Guerre e battaglie. Conflitti di ieri, tensioni di oggi
- Autore: Non disponibile
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
I sette casi di studio che costituiscono Guerre e battaglie. Conflitti di ieri, tensioni di oggi (BastogiLibri, 2024, a cura di Emanuela Locci e Salvatore Santuccio) rappresentano non solo alcuni dei momenti fondamentali nella storia degli Stati interessati, ma anche e soprattutto un modo per capire come persino i conflitti meno trattati della grande storia possono diventare centrali nel medio e lungo termine, uno strumento per individuare quei cambiamenti politici che la realtà contemporanea continua a presentare.
L’arco temporale considerato va dai primi anni dell’Ottocento fino alla Prima guerra mondiale, mentre per quanto riguarda lo spazio geografico si tratta di fatti storici molto eterogenei perché si spazia dall’area del Mediterraneo all’Europa orientale fino all’estremo Oriente.
Il testo offre così numerosi spunti di riflessione che possono interessare non solo gli studenti universitari, ma anche gli alunni di istituti di secondo grado, anche perché i conflitti descritti rivelano problemi ancora oggi non risolti oppure loro stessi sono causa di eventi bellici o tensioni latenti.
Il libro si apre con due capitoli di particolare importanza che trattano eventi, legati alla Libia e al Marocco, che non hanno trovato ancora oggi una soluzione definitiva.
Nel saggio di Emanuela Locci “La prima guerra barbaresca. La Libia sfida gli Stati Uniti d’America” viene, infatti, descritta la prima guerra combattuta tra il 1801 e il 1805 tra gli USA e la reggenza di Tripoli, retta dalla famiglia Karamanli.
La guerra, l’unica probabilmente condotta da Thomas Jefferson come presidente Stati Uniti d’America, rappresentò un’occasione da parte degli USA, da poco tempo indipendenti, per affermare la propria autorevolezza nel mondo e per far capire chiaramente ai paesi dell’area che gli interessi americani non dovevano essere ostacolati da nessuno, meno che mai da entità alle quali era negata persino la dignità di stato.
Nel secondo capitolo di Itzea Goicolea-Amiano viene ripercorsa, attraverso l’analisi di fonti spagnole e marocchine, la guerra di occupazione di Tetuan, combattuta tra il 1859 e il 1862 e che vide la Spagna impegnata in un’azione colonizzazione di una parte del Marocco (ndr. Colonizzazione che il Regno dal Marocco non considera ancora oggi del tutto conclusa).
Anche il terzo capitolo, redatto da Demetrio Xoccato, si rivela di grande attualità, analizzando il conflitto russo turco (1877-1878) in cui il Principato in Romania, formalmente tributario dell’Impero Ottomano, dovette decidere a chi dare il proprio sostegno.
La conferenza di pace di Santo Stefano tra l’Impero Russo e l’Impero Ottomano e il Congresso di Berlino (1878) imposero alla Romania la cessione della Bessarabia (ndr oggi Moldova) alla Russia, ricompensando il paese però con l’acquisto della Dobrugia e cosa più importante con il riconoscimento di una piena indipendenza. Nacque così la moderna Romania, che nel 1881 diventò un regno autonomo, ma al tempo sesso vennero poste le basi per un contrasto territoriale con la vicina Russia.
“La lotta per l’indipendenza egiziana”, capitolo scritto da Carmen Corda, descrive la storia di un paese che ancora oggi non ha trovato un punto di equilibrio nella gestione delle proprie istituzioni. La storia dell’Egitto viene rivisitata attraverso la sua propensione a cercare un’indipendenza sia nel 1882 dal dominio ottomano sia nel 1919 da quello britannico. Quest’ultima rivolta determinerà la nascita del movimento nazionalista egiziano che segnerà poco tempo dopo la fine dell’ordine coloniale inglese nel paese africano. Il capitolo espone gli avvenimenti e gli esiti di queste due rivoluzioni, che a loro modo hanno rappresentato uno spartiacque nella storia del paese.
Il capitolo scritto da Salvatore Santuccio, “Il primo giorno della Quinta luna: l’intervento italiano durante l’assedio delle delegazione a Pechino nel 1900”, descrive la prima partecipazione italiana a un’impresa militare internazionale, nonché uno dei primi contatti tra lo sconosciuto mondo cinese il nostro Paese.
L’impresa coloniale asiatica porterà l’Italia, come altri paesi europei che parteciparono all’iniziativa, ad ottenere una piccola presenza territoriale sul suolo cinese dai modesti ritorni pratici che sarà poi utilizzata durante il Ventennio come simbolo della grandezza dell’Italia, presenza finita nel 1943.
Roberto Ibba nel suo saggio “La brigata Reggio dal Risorgimento al fronte dimenticato” descrive in modo efficace le vicende legate alla costituzione della Brigata Reggio, diretta emanazione del Battaglione Volontari Modenesi costituito nella città emiliana nel 1859. Durante il primo conflitto mondiale la brigata fu schierata sul fronte considerato secondario delle Dolomiti dove si distinse per le sue importanti operazioni militari fino a prendere parte alla battaglia del Piave avvenuta nel 1918. Un capitolo è dedicato alla figura di Eligio Porcu, eroe della Grande Guerra, raro esempio di patriottismo.
“Tragedia dei greci del Ponto (1914 -1923)” di Francesco Pongiluppi tratta della partecipazione dell’Impero Ottomano al Primo conflitto mondiale e alla sequela di lotte intestine che distrussero la struttura multietnica e multiconfessionale, uno dei punti di forza di questo stato. Particolare attenzione è rivolta alle vicende dei greci del Ponto che dal 1914 al 1923 si videro dapprima isolati nella regione del Mar Nero e poi espulsi da questo territorio nonostante fossero vicini a costituire un proprio stato indipendente.
Questa popolazione ellenica pagò le politiche scellerate della Grecia poco incline a sacrificarsi per una comunità incastonata tra le montagne e la costa di un mare prossimo alla Russia. La tragedia di questa popolazione costretta all’esilio è tuttora oggetto di una diatriba diplomatica tra Ankara e Atene che non ha trovato ancora oggi una soluzione politica.
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