Giuseppe De Marco. Pioniere dell’aviazione in Sicilia
- Autore: Salvo Di Marco
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
Gli inizi pionieristici del volo, all’avvio del Novecento, quando librarsi nell’aria su trabiccoli di legno e tela richiedeva una buona dose d’incoscienza, in aggiunta al coraggio e alla temerarietà. Un ragazzo siciliano è stato uno di quegli ardimentosi entusiasti e viene celebrato in un volume della collana Aviolibri dossier IBN, Giuseppe De Marco. Pioniere dell’aviazione in Sicilia (102 pagine). La casa editrice romana (Istituto Bibliografico Napoleone) ha scelto di proporre in italiano e inglese nella pagina a fronte e di mettere in commercio da marzo 2020, l’agile ma fotograficamente documentatissimo lavoro realizzato da Salvatore "Salvo" Di Marco, con la collaborazione dell’amico Alessandro Bellomo.
Giuseppe De Marco, Salvo Di Marco, attenzione a non confonderli. Il primo (Prizzi 1894 - Palermo 1980) è stato un antesignano del volo in Sicilia, istruttore di piloti, compito delicato e poco amato riservato ai migliori, poi pilota da caccia nella Grande Guerra e collaudatore di idrovolanti. Finito il conflitto, avviò tra i primi un’attività aeronautica e fu tra i fondatori dell’Aeroclub di Palermo.
Salvatore, Salvo per gli amici, è nato a Verbania ma vive a Palermo. Farmacista, appassionato fin da bambino di aeromodellismo e di storia aeronautica, è al terzo libro, dopo quelli sull’aeroporto di Boccadifalco e sul 18° Gruppo Caccia. Con Bellomo forma una coppia non di semplici biografi ma di autentici esperti. Roberto Gentili, autore di saggi di storia militare aeronautica, sottolinea nella prefazione che:
“Sanno di cosa parlano quando raccontano di apparecchi e tecniche di volo, sanno dare al lettore le giuste informazioni, mai pedanti e sempre precisi”.
Il ruolo pionieristico in Sicilia di un giovane appassionato e audace come De Marco ha spinto Salvo ad approfondire e raccontare l’intensa sia pur breve storia aeronautica di Giuseppe, uomo semplice e grande aviatore, amico di Florio e Ducrot, istruttore di volo dell’asso Silvio Scaroni, collaboratore tecnico di Guglielmo Marconi e compagno di Baracca.
A diciotto anni, nel 1912, venne letteralmente stregato dal volo di Roland Garros sui cieli di Palermo. Gli aeroplani facevano le prime apparizioni In Italia e a Palermo si dovevano all’intraprendenza dell’industriale Vincenzo Florio, grande appassionato di sport, promotore dell’omonima Targa automobilistica e di tante iniziative per dare impulso all’aviazione. In una di queste, la prima Grande Settimana del Volo, il piemontese e palermitano di adozione clemente Ravetto aveva effettuato il primo decollo aereo in Sicilia, a Mondello, nel maggio 1910.
A far scattare la passione nel giovane Giuseppe fu il sorvolo sul capoluogo del Morane-Saulnier del pilota francese, nella tratta Trapani-Messina di un raid da Tunisi a Roma. Da quel momento, si accese una contesa coi genitori. Il ragazzo era attratto dal volo e chiedeva di accostarsi a quello che si affermava come un grande e nuovissimo simbolo di libertà.
Contro la volontà paterna, abbandonò gli studi classici per frequentare a Torino la scuola di pilotaggio “Antonio Chiribiri”. Ottenuto nel 1914 il brevetto civile di 1° grado (330esimo a conseguirlo), venne chiamato a prestare il servizio di leva nel Regio Esercito, inquadrato nel neonato Battaglione aviatori, sempre nel capoluogo piemontese. Completato in due mesi il corso di pilota militare presso la scuola di San Giusto a Pisa, si distinse dimostrando attitudini che indussero i superiori ad affidare l’incarico di istruttore a un semplice caporalmaggiore, qual era. È svolgendo quel compito nel campo di volo di Cascina Costa, a Varese, che fece spuntare le ali ad allievi che saranno futuri grandi nomi della nostra aviazione militare, da Goffredo Gorini a Flavio Torello Baracchini, oltre al “cacciatore” Silvio Scaroni (26 abbattimenti confermati).
A novembre, sempre del 1914, richiamato a Mirafiori nella sezione sperimentale, ebbe modo di collaudare dall’aria il radiotelegrafo senza fili di Guglielmo Marconi. Nei voli di prova alla presenza dello stesso scienziato, condusse con successo trasmissioni fino alla distanza di 60 chilometri, a bordo di un biplano Caudron G.3 e assistito dal tenente Borghese in qualità di telegrafista.
Promosso sergente per merito, venne chiamato a prestare servizio in zona di guerra, nella 80ª Squadriglia da caccia. Passando successivamente dalla scuola idrovolanti di Sesto Calende, venne assegnato verso la fine del conflitto alla 270ª Squadriglia idrovolanti di Palermo, che sorvegliava le rotte marittime. Si occupò tra l’altro di collaudare i velivoli FBA costruiti dalla Società Aeronautica Ducrot & Florio.
Imparare a volare in quegli anni era impegnativo: non esisteva il doppio comando e il pilota si doveva formare da solo. Dopo alcune lezioni teoriche e una sommaria illustrazione dei comandi del velivolo da parte dell’istruttore, si lasciava l’allievo nell’abitacolo, affidato a quello che avrebbe saputo mettere in pratica e alla buona sorte.
Giuseppe De Marco. Pioniere dell’aviazione in Sicilia è ricchissimo di disegni e soprattutto di foto d’epoca, riprodotte in modo eccellente. Ci sono più immagini che pagine di testo. Un bel prodotto, davvero.
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