Gregorio Preti. Da Taverna a Roma
- Autore: Carlo Carlino
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2003
Il libro “Gregorio Preti. Da Taverna a Roma”, a cura di Carlo Carlino, cerca di delineare il ruolo del pittore fratello del cosiddetto Cavalier Calabrese, che, nato a Taverna nel 1603 e morto a Roma nel 1672, è
“una figura ancora avvolta nel mistero, non solo per la scarsità delle fonti, che non chiariscono completamente gli anni della sua formazione romana nella sua attività nella città eterna, soprattutto dopo la partenza di Mattia alla volta di Malta, ma anche per l’interesse che la critica ha rivolto in misura maggiore nei confronti del più noto e celebrato fratello”.
Eppure Gregorio a Roma è stato un importante capo bottega e a lui si deve l’arrivo nella città dei papi del fratello Mattia che, nato a dieci anni di distanza, nel 1613, dopo aver lavorato a Modena e Napoli, è al servizio dei Cavalieri dell’Ordine di Malta, luogo nella cui capitale, La Valletta, si esaurisce la sua vita artistica e terrena, nel 1699. Gregorio Preti, come precisato nell’Introduzione del libro era pittore di buon nome che riprese la storiografia settecentesca di Bernardo De Dominici. Il libro rappresenta una riscoperta di Gregorio Preti attraverso il recupero di documenti inediti tra cui il suo testamento (dall’archivio di Stato di Roma) e il processetto del suo matrimonio (dall’Archivio del Vicariato di Roma), rintracciati da Sandro Corradino, oltre alle scoperte fatte da Natalia Gozzano negli archivi Colonna, che consentono di chiarire i rapporti di Gregorio Preti con l’Accademia di San Luca e con altri pittori quali Giacinto Brandi e il calabrese Francesco Cozza (cugino di Tommaso Campanella).
Maurizio Marini, con il suo saggio contenuto nel libro, chiarisce i rapporti tra i fratelli Mattia e Gregorio. Il libro, tuttavia, non rappresenta solo una monografia di Gregorio Preti, ma:
“Intendeva anche analizzare l’ambiente artistico in cui i due fratelli si formarono, quello di Taverna, nella diocesi di Catanzaro, e a cui molte volte si è fatto riferimento proprio per le diverse opere che Gregorio e Mattia conobbero nella loro città natale. E anche in questo caso, l’analisi di Giorgio Leone propone un quadro molto articolato delle vicende artistiche della diocesi catanzarese tra Cinque e Seicento, che si lega di conseguenza, all’indagine dei modelli pretiani assimilati in Calabria dai pittori che conobbero le opere dei due pittori a Taverna e ne ripresero gli stilemi nel secondo Settecento, da Cristofaro Santanna a Francesco Colelli”.
Il libro propone un
“catalogo ragionato delle opere di Gregorio Preti o da lui eseguite in collaborazione con Mattia o altri non identificati”
ricco e corposo e ridà dignità e spessore a un pittore oggi dimenticato ma molto famoso nella sua epoca.
Gregorio Preti. Da Taverna a Roma (1603-1672)
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