Happy Pain. Forse non lo sai ma pure questo è amore
- Autore: Carlo Lock
- Genere: Romanzi erotici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
L’unico modo di liberarsi di una tentazione è cedere alla tentazione: lo diceva Oscar Wilde e lo ripete Carlo Lock. Uno è lo scrittore dandy vittoriano, tanto elegante quanto amante del paradosso. L’altro un contemporaneo lombardo, creativo e blogger, che dopo l’esordio in autopubblicazione nel 2019 con Storie di irregolari, è passato dai racconti al romanzo lungo, cimentandosi con le debolezze e il sesso fantasioso in Happy Pain. Forse non lo sai ma pure questo è amore, dato alle stampe nel 2021 da Pathos Edizioni di Torino (376 pagine).
Non ci si aspetti austerità e severità da uno che dichiara di professare la cultura sex positive, erotismo più gioioso e giocoso che trasgressivo-ossessivo, nel quale Carlo ripone una salda fede intellettuale, convinto che il benessere individuale e collettivo debba passare anche da una felice vita sessuale. Quanto, come e con chi pratichi il sesso spensierato, oltre che suggerirlo, non è curiosità che ci turba e, se permettete, saranno pure fatti suoi.
Rivela tanto e niente di sé, sul sito carlolock.it, nello spazio che cura nel web, l’ockio sul mondo, riedizione più matura di un blog sperimentale aperto nel 2008:
“Esserci è già un grande sforzo esistenziale. La domanda più imbarazzante per me è dirvi chi sono. È il quesito da sempre davanti allo specchio. Ma se non vi dicessi chi sono non potrei cominciare ad esercitare meravigliosamente l’arte del racconto!”
Milanese, scrittore, insegnante di formazione umanistica, amante del cinema e di tutto quello ch’è arte, popolare e impopolare, fa sapere di avere curato corsi di comunicazione efficace. Un diploma di revisore editoriale gli ha consentito di lavorare anche dietro le quinte di un testo e di vivere le varie fasi di preparazione di un libro. Attento a quanto avviene nel mondo, si dice fiero che una curiosità innata e un grande rispetto per gli altri l’abbiano portato a sperimentare qualsiasi cosa, prima di giudicare. Sostiene che se si conosce quello di cui si parla, si può valutare con più efficacia. Bloggare nel web e scrivere significano per lui offrire un piccolo contributo per creare emozioni o insegnare a donarle. “Emozionarsi è bello, ed è utile”: tutti possono imparare a farlo.
Ama senza dubbio le citazioni, visto che oltre a Wilde invita di considerare Mark Twain, “Quando ti trovi d’accordo con la maggioranza è il momento di fermarsi a riflettere” e George Bernard Shaw, “La vita non è trovare se stessi. La vita è creare se stessi”.
In avvio della narrazione, tiene ad avvertire i lettori che l’opera è frutto della sua fantasia: non è autobiografica e ogni riferimento a qualsiasi persona o situazione reale è puramente casuale. Le informazioni contenute sul BDSM non hanno carattere scientifico e le opinioni espresse non pretendono di essere le uniche. Chi fosse incuriosito da alcuni argomenti potrà fare riferimento alla breve bibliografia in fondo al testo. L’insistenza sul non prendere troppo sul serio si fa considerevole, visto che già i curatori di questo non banale prodotto editoriale assolvono in gerenza alla precisazione che il romanzo è un lavoro di finzione e ogni somiglianza va considerata puramente casuale.
Che non sia un volume buttato giù di fretta stanno a dimostrarlo i caratteri scelti e l’impaginazione, i tondi, corsivi e neretti di una grafica curata nel dettaglio. In aggiunta, un tocco originale: i numeri di pagina, in basso al centro, sono iscritti nella borchia di quella che sembra una cintura disegnata in bianconero, o una catena, guardare per credere.
Un romanzo che parla di sesso con leggerezza, senza protervia hard. Sesso liberatorio, più che ondulatorio. D’altra parte, il citato BDSM, la parafilia sadomaso, può fare a meno del rapporto completo, affidandosi a giochi di ruolo, sollecitazioni strumentali, piacere mentale.
Vuol essere dichiaratamente un’autobiografia di finzione e svelare a chi ancora non lo conosca cosa sia il BDSM, senza trucchi e senza inganni. Carlo scioglie l’acronimo (Bondage, Discipline, Domination, Submission, Sadism, Masochism), che si riferisce genericamente a pratiche legate al feticismo e sadomasochismo consensuali, disciplinate dal rispetto tassativo di principi etici di sicurezza fisica e psicologica dei partner e dei limiti delle loro preferenze sessuali.
Quanto alla vicenda narrata, ci sta che un contratto a progetto non venga rinnovato. Nel cinico mondo del precariato è circostanza tutt’altro che rara. Ma se l’allontanamento diventa l’esito finale di una successione di “sottili e pressanti umiliazioni”, non è altro che mobbing sul posto di lavoro. Si risolve (?) tutto con un esiguo risarcimento dopo qualche mese (di reintegro, nemmeno a parlarne).
Con tanto tempo a disposizione e ritrovando pulsioni adolescenziali, il protagonista Gunther scopre — scrive Carlo — ch’è davvero divertente “il trucco di prendere in giro la prigionia e il potere, la bellezza di poter tornare libero o di far tornare liberi gli altri, quando si è stanchi di soffrire. Questo trucco si chiama BDSM”.
Tra gli altri aspetti originali della confezione editoriale, le criptiche Memorie dal cyberspazio, sempre leggere per capire...
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Happy Pain. Forse non lo sai ma pure questo è amore
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