Gronland ultimo atto
- Autore: Alessandro Aleotti
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
Un giallo storico, nel bianco di una terra ch’era verde, fino a seicento anni fa. “Gronland ultimo atto” non è solo un libro, nato dalla curiosità dell’autore, Alessandro Aleotti, per una pagina storica di fatto ignota. È anche un fenomeno di marketing letterario dei nostri giorni. Pubblicato a giugno 2017 da Meridiano Zero (pp. 192, euro 12,00), ha sostituito un’autopubblicazione curata personalmente dal neo scrittore emiliano.
Under 60 (è nato nel 1961), ingegnere civile, Alessandro Aleotti vive a Reggio Emilia, con la moglie e i figli. Lavora per la Provincia (come si legge nel curriculum reso pubblico su Facebook), occupandosi prevalentemente di ponti, manufatti stradali e sistemi di ritenuta delle reti viarie. Da sempre unisce agli studi scientifici e alla formazione tecnica, la passione per il passato, la storia e la narrativa.
Emiliana è anche la casa editrice che ha scoperto le sue qualità, nel mare magno del self publishing, Meridiano Zero, nata da una costola della bolognese Odoya. Come detto, l’ingegner Alessandro Aleotti aveva realizzato da solo “Gronland ultimo atto” nel 2015, attraverso una piattaforma auto editoriale molto popolare in rete, tra gli aspiranti narratori e poeti col capolavoro nel cassetto.
A giugno 2017, Alessandro Aleotti è diventato formalmente uno scrittore. Dalle rotative di Città di Castello sono uscite le copie della prima edizione ufficiale, nella veste pulita ed essenziale di un marchio che ha garantito una diffusione decisamente più ampia sul territorio nazionale.
C’è avventura, ci sono passioni amorose, viene rivelato un grande mistero in questo primo romanzo di Alessandro Aleotti, frutto di un’attenta ricerca storica.
Sul sito di auto pubblicazione, presentava così il suo lavoro: Narrativa classica…
“Islanda, anno 1417 dopo Cristo, una nave parte alla volta dell’insediamento norvegese in Groenlandia. Da sette anni non si hanno più notizie della colonia vichinga in quelle terre difficili, eppure viveva da quattrocento anni in quella ‘terra verde’”.
Già, terra verde. È questo il significato di Gronland, in lingua scandinava. Per quanto possa sembrare impossibile, quella enorme landa ghiacciata è stata per secoli risparmiata dal gelo perenne che oggi l’avvolge. Dopo il Mille, l’emisfero Nord del pianeta venne interessato da un fenomeno di riscaldamento climatico. Si verificò un innalzamento delle temperature medie annuali e le conseguenze sull’ambiente favorirono i progetti più coraggiosi di navigazione degli esploratori vichinghi.
Come il neo scrittore ha potuto accertare nei suoi studi, verso la fine del X secolo una spedizione di temerari norvegesi raggiunse la grande terra a Nordovest dell’Islanda, stabilendo un insediamento nella zona meridionale e un altro, più piccolo, cinquecento chilometri più a nord, lungo la costa occidentale. Da queste colonie mosse l’esplorazione che raggiunse le coste americane settentrionali fino a un paradiso di boschi, fiumi pescosi e clima mite, che chiamarono Vinland (terra del vino, per la presenza di viti selvatiche).
Tanto la curvatura terrestre che la presenza di terre emerse nelle rotte molto settentrionali le rende più agevoli per raggiungere il Nord America. Dall’Islanda alla Groenlandia e da qui al Canada e a Terranova le tappe di navigazione sono molto più brevi del “tappone” centro Atlantico di Colombo.
L’ostilità dei nativi impedì un insediamento stabile ai visitatori precolombiani.
Nel 1800, lo studioso Luca Jelic ha citato una lettera di papa Niccolò V, indirizzata ai vescovi islandesi, in cui si parla di Groenlandia. Il pontificato di Tommaso Parentuccelli risale al 1447-1455, ma è certo che le colonie vichinghe groenlandesi si estinsero nello stesso XV secolo e solo nel 1700 i danesi riprenderanno a colonizzare quella terra.
Sono diverse le ipotesi che con l’aiuto di Alessandro Aleotti si possono avanzare sulla scomparsa nella seconda metà del 1400. Si va dallo sterminio da parte degli Inuit, indigeni provenienti dal Nord America, all’esaurimento naturale della colonia, non più sostenuta dai commerci con la madrepatria, ad una più attendibile piccola glaciazione, che avrebbe surgelato la Groenlandia verde. Un fenomeno probabilmente legato ad una lunga latitanza delle macchie solari, dal 1430 al 1450, che fece precipitare le temperature, specie intorno al 1600. Si stima un abbassamento medio d’un solo grado, sufficiente a ghiacciare la Groenlandia e ad estinguere la viticoltura nelle isole britanniche, fino ad allora fiorente.
Su questo presupposto l’autore confeziona il romanzo d’avventura, sulle tracce della spedizione di un capitano norvegese, Thorvall Bjòrnsson, a bordo di una nave stracarica di legname verso l’Iceland e che poi lo porterà in Groenlandia.
Atti di coraggio, vicende sentimentali, vita della colonia e scomparsa, senza spiegazione per i posteri. Abbiamo preferito parlare di storia, perché questo è un romanzo a soggetto, con un finale a sorpresa, che non ci azzardiamo nemmeno a sfiorare.
Grønland ultimo atto
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