Gli occhi di Alice Gray
- Autore: Stacey Halls
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2019
Gli occhi di Alice Gray (Giunti 2019, titolo originale The Familiars, traduzione di Cristina Verrienti) è il romanzo d’esordio di Stacey Halls per mesi nella TOP 10 del Sunday Times.
Una ragazza mi fissava, i lineamenti del viso tesi come un animale in allerta.
Contea di Lancaster, (oggi Lancashire), Inghilterra, inizio primavera del 1612. Fleetwood Shuttleworth, signora della maestosa tenuta di Gawthorpe Hall, in quella mattina fredda e umida spazzata dal vento, correva disperata per i boschi con una lettera stretta nella mano. La corsa della giovane donna, sconvolta perché aveva appena letto su una missiva che suo marito le aveva nascosto un importante fatto che la riguardava direttamente: "È di estrema importanza che Voi capiate che, se mai resterà di nuovo incinta, vostra moglie non sopravvivrà, e sarà la fine della sua vita terrena”, era stata interrotta all’improvviso. Davanti a Fleetwood era apparsa una ragazza dagli occhi grandi, di uno strano colore che si notava anche a distanza, simili a monete d’oro. Una ragazza mal vestita e dagli indumenti sporchi, che indossava un misero abito di lana, i lineamenti del viso tesi come un animale in allerta, dallo sguardo dorato, che sembrava uscita dalla stessa terra, dove il bosco sembrava essere la sua stessa casa. Certamente una giovane cacciatrice di frodo, la ragazza nella mano stringeva un coniglio con gli occhi spenti e la pelliccia sporca di sangue, che penzolava nel vuoto.
Fleetwood aveva appena fatto in tempo ad accusare la ragazza di cacciare nelle terre di suo marito, che la giovane era corsa via, come inghiottita dal bosco. Sguardo fiero e non schivo, occhi magnetici, una profonda conoscenza delle erbe e non solo.
Questo e ben altro si sarebbe rivelata essere Alice Gray, la ragazza che sarebbe diventata amica e alleata di una donna tanto diversa da lei. Fleetwood alta solo un metro e cinquanta, tenace e testarda, desolata perché non riusciva a dare un erede alla famiglia Shuttleworth, avrebbe scoperto dentro di sé una forza insperata.
Nel romanzo dedicato “A mio marito”, l’autrice inglese inserendo personaggi realmente esistiti, rievoca un celebre episodio di cronaca avvenuto nel lontano 1600, ma ancora attuale. Stacey Halls è nata e cresciuta nel Lancashire, nella zona di Pendle Hill, collina che è stata sempre al centro del folklore locale per via delle “streghe di Pendle”. Così Halls ha sviluppato l’idea di scrivere un romanzo sui foschi eventi accaduti nel 1612 raccontati dal punto di vista di una nobildonna che abitava a Gawthorpe.
Il processo alle streghe di Pendle, avvenuto sotto il regno del protestante e intransigente Giacomo I, fu uno dei processi più famosi per l’alto numero di vittime, donne accusate di stregoneria, che confessarono spontaneamente la loro colpa in quanto veramente convinte di avere dei poteri magici. Questa è la dimostrazione di che cosa possa fare l’ignoranza unita alla superstizione, se si pensa che ancora oggi, nel Terzo Millennio la caccia alle streghe non è finita. Le donne di tutto il mondo continuano a subire violenze, a morire a causa dell’accusa di essere streghe. Ciò avviene in Papua Nuova Guinea, dove non è raro che le donne vengano torturate e uccise, perché ritenute dedite a pratiche magiche, in Ghana, in Zambia, in Arabia Saudita, in Congo, in Tanzania, in Kenya, in Gambia e in India.
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