho dalla mia parte il mondo dei blog e del grassroots journalism. Non c’è alcuna condanna del modello informativo tradizionale, c’è anzi la voglia di delineare un futuro di compenetrazione tra vecchio e nuovo.
- A che tipo di lettore è diretto il libro?
Questo libro non è per i professori di comunicazione, è per la gente comune, per tutti coloro che sono convinti di essere schiavi della televisione, per tutti gli appassionati di comunicazione, per tutti gli aspiranti giornalisti che vedono un mondo e un mestiere in cui credevano, sgretolarsi di fronte al mezzo Internet, un mezzo che paradossalmente rappresenta la chiave di volta per la loro rinascita.
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