Guida per Palermo e pei suoi dintorni
- Autore: Vincenzo Mortillaro
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Saggistica
Recensendo le Memorie di Ludwig Richard Zimmermann (1838-1887), chi scrive ha già accennato ai danni prodotti dalla polemistica neoborbonica nell’ambito della divulgazione storica. Il vittimismo fanatico dei neoborbonici, espressione di un etnonazionalismo grottesco, cerca di farsi forza con la deformazione sistematica della storia, con lo scopo di portare avanti delle istanze politiche legate al presente: ambizioni di natura elettorale, assurde pretese di risarcimenti economici improponibili, e infine l’opposizione alle richieste di autonomia avanzate da talune regioni del Settentrione.
Diversi studiosi di talento hanno confutato le inconsistenti tesi dei neoborbonici con la pubblicazione di saggi documentati, ma ciò non è stato sufficiente a placare gli animi di quelle persone che continuano ad attribuire al “Nord” la causa di ogni loro frustrazione.
Recentemente, però, in risposta al dilagare della pubblicistica neoborbonica, è sorta una retorica di segno opposto, ossia anti-borbonica, che è comunque sfociata nella polemica e nell’esaltazione acritica del Risorgimento. Anche in questo caso al dibattito storico si sono sovrapposte questioni politiche: tra le file degli anti-borbonici, infatti, hanno trovato posto anche taluni vetero-nazionalisti, che in certi loro proclami si spingono sino alla inaccettabile denigrazione delle minoranze germanofone della Penisola o dei popoli slavi nostri vicini, mentre altri nazionalisti soventemente inneggiano all’abolizione delle regioni e al centralismo più ottuso e asfissiante.
Davanti ai frequenti litigi digitali tra etnonazionalisti, nazionalisti e centralisti il lettore comune può trovarsi in difficoltà, e il messaggio che rischia di passare è quello che non esista mai alcuna separazione tra divulgazione storica e polemica, e che nel 2021 sia perfettamente normale e lecito insultare, financo con i vocaboli più bassi, personaggi ed entità statali scomparse da più di un secolo.
Il noto proverbio recita che “tra i due litiganti il terzo gode”, ma in questo caso l’unico risultato della rissa tra i due avversari è lo smarrimento della serenità storica. Ridurre tutto a una burla o a un duello non giova a nessuno.
Questa riflessione introduttiva non è volta a creare discussioni inutili o a inasprire ulteriormente il clima, già teso oltre ogni misura: si tratta solo di un’amara considerazione su quale aria si respiri nell’Italia contemporanea.
Cambiando argomento, ma restando sul tema della caduta del Regno delle Due Sicilie, si può osservare che popolarmente è diffusa la convinzione che tutti i siciliani fossero monoliticamente contrari al governo borbonico, ma invero si tratta di una banalizzazione. Tracce dell’esistenza del legittimismo borbonico in Sicilia dopo l’impresa dei mille si rinvengono in alcuni classici della nostra letteratura, e sino agli inizi del Novecento nell’isola sono circolati giornali ed opuscoli borbonici, flebili voci degli ultimi circoli lealisti. Va comunque ribadito e sottolineato che si trattava di una ridotta minoranza che inesorabilmente si indebolì e si ridusse sempre di più con il passare degli anni.
Legittimista borbonico e intellettuale dai molti interessi fu il nobile palermitano Vincenzo Mortillaro (1806-1888). Nel Dizionario Biografico degli Italiani, Filippo Fiorito riassume così il suo profilo:
“Lessicografo e arabista, si dedicò all’ammodernamento della burocrazia del Regno delle Due Sicilie, elaborando numerosi progetti e regolamenti. Fu un amministratore scrupoloso degli enti del Comune di Palermo per diventare dopo il 1860, storico, memorialista ed editore di giornali cattolici”.
Mortillaro si è cimentato in innumerevoli rami del sapere e nella sua frenetica attività di erudito ha anche dedicato alla sua città un libro che ebbe grande successo: la Guida per Palermo e pei suoi dintorni, di cui, nel 1975, Arnaldo Forni ha pubblicato una ristampa anastatica della quinta e definitiva edizione. È ancora incantevole, oggi, ripercorrere le strade del capoluogo siculo con la fantasia seguendo queste pagine compilate in un italiano per noi antiquato, ma perfettamente comprensibile.
La breve premessa del tipografo celebra la fortuna dell’opera, andata a ruba tra i siciliani come tra gli stranieri. Il fatto che questo testo sia una comune guida per viaggiatori non ha impedito allo scrittore di inserirvi un apparato di note con precisazioni, curiosità e, ovviamente, riferimenti ai volumi di altri autori, indice di una ricerca appassionata e approfondita.
L’itinerario turistico ci conduce attraverso una Palermo del passato, immortalata in questo documento per la felicità degli studiosi e degli appassionati dei nostri giorni. Digressioni storiche e artistiche completano un quadro esaustivo.
Mortillaro era un nobiluomo dell’Ottocento e aveva le fisime della sua epoca, nella descrizione della sua Patria non esitò a inserire anche un capitoletto dedicato al carattere dei cittadini. Chiaramente si tratta di una serie di generalizzazioni, di stereotipi:
“Sono i palermitani di una mezzana taglia” scrive l’autore, “e in generale di una mediocre figura; di natura fecondi, destri, serii alquanto e riflessivi, studiosi di novità, veloci e vaghi nel dire, pronti di lingua, sentenziosi ed arguti: la loro immaginazione è vivissima, però trasportati sono per la poesia, e per la musica. Sono essi in generale rispettosi, civili, affabili, e naturalmente inchinevoli all’amicizia, ed alla benevolenza; amano gli stranieri, e li riguardano come gente dotta o d’istruirsi desiderosa”.
Dopo i complimenti, però, vengono anche le note dolenti:
“Litigiosi sono al più alto grado fra loro, e per natura picciosi ed ostinati, sospettosi ben anche, e non molto industriosi, invidi delle fortune scambievoli, ed hanno sì vivaci sensazioni, che ad una sola parola ingiuriosa o ad un’occhiata di disprezzo incolleriscono a segno, che non di rado vengono alle furie. Con perfezione l’arte posseggono di parlare coi cenni”.
Oggi, prendere tali discorsi come un’offesa sarebbe assurdo, tutto va collocato nel suo contesto, e al massimo ci si può fare qualche risata. Sono luoghi comuni: i palermitani sono tutti differenti l’uno dall’altro, eterogenei nel carattere e nelle tendenze come si nota in ogni gente d’Italia e del mondo.
Palermo è una città splendida, ma purtroppo stiamo attraversando tempi funestati da un’epidemia gravissima, che ci impedisce anche di raggiungere quei luoghi che vorremmo visitare liberamente... Finché siamo costretti a questa reclusione, la lettura della vecchia guida di Mortillaro ci può offrire almeno un po’ di consolazione e qualche suggestione poetica.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Guida per Palermo e pei suoi dintorni
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