

Gli angeli di Mons
- Autore: Arthur Machen
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2014
La leggenda che infiammò gli animi inglesi più di una battaglia vinta: arcieri inglesi del XV secolo riapparsi sul campo di battaglia delle Fiandre, nell’agosto 1914, per fermare un’inarrestabile offensiva del Kaiser. Avvenne nelle prime settimane della Grande Guerra e salvò l’intero Corpo di Spedizione britannico dalla completa disfatta. Fatto sta che niente di quello che veniva raccontato era vero. Ma non era stato nemmeno inventato maliziosamente. Era la semplice trasfigurazione letteraria di un combattimento difensivo dal successo insperato, realizzata per sollevare il morale della Nazione in una corrispondenza di guerra da un giornalista e scrittore. È la leggenda popolare de “Gli angeli di Mons” di Arthur Machen, che le Edizioni Mattioli 1885 ripropongono in un libricino di 80 pagine, (euro 9,90), pubblicato a novembre 2014, a cento anni dall’episodio.
Un racconto fantastico trasformò per tutti un fortunato rovesciamento delle sorti in un intervento salvifico divino: San Giorgio, il protettore della corona inglese, era tornato in terra a guidare con tanto di armatura lucente le schiere soprannaturali che avevano messo in rotta i crucchi (il nomignolo con cui venivano indicati i soldati tedeschi)
Il primo a meravigliarsi della credulità popolare fu lo stesso Arthur Machen. Forte del suo interesse per lo spiritismo, aveva ritenuto di colorare in quel modo la descrizione dell’imprevisto e improvviso rallentamento della spinta germanica in Belgio. Il suo articolo sul giornale londinese Evening News fu invece preso per vero: sicché, per tutti, una schiera di angeli o fantasmi degli arcieri inglesi, vincitori della battaglia medioevale di Azincourt in terra francese, aveva coperto a Mons la ritirata davanti al nemico che soverchiava i britannici. Un miracolo?
Diecimila uomini si erano abbattuti sui mille difensori di un settore della linea che correva il pericolo d’essere non solo sconfitto ma totalmente annientato, causando l’aggiramento dell’intera ala sinistra anglofrancese. Una moltitudine spaventosa di fanti tedeschi incombeva. Dalle trincee inglesi si sparava, ma non c’era speranza. Poi ad uno dei combattenti parve che il rombo della battaglia scemasse. Scorgeva dinanzi tante forme circondate da un alone luminoso tendere l’arco e scagliare una nube di frecce contro le truppe tedesche
“liquefacendo l’orda pagana. San Giorgio, il nobile cavaliere era accorso in soccorso!”
In realtà, la stanchezza delle forze attaccanti e il loro stesso grande numero aveva incrementato enormemente le perdite degli assalitori e favorito l’azione difensiva, col risultato di rallentare l’avanzata germanica.
Le notizie inattendibili fanno presa sulle masse: lo storico francese Marc Bloch, eroico sergente nel 1914-18, sosteneva di aver sentito letteralmente pullulare falsi racconti, in trincea, al fronte, nelle retrovie, nei paesi, per tutta la guerra ed oltre. Alcuni hanno fatto.
“La vita dell’umanità è piena di false notizie, semplici dicerie, imposture, leggende”.
Si diffondono, diventano più grandi mano a mano che passano di bocca in bocca o di scritto in scritto.
Si moltiplicarono leggende di schiere soprannaturali scese in campo contro i tedeschi, sebbene tutti dicessero di non averlo visto, ma di averlo sentito raccontare da altri. Spesso non coincidevano nemmeno i luoghi delle apparizioni.
“Non esiste un buon testimone, nessuna deposizione è esatta in tutte le sue parti”
sosteneva ancora Bloch.
Lo stesso Machen, dunque, era stupito della trasformazione del suo articolo fantasioso in verità assoluta. Inutile dire che, a distanza di un secolo dalle vicende narrate dal giornalista inglese, non esistono prove che uno stuolo di angeli sia apparso a Mons nell’agosto 1914. Non un solo soldato ha mai testimoniato di avere assistito direttamente ad eventi celesti nel corso della battaglia, a parte alcuni falsi testimoni facilmente smascherati.
Prima della pubblicazione del racconto di Machen, nessuno aveva mai accennato del resto a un evento paranormale. Il suo talento narrativo, unito alla forza della propaganda, alla diffusione delle tradizioni religiose, all’efficacia dei media e alla psicologia di massa, innescò una catena di eventi che produsse un mito capace di sopravvivere al breve articolo da cui venne originata. Ancora oggi, si ricorda la leggenda più del racconto.
Oggi si chiamano "bufale": una volta trasmessa ai lettori, la bugia consapevole del narratore è stata trasformata in realtà ed ha orientato l’opinione comune fino a resistere a qualsiasi tentativo di tornare alla realtà,
“perché a volte non è importante che una cosa sia vera, quanto che sia ben narrata”.
Arthur Llewellyn Jones Machen nacque in Galles nel 1863. Figlio di un pastore anglicano, raggiunse giovanissimo Londra, dove fece l’insegnante, l’attore, il traduttore e lo scrittore di racconti fantastici e d’orrore. Divenuto giornalista, nel 1914 scrisse su commissione dell’Evening News un racconto di responsabilità che doveva sollevare il morale delle truppe inglesi al fronte. Era The Bowmen, “Gli Arcieri” e riscosse un immediato e straordinario successo, perché fu preso per una stupefacente verità.

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