HMS Safari. Il sommergibile, le navi, i relitti
- Autore: Eleonora Medda, Gabriele Paparo
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
50° 34.6’ Nord, 2° 33.93’ Ovest, 25 miglia nautiche al largo di Portland, acque del West Dorset, Gran Bretagna meridionale. Sono le coordinate del punto in cui poggiano sul fondo i resti di un sommergibile inglese, affondato nel dopoguerra dopo avere operato vittoriosamente nel mare “nemico” italiano. Isonzo, Loredan, Nasello, Salemi, Valsavoia, KT12, alcune delle sue vittime nella seconda guerra mondiale, unità mercantili che giacciono sui fondali in Sardegna, Campania, Toscana. HMS Safari. Il sommergibile, le navi, i relitti è un libro pregevole, realizzato dall’odontoiatra e subacquea Eleonora Medda e da Gabriele Paparo, ufficiale di Marina incursore-palombaro. Pubblicato di recente da Magenes Editoriale (Milano, febbraio 2024, collana Maree-Storie del mare, 204 pagine), racconta la carriera del battello britannico, ricostruisce schede delle navi silurate, riporta circostanze degli episodi bellici, documenta le immersioni recenti verso i relitti. Lo fa con un ampio corredo fotografico: è illustratissimo, in gran parte a colori, con immagini anche subacquee, riproduzioni di documenti, cartine, scatti d’epoca in bicromia, valorizzate dalla carta di pregio che impreziosisce il volume.
Un libro di storia e anche una guida alle immersioni per raggiungere i resti affondati schedati (per ognuno vengono forniti dati sulle profondità e i livelli). Un prodotto editoriale di tutto rispetto, imperdibile per gli appassionati, eccitante per quanti vogliano approfondire la storia militare marinara nel secondo conflitto mondiale del ’900.
Un lavoro pregevole, nato da un sogno e rimasto a lungo nel cassetto. La dott.ssa Medda pratica immersioni sui relitti dal 2011 e da allora ha preso sostanza il progetto di una visita proprio al Safari, rinviata più volte, per vari contrattempi, fino al 2023. Nel frattempo questo libro si è andato pian piano realizzando, crescendo non solo come una raccolta di informazioni storiche e una guida alle immersioni sui relitti, anche come un resoconto del decennale viaggio verso l’HMS Safari.
Per gli aspetti tecnici marinareschi e subacquei, Eleonora ha potuto contare sulla collaborazione del torinese Gabriele, che ha messo a disposizione la competenza di ufficiale della Marina Militare, incursore del COMSUBIN in forza al Raggruppamento Teseo Tesei dell’Arma Navale, scopritore di relitti e coautore di libri di settore.
A firma di Medda le prime due sezioni, “Il predatore” e “Le prede”. A quattro mani la terza parte, “Le immersioni”. Viene definito un quadro delle vicende storiche, tanto dell’aggressore occulto che delle navi colpite: sono raccontati gli aspetti della vita e attività in un’unità subacquea durante la seconda guerra mondiale, si offre visibilità “alle piccole storie degli uomini che, in entrambi gli schieramenti, hanno contribuito a costruire una Storia più grande”.
Tutto questo, senza l’ambizione di scrivere un libro di storia navale o un trattato di subacquea, assicurano i coautori, ma per fornire ai sub che vorranno pinnare verso queste navi una semplice raccolta di fatti, notizie, informazioni e suggerimenti.
Sia ben chiaro che quei relitti non sono semplici carcasse, ma veri sacrari di guerra. Ognuno reca impresse le storie di decine di persone, di cui è giusto rispettare il ricordo.
“Storie che si sono intrecciate in quei tragici giorni nel Mediterraneo”.
Raggiungerli in immersione è immergersi nella Storia.
“Richiede competenza tecnica, preparazione, non solo subacquea anche culturale”.
Quel sommergibile Classe S III della Marina britannica era stato costruito nei cantieri di Birkenhead della Cammell Laird e battezzato HMS P211 Safari. Unità d’attacco ben riuscita, di medie dimensioni, dislocava in emersione intorno alle 600 tonnellate (927 in immersione). Velocità subacquea 10 nodi, 13,75 in superficie. Dal 1942, condusse 16 missioni di guerra, per lo più in Mediterraneo, distinguendosi come uno degli assi sottomarini che giocarono un ruolo fondamentale. Rientrato nell’ansa del Clyde, venne usato per i corsi di addestramento e qualificazione degli ufficiali del Comando Navale.
Terminato il conflitto, la Royal Navy decise di dismetterlo, perché inutile rispetto ai rinnovati scopi militari. L’8 gennaio 1946, il sommergibile HMS P211 Safari affondò senza equipaggio durante una tempesta nel mare agitato, mentre veniva trainato da un rimorchiatore nel Canale delle Manica, circa 25 miglia fuori Portland. Poggia su fondale roccioso ad una profondità massima di 44 metri. La falsatorre e il cono di prua sono stati rimossi. Visibili le estremità dei tubi lanciasiluri prodieri.
Era diretto a Newport, nel Monmouthshire, destinato alla demolizione, per il recupero e vendita del metallo. Smantellato? Non c’erano riuscite ben 129 bombe di profondità nemiche, ha osservato con orgoglio il radiotelegrafista di bordo Arthur P. Dickinson (la parte storica si basa sul suo diario e sull’autobiografia del comandante Ben Bryant).
“Tagliare il cavo di rimorchio e affondare era stato il suo modo di assicurarsi una fine appropriata”.
Da allora, aggiungono gli autori, il Safari giace sul fondo del mare, insieme a tante delle sue vittime. I relitti di predatore e prede sono oggi meta di tantissimi subacquei, attratti dal fascino marziale di queste lamiere Ne visitano le spoglie, con l’intento di onorare il ricordo di navi e persone.
HMS Safari. Il sommergibile, le navi, i relitti
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: HMS Safari. Il sommergibile, le navi, i relitti
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